Romagna, i big dell'economia locale: "Segnali positivi dal Governo, ora aspettiamo azioni concrete"

Romagna | 12 Settembre 2019 Blog Settesere
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Il nuovo Governo piace ai rappresentanti locali delle associazioni di categoria e delle associazioni economiche che hanno incarichi anche a livello nazionale? Lo abbiamo chiesto direttamente ad alcuni di loro, andando ad analizzare non solo reazioni e umori davanti al rinnovato quadro politico-istituzionale ma anche i temi e le istanze considerati centrali e prioritari per i mesi e gli anni a venire. 

DONATI (ASSOHOTEL)
Vicepresidente regionale, Filippo Donati è anche presidente nazionale di Assohotel, l’associazione nazionale degli imprenditori d’albergo di Confesercenti: «Sono sul chi va là, noi albergatori non siamo stati bruciati dalle politiche turistiche dei precedenti governi ma siamo stati letteralmente ustionati. Per anni abbiamo atteso invano che il settore del turismo non venisse più considerato effimero. Per anni abbiamo atteso invano politiche non solo di promo-commercializzazione, che non bastano, ma di governance. Ecco, noi imprenditori del settore alberghiero abbiamo bisogno di regole, così come di meno tasse e meno costi legati alla burocrazia. Costiamo troppo perché a noi, tutto, costa troppo. E così non siamo competitivi. Al di là delle posizioni politiche, gli scossoni a volte servono. Quello che c’è appena stato è il sintomo di un Paese che vuole cambiare. Non mi sbilancio sigli esiti ma guardo al futuro con grandi aspettative». 

PANEBARCO (CNA)
Componente di presidenza della Cna di Ravenna, socia dell’azienda Panebarco & C., Marianna Panebarco è vicepresidente nazionale di Cna quale componente di presidenza: «Non abbiamo certo vinto la lotteria con il nuovo Governo, bisognerà rimboccarsi le maniche e ascoltare le persone competenti per portare avanti i temi caldi del Paese. Per quanto mi riguarda, ho apprezzato il discorso di Conte, soprattutto quando ha fatto sapere di voler abbassare i toni per mettersi a lavorare sulle cose concrete. Ecco, noi siamo focalizzati sul concreto, vogliamo che si entri nel merito delle questioni e nei problemi reali senza slogan. Sono ottimista, spero davvero che si possa iniziare a fare qualcosa di buono per le piccole e medie imprese, che sono considerate il motore dell’economia italiana ma che sono però, alla fine dei conti, poco sostenute. Per noi le priorità sono l’innovazione e l’investimento sui giovani, le infrastrutture digitali, la dimensione europea. Ma anche lo snellimento della burocrazia e l’abbassamento della tassazione, così come un più facile accesso al credito e la creazione di posti di lavoro. Un altro discorso che mi preme è quello della cultura e del turismo, due asset strategici per il Paese e due settori in cui secondo me è la piccola e media impresa, diffusa e radicata sul territorio, che può fare la differenza. Stessa cosa vale per ambiente e rigenerazione urbana. L’ingegnoso saper fare delle nostre piccole imprese è e sarà sempre più fondamentale in ottica di economica circolare. Ovviamente le nostre pmi devono saper innovare e innovarsi e agganciare i trend internazionali, e qui servono misure ad hoc per supportarle». 

MONTI (LEGACOOP)
Presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti è anche vicepresidente nazionale: «Mi aspetto prima di tutto che tra le due compagini di Governo non si aprano scontri. Pretendiamo omogeneità nei temi e la costruzione di un progetto di più ampio respiro rispetto a quello del precedente Governo. La priorità è sostenere il lavoro, le infrastrutture, l’industria, l’innovazione andando a snellire la tassazione e ad abbassare il cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori e della loro remunerazione. Crediamo che parlare solo di protezioni e pensioni non sia la strada giusta, il reddito di cittadinanza ci sta bene nella misura in cui si vada a verificare se chi lo percepisce non ne goda solo perché non ha voglia di lavorare. Speriamo che venga scongiurato, al contempo, l’aumento dell’Iva. Sono ottimista ma di un ottimismo della ragione». 

VENTURELLI (CONFCOOP.)
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aentino, Marco Venturelli è segretario generale di Confcooperative: «Il Paese ha bisogno di stabilità. Non sarebbe stata sostenibile una campagna elettorale alla vigilia della legge di stabilità. Una perdurante crisi di Governo e tanto più lo scioglimento delle Camere nel caso non si fosse composta una maggioranza parlamentare avrebbe dato vita a una pericolosa instabilità in un periodo di assoluto rischio. Penso, in primis, alla volatilità delle borse, alla sfiducia dei mercati e allo spread fuori controllo. È ora di tornare al lavoro per rimettere in moto la crescita del Paese che si è arrestata anche per la sfavorevole congiuntura europea e la tensione internazionale determinata dalla guerra dei dazi che rischia di inceppare l’export forza motrice negli anni della crisi. Le mie aspettative rispetto alle nostre priorità e ai nostri temi sono quelle di tutta l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Vanno rilanciate crescita e occupazione con misure ad hoc, che perseguano profondamente maggiore equità e sostenibilità. Va, per esempio, scongiurato l’aumento generale dell’Iva salvo eventualmente per attività che fanno dumping ambientale o sociale, che avrebbe effetti depressivi sui consumi interni già fermi al palo; bisogna sbloccare opere e cantieri ma senza rinunciare alla trasparenza delle gare; bisogna ridurre il cuneo fiscale e contributivo che lasci più soldi nelle tasche dei lavoratori; è necessario giocare al meglio la sfida sull’innovazione e la formazione incentivando gli investimenti delle imprese, punto fondamentale per la competitività del nostro sistema Paese; è anche fondamentale ispirare tutte le politiche all’Agenda2030 dell’Onu, adottando la misurazione dell’impatto di tutti i provvedimenti legislativi non solo in termini di crescita del PIL ma del BES, che misuri benessere ed equità, e non produca quindi ulteriore concentrazione di ricchezza nelle mani dei pochi; più investimenti in infrastrutture non solo materiali ma anche immateriali, per fare crescere welfare, digitalizzazione, Università e centri di ricerca a favore di tutti i territori e comunità del nostro Paese».

GRAZIANI (CISL)
Il ravennate Giorgio Graziani è membro della segreteria nazionale del sindacato: «La situazione è complicata, è finito il tempo del pessimismo o dell’ottimismo, c’è solo da essere realisti. Il discorso di Conte ha dimostrato che ci sono segnali positivi e le condizioni giuste per aprire un dialogo, oltre a una sensibilità sociale interessante. Quello che è mancato è il riferimento alle vertenze al momento in atto, alle scelte sulle infrastrutture, alle assunzioni e ai contratti della pubblica amministrazione, alla questione del lavoro, al salario minimo, ai pensionati. Siamo in attesa di vedere se le parti sociali verranno messe a un tavolo di confronto per trasformare i segnali positivi in azioni concrete». 


 
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