Ravenna, Rosetti (Consar): autotrasporto, il Green Pass oblligatorio rischia di creare nuovi problemi

Federica Ferruzzi
«Il problema è che si è perso il contatto con la realtà produttiva del Paese e con tutte quelle realtà che, con il loro lavoro, lo mandano avanti». E’ amareggiato il patron di Consar, Veniero Rosetti, riguardo alla situazione generale in cui versa l’autotrasporto, settore che la realtà che presiede conosce da oltre 40 anni. 
Rosetti, il periodo è indubbiamente difficile, cosa ha comportato il lockdown per il settore?
«E’ chiaro che il lockdown ha inciso molto: il 2020 è stato un anno pesante, però nonostante tutto siamo riusciti a chiudere il bilancio in modo positivo. Nel 2021 abbiamo cominciato a riscontrare un po’ di ripresa e stiamo quasi arrivando ai numeri del 2019. Ma il vero problema viene adesso: l’obbligo del Green Pass sui luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre rappresenta un grosso punto interrogativo ed una grande fonte di incertezza. Personalmente mi auguro che il Governo riveda il provvedimento nei confronti dell’autotrasporto, in quanto penso che questo possa davvero mettere in difficoltà non le singole imprese, ma l’intero Paese. In proposito penso che si possano adottare provvedimenti correttivi che possano aiutare l’autotrasporto nella distribuzione delle merci, anche se ovviamente stiamo lavorando per rispettare il provvedimento. Giornalmente muoviamo circa 800 camion e, ad oggi, abbiamo il sentore che ci sia un 15-20% di conducenti che dal 15 non sarà intenzionato  a mostrare il Green Pass».
Rispetto alle difficoltà generali avete adottato politiche particolari?
«Si, abbiamo prima di tutto incentivato la base sociale a riprendere fiducia e volontà di lavorare. Ritengo infatti che il Covid sia stato devastante sia per la società civile che per quella economica e che abbia comportato una depressione generale: sembra che le persone abbiano perso la voglia di lavorare e crescere, di conseguenza abbiamo operato per ravvivare fiducia e volontà. In questo modo abbiamo trovato adesioni e abbiamo anche avanzato investimenti sul sistema in generale». 
Quanto sta incidendo l’aumento dei carburanti?
«E’ sempre più difficile reperire le materie prime, il gasolio per l’autotrasporto è arrivato ad un livello insostenibile e penso che sia un problema generale in cui anche noi dovremmo rivedere le condizioni economico tariffarie sul mercato. E’ una questione di sopravvivenza, sono molto preoccupato in quanto sta crescendo in modo esponenziale il sistema dell’illegalità e questo fa sì che le aziende che operano nel rispetto delle regole rischiano di dover soccombere a chi non rispetta né le norme, nè i contratti. In proposito mi appello alle istituzioni di controllo, perchè non è possibile continuare in questa situazione». 
In proposito le associazioni di categorica stanno chiedendo politiche di sostegno per i trasporti su gomma ?
«Non è chiaro quello che le associazioni di categoria stiano facendo in questa fase: penso stiano valutando i piani di investimento del Governo, ma secondo me l’autotrasporto non ha bisogno di soldi o di sovvenzioni. Quello di cui abbiamo bisogno è che si mettano in atto tutti i controlli per il rispetto della legalità; oltre a questo è necessario abbattere la burocrazia, c’è la necessità di riformare le regole dell’autotrasporto e serve una riforma per aiutare un ricambio generazionale che, ad oggi, non esiste. Occorrono nuove regole per poter accedere alla professione».