Volley A2, un buon Natale per la Consar Rcm: «Aiuto Mancini e la squadra cresce»
Marco Ortolani
I Millennials hanno tutto il diritto di non sapere che Monopoli, oltre che una magnifica località della costiera barese, è anche un gioco da tavolo, in gran voga qualche decennio fa, in cui ci si contendevano le proprietà immobiliari di una città immaginaria. Il nuovo palleggiatore della Consar, Natale Monopoli, non si scompone davanti alle battute a doppio senso. «Sul cognome me ne hanno fatte tante, di tutti i tipi. E quando si arriva a dicembre, aumentano anche quelle sul nome. Ma ci sono abituato, non c’è problema, magari a Ravenna ne sentirò qualcuna di nuova». Monopoli è stata la scelta di Bonitta per compensare l’improvviso (e tuttora misterioso) addio di Coscione, che sembra essersi ambientato subito in un Santa Croce che ha infilato buoni risultati. Di Monopoli, oltre che il lungo curriculum, sorprende la carta di identità, essendo nato nel 1975, a Venezia. «Gli anni sono tanti. Se sono ancora qui come giocatore è per la grande passione, per la cultura del lavoro, per la cura che ho sempre messo alla preparazione atletica, per la mia tenacia nel dare sempre tutto, non solo quando tocco il pallone, ma anche in tutti gli altri momenti che compongono questo gioco. E anche, bisogna dirlo, per un po’ di culo, che mi ha permesso di rimanere in buona condizione fisica, anche se…». Anche se? «Anche se ho preso due volte il Covid. Il primo caso mi costrinse ad un’inattività di 25 giorni; il secondo a controlli supplementari per qualche problema di pressione. Ora però è tutto a posto». Il contatto con Ravenna? «Stavano risolvendo il rapporto con Coscione. Bonitta mi ha chiamato. Ci conosciamo da tempo e l’offerta era diversa dalle altre, poco interessanti, che mi stavano arrivando, tanto che avevo pensato di smettere. E’ stata decisiva la prospettiva di far parte, dal prossimo anno, di uno staff tecnico importante come il suo. Mi consentirà di capire se farà per me l’attività di allenatore». Per adesso c’è ancora da giocare e da curare la crescita di Mancini. «Il ragazzo ha bellissime mani e personalità evidente, ha il privilegio di fare a 18 anni esperienze che di solito vengono offerte più tardi. Io do qualche consiglio, ma mi trattengo, perché Bonitta sa bene quello che c’è da dirgli». Una A2 dalla classifica ingarbugliata. «E’ un campionato che conosco e francamente non ricordo un compattamento di questo tipo, che lascia fuori solo Motta, che ha perso contatto in fondo e Vibo dall’altra parte, che ha giocatori di categoria superiore». A Grottazzolina, domenica scorsa, avete sfiorato l’impresa… «Sì, eravamo 2-1 e 23-19. Siamo stati sfortunati (attacco di Comparoni fuori di millimetri, ndr) e anche un po’ pollastri, perché quelle battute flot non irresistibili dovevano consentirci di fare i cambi palla che ci servivano. Ma la squadra può ovviamente crescere molto».