Ravenna, l'allarme di Foschini (Sert): "Oltre 300 primi contatti l'anno e tra i 15enni torna l'eroina"

Federica Ferruzzi - Sono oltre 300 le persone che, in un anno, si sono rivolte al distretto dell’Ausl di Ravenna (che comprende anche Russi e Cervia) per ottenere una consulenza del Ser.T. in materia di dipendenze patologiche. Tutti i martedì la sede di via Missiroli registra nuovi casi, mai meno di cinque. A fornire i dati è il referente Vittorio Foschini, psicologo del Servizio che, solo per il gioco d’azzardo, ha visto un incremento dall’inizio dell’anno ad oggi pari ad un +46%. «La stessa percentuale - spiega Foschini - è stata registrata per abuso di alcol e droga, e in particolare abbiamo notato che i ragazzi di 15 anni hanno ricominciato a fare uso di eroina, sembra di essere tornati a 30 anni fa». Ma questo, a detta dello psicologo, non è l’unico fenomeno notato dal Servizio. «Come nel più classico abbinamento caffè-sigaretta - prosegue Foschini - stiamo registrando l’aumento di chi, dal solo consumo di alcol, passa ad usare cocaina per poi approdare al gioco d’azzardo. Si tratta di un trend che sta prendendo piede e che riguarda le età più diverse». Ed è in particolare sul gioco d’azzardo che si sofferma l’analisi di Foschini, che traccia un quadro sovrapponibile a quello disegnato dai giocatori anonimi di Ravenna intervistati sullo scorso numero del nostro giornale. «La gente ormai gioca per giocare e più vince più gioca. Da luglio è entrata in vigore una normativa che impone per le macchinette una distanza di 500 metri da scuole e luoghi sensibili, ma di fatto non è cambiato nulla. La legge non ha avuto valore deterrente, i controlli non ci sono e, fino al 2023, la situazione rimarrà invariata». E’ inoltre da segnalare che dallo scorso 12 aprile - da quando cioè sono entrati in vigore i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) che riconoscono al Ser.T la gestione di tutte le dipendenze patologiche non da sostanza, compreso il gioco d’azzardo - si registra un aumento di casi di chi effettua acquisti compulsivi e di chi abbandona la scuola o la ricerca di un lavoro per rifugiarsi in casa. «Per quest’ultimo caso siamo sotto la decina di unità, ma non dimentichiamo che il fenomeno in Giappone riguarda otto milioni tra adolescenti e quarantenni che, nella maggior parte dei casi, arrivano ai Servizi dopo anni di isolamento sociale. Al momento, inoltre, stiamo lavorando sull’uso di psicofarmaci che, se assunti in modo improprio, scatenano gioco d’azzardo e sex addiction». In proposito il Servizio è in attesa di finanziamenti che erano stati stanziati per il triennio 2015/17 ma che erano fermi in Regione. «Li dovremo spendere in un anno e mezzo, non sono tanti ma possono iniziare a dare risposte». Rispetto alla miriade di patologie presenti, il referente del Ser.T. avanza un’analisi legata agli stili di vita moderni: «Le mode sono rapide e la spinta all’acquisto è veloce. E’ vero, i collezionisti ci sono sempre stati, ma io ho utenti che acquistano 10mila cd e non gli tolgono neanche il cellophane. Come operatori riteniamo siano da rivedere il valore che si dà al tempo, ai soldi, al rapporto con il corpo, alle relazioni interpersonali e questo vale per tutti, bambini, giovani e anziani».