Ravenna, dormitori pieni. L'appello di Avvocato di Strada
Sono pieni, in queste settimane, i dormitori della città. Un tema sul quale Emanuela Casadio, membro del comitato «Rompere il silenzio» e volontaria di «Avvocato di strada», solleva la questione: «Credo sia arrivato il momento che altri Comuni limitrofi come Faenza, Lugo e Cervia si attivino per avviare strutture pubbliche. Ravenna, da sola, non può accogliere tutti. Sono anni che chiediamo le statistiche delle risposte negative ma siamo certi che ce ne siano e nemmeno poche. Se i posti sono una sessantina in tutto, è vero anche che il dormitorio di via Torri non accoglie le donne, che al «Re dei Girgenti» si accede passando per i servizi sociali, che San Rocco sta raccogliendo molti richiedenti asilo. Certe fasce, insomma, rischiano di rimanere fuori dai giochi».
GIRGENTI: «MOLTI ITALIANI»
«Siamo sostanzialmente al completo – spiega Carla Soprani del Comitato cittadino Antidroga che gestisce il «Re dei Girgenti» di via Mangagnina – e capita anche di assegnare il 22esimo posto, quello riservato alle emergenze. Rispetto al 2003, quando abbiamo aperto, la tipologia degli utenti è cambiata diverse volte. Oggi, la metà delle persone sono uomini italiani, tra i cinquanta e i sessant’anni, non più spendibili sul mercato del lavoro. Abbiamo anche tre posti per le donne, anche quelli pieni. Il resto lo fanno gli stranieri, nella maggior parte dei casi giovani». Oltre a un letto e una doccia calda, la struttura offre anche i pasti: «Abbiamo alcuni casi di lunghe permanenze, dovute anche alla mancanza di una rete di sostegno familiare. C’è lo stesso, però, il ricambio, posti che si liberano in fretta e si assegnano altrettanto velocemente. Non possiamo rispondere a tutte le esigenze, questo no. Dobbiamo coprire anche le richieste di Cervia e Russi e non sempre ci riusciamo, anche perché non è detto che quando ci vengono segnalati i casi, come è successo di recente su alcune persone che dormivano in una colonia abbandonata, queste si presentino da noi se offriamo disponibilità».
SAN ROCCO: «BRUTTO DIRE NO»
Tutto al completo anche al dormitorio San Rocco: «Da quando sono arrivata lo scorso settembre – precisa suor Clementina Copia – la situazione è sempre rimasta questa. Noi abbiamo per i tre quarti persone straniere che arrivano dai canali più disparati, non sempre perché vengono inviate dai servizi sociali ma anche perché si presentano in parrocchia per altri motivi o sentono parlare della possibilità di avere un posto letto e una doccia. Terribile quando dobbiamo dire no per mancanza di posti. La disponibilità è di 21 letti per gli uomini e quattro per le donne». Nella mensa di San Rocco, che serve circa 200 pasti al giorno tra pranzo e cena, confluiscono poi, in molti casi, anche gli utenti del dormitorio: «Le permanenze non sono sempre le stesse, dipende dalle situazioni. Il turn-over c’è ma in alcuni casi dobbiamo seguire le persone lungo il loro inserimento sociale e i tempi si allungano».
VIA TORRI: «SATURI»
Al limite anche il dormitorio di via Torre, vicino al Centro iperbarico: «A partire da metà gennaio, abbiamo sempre utilizzato tutti i 20 posti, in qualche occasione anche i due di emergenza – racconta Mauro Paolucci, responsabile per la cooperativa Progetto Crescita -. Negli ultimi mesi del 2018 capitava di assegnare un posto che poi, durante la settimana, si svuotava. Ora no: il lunedì riempiamo e rimaniamo nella stessa situazione fino al week-end. C’è chi aspetta fuori fino alle 21,30, quando chiudiamo, per provare a ottenere un letto e una doccia. Questo è un dormitorio maschile, offriamo anche tè caldo, latte, frutta e biscotti sia a colazione che la sera». Nel caso dovesse presentarsi un’emergenza freddo, Progetto Crescita dovrebbe sforare i limiti per accogliere qualche persona in più: «Una stanza da quattro diventerebbe da sei, nel ballatoio finirebbe magari un letto».