Ravenna, Barattoni, candidato unico alla segreteria Pd: "Ambiente, cultura e sociale al centro del programma"

Romagna | 28 Ottobre 2017 Politica
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Samuele Staffa - «In un momento in cui soffia forte il vento dell'antipolitica e di chi mal cela l'assenza di un progetto di governo dietro la propaganda contro il più debole, meglio se diverso, vogliamo dare valore alla politica e alla comunità». Non ha sfidanti Alessanro Barattoni, 34enne ravernnate, uscirà dalla assemblea provinciale del Partito democratico di lunedì 30 ottobre lla guida della segreteria proinciale. La sua è una candidatura unica, ma la sfida è proprio quella di fermare le forze centrifughe che hanno visto diversi militanti, nel corso della primavera, emigrare verso sinistra.
Quali sono, secondo lei, le priorità del Partito democratico ravennate su cui lavorare fin dalle prossime settimane?
«Vogliamo dimostrare, a partire dalla quotidianità, la necessità e l'opportunità di un partito moderno, il cui costante obiettivo sia innalzare la frontiera dell'innovazione, accrescendo al contempo il livello di coesione della sua comunità. Proprio comunità e innovazione sono i due concetti centrali di questa mia proposta: comunità perché è la forma più alta e consapevole del vivere insieme, una dimensione che presuppone partecipazione, responsabilità, identità e inclusione. Innovazione invece perché è il motore di qualsiasi sviluppo: sia economico, che sociale che politico. In un momento nel quale governare bene non basta più, nel quale a sempre più livelli si fa politica da volontari e l’età media nella pubblica amministrazione è sempre più alta, è necessario che l’innovazione possa partire da un partito forte, pensante, con le spalle larghe, fatto di persone e fatto con le persone, che si ricavi i suoi spazi politici provando ad impostare temi, posizioni, battaglie culturali sul medio lungo periodo, per affiancarsi ai suoi sindaci e amministratori. Un partito che deve saper essere umile, capace di ascoltare veramente, di pensare, proporre e saper ammettere e correggere i propri errori. Ma non solo. Per essere utile un partito deve essere anche inclusivo, plurale e aperto, in grado di mettere in moto una mobilitazione cognitiva, promuovendo un confronto pubblico tra iscritti e simpatizzanti che sia in grado di attrarre, aggregare e organizzare quelle energie e competenze che non sono prerogativa di un gruppo ristretto, bensì diffuse tra tanti. Nel breve periodo la priorità sarà sicuramente quella di approfondire la mia conoscenza dell’intero territorio provinciale e di creare un gruppo di approfondimento che studi e si confronti su quanto fatto dai nostri governi in questi anni. È importante affrontare la prossima campagna elettorale con una conoscenza approfondita di quanto fatto, con la capacità di valorizzare il tanto di buono prodotto e quella di riconoscere alcuni errori commessi. Arriveremo alle prossime elezioni politiche come partito che ha governato in coalizione questo paese e che, nonostante questo, è stato capace di produrre riforme importanti».
Come pensa di recuperare i molti tesserati che si sono allontanati negli ultimi anni?
«Un partito come il nostro, che funziona e raccoglie risultati importanti sia elettoralmente sia come espressione di classe dirigente diffusa laddove c’è una forte coesione sociale, mentre fatica dove i tessuti sociali sono fragili e sfilacciati, deve innanzitutto far sentire parte di una comunità politica i suoi amministratori, i suoi segretari, i suoi militanti e volontari. È importante dare valore alla politica e alla comunità a partire da chi ogni giorno è in prima linea a rappresentaci, chi come amministratore, chi come segretario di circolo, chi come simpatizzante o volontario del nostro partito. La compartecipazione progettuale nella formazione, nella ricerca e nella sperimentazione devono essere la base del coinvolgimento dei nostri iscritti ed elettori. Ogni persona deve sentirsi parte attiva ed utile di un grande progetto politico e di comunità dal quale parta la necessaria innovazione».
Qual è la traccia più importante che, secondo lei, lascia Eleonora Proni alla segreteria provinciale Pd?  
«Devo sicuramente ringraziare Eleonora per aver guidato in questi mesi il partito con generosità, equilibrio, sensibilità e decisione. È una grande responsabilità, a livello umano e politico, raccogliere il suo testimone. Ha gestito molto bene la situazione difficile dell’ultimo anno e ha dimostrato di essere capace di confrontarsi e di gestire una dialettica interna vivace ma reggendo anche l’urto della scissione che è avvenuta. Il suo contributo è stato attento e rispettoso dei territori, riconoscendo il valore dell’unità».
Quali criteri utilizzerà per comporre la nuova segreteria provinciale? Cambierà qualcosa nell’organizzazione del Pd della provincia e della Romagna?
«Nella segreteria cercherò di dare rappresentanza a tutti i territori, valorizzando le tante competenze e le buone pratiche che ho avuto modo di conoscere nelle varie assemblee congressuali che ho fatto in questi giorni. Fortunatamente sono competenze intergenerazionali, interdisciplinari e diffuse nelle varie aree della provincia. Questo ci permetterà di studiare e lavorare sia sull’organizzazione che nella “produzione del pensiero”. Ci saranno 3 temi fondamentali. Ambiente, inteso non solo come tutela ma come valorizzazione del patrimonio naturalistico, prevenzione e capacità di ridisegnare le nostre città e frazioni per renderle maggiormente resilienti a quegli eventi che una volta erano straordinari, ed ora per via di mutamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti, sono purtroppo frequenti. Altro tema sarà la cultura, seme per il futuro. Abbiamo amministrazioni che nonostante la crisi non hanno mai smesso di investire in cultura. Ultimo tema è la cura delle persona che vuol dire educazione, sanità e sicurezza: la presa in carico dei problemi delle persone. C’è molto da fare ma ho trovato tanta voglia di lavorare e di mettersi a disposizione. Vorrei un partito utile, di persone e per le persone».
 
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