Ravenna, parte il processo Cagnoni, il dermatologo accusato di aver ucciso la moglie Giulia

Romagna | 10 Ottobre 2017 Cronaca nera
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Marianna Carnoli - Si aprirà il prossimo 10 ottobre quello che, forse, è il processo più atteso dell’anno nella nostra provincia, quello che vede alla sbarra Matteo Cagnoni, il dermatologo ravennate accusato di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia Ballestri lo scorso anno. Il 25 settembre sono stati sorteggiati gli otto giudici popolari che affiancheranno i togati Corrado Schiaretti ed Andrea Galanti ed andranno a comporre la corte d’Assise. Si tratta di quattro uomini e quattro donne, due dei quali assisteranno alle udienze, ma solo in qualità di supplenti che hanno già prestato giuramento. Il 2 ottobre, invece, il pm Cristina D’Aniello per l’accusa e l’avvocato Giovanni Trombini per la difesa, hanno depositato le proprie liste dei testimoni che vorrebbero fossero ascoltati dalla corte d’Assise. Il condizionale è d’obbligo poiché non è escluso che l’elenco, si parla di 150 persone per l’accusa ed una sessantina per la difesa, venga decurtato dai giudici per non allungare troppo i tempi del procedimento penale. Per quanto riguarda le parti civili, il Comune di Ravenna che per la prima volta si costituisce in un processo per omicidio, le associazioni Linea Rosa e UDI - Unione donne Italiane- oltre ai familiari di Giulia, solo per questi ultimi, l’avvocato Giovanni Scudellari ha indicato una decina di consulenti. I testimoni verranno chiamati dai giudici se questi ultimi riterranno che il loro racconto possa essere utile al dibattimento. Non è escluso che salgano sul banco dei testimoni per l’accusa anche i genitori di Cagnoni: il padre Mario, indagato a dicembre 2016 con l’accusa di favoreggiamento e concorso in occultamento di cadavere, posizione archiviata dal gip nel maggio di quest’anno e la madre Vanna che la sera del ritrovamento del cadavere di Giulia, alla polizia che si era presentata nella sua casa di Firenze, spiegò che i nipoti dormivano lì perché la madre era stata uccisa qualche giorno prima da un albanese in una villa disabitata a Ravenna. E questo prima che gli agenti le spiegassero il motivo della loro visita. L’accusa ha indicato, nella sua lista, anche diversi professionisti che conoscono Cagnoni. I tanti testimoni saranno, verosimilmente, chiamati a ricostruire il rapporto della coppia che qualche giorno prima dell’omicidio di Giulia aveva firmato la separazione. «Cercheremo di onorare il ricordo di Giulia – ha commentato l’avvocato Giovanni Scudellari che tutela i familiari della vittima-. In aula, i testimoni di accusa e difesa cercheranno di ricostruire il rapporto coniugale mentre i consulenti tra cui il medico legale e gli informatici illustreranno quanto raccolto nella villa in cui s’è consumato il delitto: non solo le impronte digitali, ma anche gli oggetti ritrovati e gli accertamenti genetici».
Per la premeditazione, contestatagli dall’accusa, Cagnoni rischia fino all’ergastolo.
 
 
 
 
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