Seggiolini antiabbandono: da oggi scattano le sanzioni per chi ne è sprovvisto
Per i genitori di 1,8 milioni di bimbi che hanno meno di quattro anni, scatta oggi l'obbligo di dotarsi dei sistemi antiabbandono in auto per non incorrere in una multa «pesante» che va da 83 a 333 euro (che si riduce a 58 o 100 euro se si paga entro cinque giorni) oltre alla sottrazione di cinque punti dalla patente. Se si viene «pizzicati» una seconda volta, entro due anni, scatta anche la sospensione della licenza di guida da 15 giorni a due mesi.Il codice della Strada li impone sia per le auto per il trasporto di persone con al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente (categoria M1 del Codice della strada) sia per autocarri e camion per il trasporto di merci (categorie N1, N2, N3 del Codice della strada, a seconda della massa massima). È bene ricordare che la norma vale esclusivamente per gli italiani alla guida di mezzi con targa tricolore o stranieri che risiedono nel nostro Paese anche se hanno un mezzo con targa straniera. Il funzionamento dei dispositivi è semplice: attraverso dei sensori di pressione riescono a rilevare se il seggiolino è occupato oppure no. Possono essere sostanzialmente di tre tipi: già presenti nel seggiolino acquistato, «universali» da integrare e trasferibili (nel caso in cui se ne possiedono più di un seggiolino) oppure integrati nell’auto a patto che siano presenti nel fascicolo di omologazione della vettura. Il ministero dei Trasporti ha precisato che, comunque, tutti devono attivarsi automaticamente, a ogni uso, senza che il guidatore debba compiere ulteriori azioni e dare un segnale di conferma di avvenuta attivazione. In caso di abbandono del piccolo a bordo dell’auto, dovranno invece attivarsi con segnali visivi e acustici o visivi e di vibrazione, percepibili o all’interno o all’esterno del veicolo. Inoltre questi sistemi, devono essere collegabili via bluetooth o via App allo smartphone del genitore-guidatore per inviare notifiche. Queste possono arrivare tramite Sms e/o telefonare a uno o più numeri e devono segnalare la situazione di potenziale abbandono. Non è prevista un’omologazione ma «i dispositivi che sono conformi alle disposizioni previste dal decreto attuativo e che hanno il marchio CE saranno considerati a norma». Devono essere le aziende costruttrici ad autocertificare la conformità dei loro prodotti per poterli vendere sul mercato e l’autorità deputata a vigilare è il ministero dei trasporti attraverso la direzione generale per la Motorizzazione.