Riolo Terme, nei weekend del 20 e 21 e 27 e 28 luglio è l’ora dello Scalogno di Romagna Igp
Riccardo Isola - Nella prima collina faentina, a fine luglio, si respira l’aroma, pungente e antico, dello Scalogno di Romagna Igp. Torna, infatti, il 20 e 21 e poi il 27 e 28 luglio, a Riolo Terme, il tradizionale appuntamento con uno dei simboli della cultura agroalimentare e gastronomica di queste terre: lo scalogno. Un prodotto tipico del territorio ravennate, che nel 1997 si guadagnato il marchio europeo Igp. La coltivazione è nota da almeno 3.000 anni ed era già usato dai Romani. Originario di Ascalon, città della antica Palestina a cui deve il suo nome, è giunto in Europa con le migrazioni soprattutto dei celti, che ne hanno diffuso la coltivazione. Da sempre coltivato negli orti familiari della valle del Senio e di quella del Santerno era il pranzo dei braccianti agricoli che con un pugno di bulbi di scalogno, un pezzo di pane raffermo e un fiasco di Sangiovese affrontavano la giornata lavorativa della mietitura. Nel 1992 nasce l’intenzione di valorizzare questo prodotto da parte delle istituzioni e nel luglio dello stesso anno, si organizzò la prima sagra. Da allora di strada se ne è fatta tanta. Questa è una pianta erbacea da orto, appartiene alla famiglia delle Liliacee, come l’aglio e la cipolla, e si propaga per bulbilli, dal momento che non ha fiore al contrario delle altre tipologie rientranti nella sua stessa famiglia. Di conseguenza oggi si mangia uno scalogno che ha le stesse caratteristiche organolettiche di quello originario di tre millenni fa. L’operazione della messa a dimora dei nuovi scalogni per l’anno successivo, che si effettua nella stagione autunnale, permette il mantenimento della coltivazione, preservando la stessa dal rischio di estinzione. La raccolta avviene nel mese di luglio e grazie alla tecnica di frigo-conservazione si rende disponibile il prodotto fino alla tarda primavera dell’anno dopo. In questi anni il Consorzio sta studiando con attenzione tecniche sempre più innovative per aumentare la durata di conservazione e mantenere inalterata l’altissima qualità del prodotto. Antiossidante naturale, i benefici dello scalogno sono tanti. Grazie alle antocianine, protegge il sistema cardiovascolare e migliora la circolazione sanguigna. I solfossidi (composti aromatici a cui si deve il suo odore caratteristico e deciso) gli conferiscono proprietà antibatteriche, antimicotiche e antivirali. Ma la proprietà più importante dello scalogno è quella contenuto di allicina, una molecola che ha proprietà antidiabetiche e antitumorali. Proprio per la sua particolarità nel sapore e nella fragranza, per la sua ridotta produzione e, non ultimo, per il suo nome altisonante Allium Ascolanicum è stato oggetto di studi da parte di ricercatori universitari e nel 1997 ha ottenuto l’Identificazione Geografica Protetta (Igp) che ne certifica la sovrana residenza in questo fazzoletto di Romagna. Di colore bianco violaceo, con una forma a fiaschetto, lo Scalogno di Romagna Igp è indicato per gustosi antipasti estivi o pietanze autunnali. Ideale per la preparazione del tradizionale ragù alla romagnola. Molto impiegato anche come contorno di numerosi piatti, sia come sottolio, sia come sottaceto. Gli ultimi due weekend di luglio, lo Scalogno di Romagna Igp sarà il protagonista nel centro di Riolo Terme. All’evento saranno presenti produttori ed espositori da cui acquistare lo scalogno appena raccolto, sono previsti inoltre intrattenimenti musicali e mercatini di prodotti locali. Non mancherà poi lo stand gastronomico con menù a tema oltre al fatto che i ristoranti del territorio, in questo periodo, preparano piatti e menù utilizzando proprio questo straordinario prodotto della terra. Lo Scalogno per avvalersi dell’Indicazione Geografica Protetta deve essere prodotto da aziende agricole ricadenti nelle aree territoriali del faentino (Faenza, Brisighella, Modigliana, Tredozio), Valle del Senio (Riolo Terme, Castel Bolognese, Casola Valsenio, Solarolo) e dell’imolese (Imola, Mordano, Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Fontanelice, Castel del Rio, Dozza, Castel Guelfo). Per chi volesse saperne di più da qualche tempo è stato pubblicato anche un libro, realizzato da Alessandra Giovannini intitolato «Scalogno di Romagna Igp» (15 euro - Edizioni La Mandragora)