Volley Superlega, la Consar torna a giocare dopo 34 giorni: "Condizione scadente, ma tanta voglia"
Marco Ortolani
Vi ricordate la Superlega di pallavolo? E’ quella cosa che, per i colori ravennati, manca dal 25 ottobre, quando una plumbea trasferta a Perugia costò la netta sconfitta (e questo poteva essere in preventivo) e il ritorno con svariati virus che, non invitati, salirono sul pullman del ritorno a casa della truppa di Bonitta. Da quel momento non si è giocato più, né a Ravenna né in altre città «sfortunate» che hanno avuto un numero di positività superiori a tre elementi, soglia che fa scattare il diritto al rinvio (la Consar, prima della trasferta a Perugia, ha avuto due positivi che non le hanno impedito di scendere ugualmente in campo). «Sabato giocheremo a Piacenza», afferma con decisione Marco Bonitta dopo aver saputo che la sua quota di indisponibili è scesa da quattro a tre. «Ma - aggiunge - avremmo giocato anche con quattro assenze, perché credo sia il momento del coraggio di andare avanti, senza pensare soltanto al proprio orticello».
Che squadra presenterà a Piacenza?
«Nominalmente normale, con giocatori nei loro ruoli e qualche possibilità di sostituzioni».
Ma è vera normalità?
«No. La condizione dei giocatori è scadente. Siamo stati settimane senza allenarci. Per i ragazzi è significato fare qualche esercizio di mantenimento, un po’ di elastici… roba che può essere utile per il sistema cardiovascolare o per tenere in forma uno della mia età. Ma atleti nel pieno della loro carriera agonistica hanno bisogno di ben altro. L’analisi plicometrica ha evidenziato una perdita di muscolatura fino a tre o quattro chili. Stiamo facendo esercizi per riprendere la condizione che sono più tipici del precampionato. E non parliamo dell’aspetto tecnico».
Vede tutto nero?
«No. Una cosa positiva c’è. I ragazzi sono tornati in palestra con una gioia quasi fanciullesca nel riprendere in mano i palloni e ritrovarsi insieme. Come dei bambini a cui restituisci le caramelle o i giocattoli. E’ stata una grande emozione per tutti e altrettanto sarà giocare una partita di campionato».
Parola d’ordine?
«Intanto giochiamo! E aiutiamoci fra noi società. Se avessi dovuto giocare contro il Trento che ha i due palleggiatori positivi al Covid avrei accettato un cambio data, anche se la partita era teoricamente giocabile con i protocolli sottoscritti dalle società. La mancanza di pubblico ci permette di agire a piacimento sulle date, giocando di venerdì, di martedì, alle 2 del pomeriggio, alle 10 di sera… magari per aiutare le squadre che hanno anche le coppe».
Sabato si va a Piacenza.
«Sì, in casa di una squadra che non ha avuto positività e ha proseguito regolarmente la propria attività. Ovviamente sono in grandi condizioni, come dimostra la vittoria infrasettimanale a Milano. Così come Monza e Padova, che domenica, in una giornata assolutamente anomala, hanno vinto ed evidenziato le precarie condizioni di Perugia e Verona, convalescenti da problemi simili ai nostri. Ma se Perugia lascia qualche punto può risalire con i playoff. Noi, invece, con qualche punto, ci giochiamo la stagione».
E poi c’è la salute da preservare.
«Certo. Dal punto di vista Covid, ma anche da quello non-Covid. Con una condizione atletica così scarsa gli infortuni muscolari sono in agguato. Ci vuole prudenza in tutti i sensi».