Ravenna, giustizia per le vittime di femminicidio: un corteo silenzioso contro il trasferimento di Cagnoni
Un corteo composto da molte persone, la sera del 12 dicembre, ha sfilato da piazzetta Serra, in centro città, fino al carcere di via Port’Aurea dove è detenuto Matteo Cagnoni, dermatologo 53enne condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie 39enne Giulia Ballestri. Organizzato da Linea Rosa, Udi, Casa delle donne e Dalla parte dei minori, il corteo/fiaccolata ha voluto «protestare» contro il trasferimento di Cagnoni dal carcere bolognese della Dozza alla casa circondariale di Ravenna, avvenuto lo scorso 23 novembre. Una fiaccolata silenziosa, senza bandiere se non lo slogan «Nè privilegi, nè disparità», che è passato da piazza Kennedy, via Rasponi, piazza 20 Settembre, piazza del Popolo, via 4 Novembre, piazza Andrea Costa, via Cavour, via Pasolini, via D'Azeglio, via Garattoni, piazza Duomo fino ad arrivare al carcere. Prima della partenza, in piazzetta Serra, è stato letto l’appello inviato dalle associazioni ravennati al Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) che ha dato il via libera al trasferimento e l’ultimo resoconto del processo di primo grado, seguito dalla giornalista Carla Baroncelli che, ogni settimana, pubblicava su facebook le sue «Ombre di un processo». Il corteo fa seguito alla petizione online lanciata dalle associazioni e che ha già raccolto più di 6 mila firme.