Ravenna, Appello Cagnoni, l'avvocato dei Ballestri: "L'imputato era lucido, non serve una perizia psichiatrica"

Romagna | 26 Settembre 2019 Cronaca
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E' in corso, a Bologna, davanti alla corte d'appello presieduta da Orazio Pescatore, la seconda udienza del processo di secondo grado per Matteo Cagnoni, condannato a giugno dello scorso anno all'ergastolo per l'omicidio della moglie Giulia Ballestri. Dopo la requisitoria del pg Gianluca Chiapponi e dopo aver ascoltato le parti civili nella giornata di ieri, oggi è la volta dell'avvocato della famiglia Ballestri, Giovanni Scudellari e della difesa dell'imputato, l'avvocato Gabriele Bordoni. Come ieri l'imputato non è presente in aula per le sue precarie condizioni psico fisiche.

Scudellari ha ripercorso la brutalità di un killer che non ha "solo" voluto ammazzare la madre di tre figli, una donna di soli 39 anni, ma s'è accanito più volte sul suo volto. "L'ha torturata come fece il canaro della Magliana con la sua vittima. Le ha sbattuto più volte il viso contro lo spigolo del muro dello scantinato proprio a voler cancellarlo il viso della donna che non lo voleva più. E non si tratta dell'impeto di un minuto, ma di un'azione premeditata visto che il giorno prima dell'omicidio aveva portato nella villa l'arma del delitto, un bastone lungo mezzo metro e duro come il marmo. Un'arma con la quale ha infierito perchè nel momento in cui Giulia poteva ancora essere salvata lui si è accanito ancora di più". Per Scudellari non ha senso che Cagnoni venga sottoposto ad una perizia psichiatrica perchè più volte, nelle udienze del processo di primo grado s'è fatto riferimento alla sua personalità narcisista, ma nessuno degli psicologi ascoltati ha parlato di fenomeni dissociativi. Anzi, ha sottolineato l'avvocato, Cagnoni ha descritto con lucidità ciò che è accaduto la mattina di quel tragico 16 settembre.

Il legale di Cagnoni, l'avvocato Bordoni ha invece, cercato di far cadere le aggravanti di premeditazione e crudeltà puntando su una serie di azioni "incoerenti" che nessun omicida avrebbe compiuto. Ha spiegato che tutti i medici sanno che le tracce ematiche possono essere rilevate anche dopo essere state ripulite dunque non aveva senso portarsi dietro dell'acqua per "sistemare" la villa dopo l'assassinio. Senza alcun senso anche la scelta di lasciare il bastone, l'arma del delitto in casa o di rimettere l'allarme prima di uscire e ancora andare all'aeroporto di Bologna senza biglietto. E ancora ha insistito sulle diverse zone d'ombra del processo di primo grado, sul fatto che servano prove sicure per fugare ogni ragionevole dubbio. L'allarme funzionava quella mattina? A chi appartiene il dna maschile trovato sotto le unghie di Giulia? Qual è l'orario esatto della sua morte? Bordoni spiega che se davvero Cagnoni avesse ucciso la moglie avrebbe compiuto talmente tante azioni incoerenti che una perizia psichiatrica è più che mai necessaria per sottoporlo, eventualmente ad un trattamento di rieducazione ed adeguato al disturbo di cui soffre piuttosto che ad un trattamento repressivo. Ora la corte dovrà decidere se far sottoporre l'imputato alla perizia o, rigettando la richiesta della difesa, potrebbe arrivare alla sentenza.
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