Ravennate, corsi di disostruzione a tappeto per il personale di nidi e materne

Silvia Manzani
Di qui alla fine di maggio, tra le 600 e le 700 persone che in provincia di Ravenna lavorano nei servizi per l’infanzia 0-6 anni verranno formate in materia di disostruzione delle vie respiratorie. Ad aggiudicarsi il bando regionale, che ha stanziato in tutto 100mila euro, è la Pubblica Assistenza città di Faenza, che con un finanziamento di 8mila euro provvederà a istruire educatori, insegnanti, ausiliari, cuochi.
SEDICI OCCASIONI
«Ci siamo proposti - spiega Silvia Raffaellini del direttivo - perché già formatori appartenenti alla rete regionale Anpas, che raggruppa 114 associazioni che si occupano di trasporto sanitario secondario, emergenza, formazione della cittadinanza su sicurezza e primo intervento sanitario». Saranno sedici i corsi attivati: «Siamo ancora in attesa di conoscere il numero esatto dei potenziali fruitori dei corsi, in modo da capire in quale percentuale copriremo il fabbisogno. Ci stanno dando una grossa mano sia la Fism, che il coordinamento pedagogico dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, così come alcune cooperative come Zerocento. Sul territorio l’organizzazione e la gestione di nidi e scuole dell’infanzia è molto variegata e non è così semplice recuperare i dati. In ogni caso, se ai corsi ci sarà partecipazione, arriveremo a intercettare una buona fetta del personale che lavora con i bambini più piccoli».
I REQUISITI
La possibilità verrà data a coloro che hanno già ricevuto la formazione al primo soccorso prevista dal testo unico sulla sicurezza: «Presto capiremo i tempi e le sedi di ogni corso, con l’idea di essere il più capillari possibili per favorire la partecipazione. In fondo lo scopo è questo: arrivare al maggior numero di persone possibile». Se negli ultimi anni, infatti, la sensibilizzazione su queste tematiche è senz’altro aumentata, è solo continuando a fare formazione che certe conoscenze potranno essere sempre più diffuse. Lo spiega il direttore sanitario e responsabile della formazione Roberto Bertoni: «Il tema del rischio di soffocamento nei bambini, e di conseguenza del bisogno di corsi di disostruzione, è molto sentito. Sul territorio le iniziative si sono negli anni moltiplicate grazie, soprattutto, alle organizzazioni di volontariato. Ciò che finora non si era visto è l’impegno di un’intera regione, che mi fa sperare anche nel fatto che possa esserci un coordinamento più vasto, per rendere la formazione sistematica».
«OBBLIGATORI? MEGLIO DI NO»
Quanto all’eventualità che i corsi possano essere un giorno obbligatori, Bertoni pensa sia un’arma a doppio taglio: «Quando si impone qualcosa, si generano sempre risposte negative. Ci sono ristrette nicchie in cui potrebbe avere un senso ma in generale non credo sia la soluzione. Penso solo che chi passa molte ore con i bambini piccoli è giusto che abbia, nel proprio patrimonio culturale, anche le conoscenze sulla disostruzione delle vie aeree».