Ravenna, RiANIMAzione letteraria fa scuola in Italia

Romagna | 03 Maggio 2019 Cronaca
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Il progetto RiANIMAzione letteraria che Livia Santini ha inaugurato quattro anni fa anni fa all’ospedale di Ravenna continuando ancora oggi a portare al «Santa Maria delle Croci» libri, autori, artisti e personaggi di vario genere è arrivato all’attenzione del Senato, dove la fondatrice ha partecipato di recente a un incontro sulla medicina narrativa. Un attestato di stima non da poco che è stato anche l’occasione per fare il punto sul progetto, che ha ormai superato i cento incontri. 
Santini, che effetto le fa essere arrivata fino a Roma, facendo un po’ scuola in Italia?
«Essere invitata in un contesto tanto prestigioso come il Senato mi ha riempita di gioia soprattutto per la stima che provo per la senatrice Michela Montevecchi che ho il piacere di conoscere personalmente e che si è interessata a quanto stavo facendo in ospedale a Ravenna insieme a un gruppo di amici che mi aiuta e mi sostiene gratuitamente. Inoltre, l’incontro ha connesso diverse personalità che da tempo si occupano di medicina narrativa, quindi il dibattito è stato estremamente interessante nell’ottica di una sensibilizzazione sulla umanizzazione delle cure».
Rispetto all’idea iniziale, le aspettative sono state mantenute?
«Il progetto iniziale, che fu sostenuto con grande entusiasmo da Enrico Liverani, doveva essere una cosa molto breve e spot. Ma dopo l’inaugurazione, il 13 dicembre 2015, con “Parole Note”, non ci siamo praticamente mai fermati e così, domenica dopo domenica e anno dopo anno, abbiamo arricchito le nostre giornate con nomi come Roberto Vecchioni, Stefano Benni, Gianrico Carofiglio, Chiara Gamberale, Gessica Notaro, Davide Giacalone e una serie lunghissima di scrittori, giornalisti e musicisti che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno. In modo sorprendente, poi, hanno iniziato a chiamarmi a convegni internazionali dove ho portato la nostra esperienza pionieristica. Presto ci saranno molte novità anche in termini di collaborazioni estere».
Ci sono delle criticità o dei miglioramenti da portare? 
«Come per tutte le cose nuove, si va per tentativi e miglioramenti in itinere, anche perché RiANIMAzione rappresenta un cambio culturale. Se l’ospedale era visto come un luogo di cura, ora può essere considerato anche come un posto dove mentre ci si cura ci si arricchisce culturalmente e dove quel tempo morto e che non passa mai può assumere un altro significato. I degenti hanno ancora timore a muoversi dai reparti per raggiungerci ma miglioreremo anche questo aspetto. Non dimenticherò mai un bimbo che alla fine di un incontro disse alla mamma “ma allora in ospedale non mi fanno solo le punture, ci sono anche i super eroi!”. Quel giorno eravamo passati per i reparti travestiti».
Come si immagina il futuro di RiANIMAzione?
«Penso e spero che possa proseguire come risorsa della nostra città e che si espanda anche in altri ospedali, come ci è stato più volte richiesto. Immagino che arriveranno sempre più autori e artisti e che sia sempre più facile coinvolgere personaggi del jet set la domenica pomeriggio per rallegrare i pazienti, il personale ospedaliero e i cittadini che partecipano».
C’è stato un momento più emozionante di altri, in questi anni?
«Mi sono commossa molte volte, certamente sentire “Luci a San Siro” di Roberto Vecchioni nel silenzio assorto dell’aula magna dell’ospedale mi ha fatto proprio piangere ma la stessa cosa è avvenuta, per esempio, all’inaugurazione mentre Giancarlo Cattaneo leggeva una poesia dedicata a Enrico Liverani. Ci piace anche far parte di ciò che avviene in città, perché da malati non si smette di essere cittadini: il 19 maggio, in occasione del passaggio del Giro d’Italia, avremo Davide Cassani».
Ha un sogno nel cassetto, per il futuro?
«Vorrei una Rianimazione letteraria in ogni ospedale del mondo e vorrei tanto avere come ospite Alex Zanardi e un cantante che inseguo ma non riesco ad invitare, Jovanotti. Attendo anche il ritorno di Vecchioni».
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