Riccardo Isola - Chiuso il 2022, anno fortemente caratterizzato da quel che viene definito «effetto climatico», il mondo della vitivinicoltura romagnola tira le somme. Lo fa con una delle voci più autorevoli e competenti del panorama regionale e non solo. Francesco Bordini, agronomo e vigneron in quel di Modigliana, precisamente con Villa Papiano. «Il 2022 è partito con freddo e neve a inizio gennaio riducendo le apprensioni per una annata che sembrava poter essere troppo precoce e troppo calda. L’inverno - sottolinea Bordini - è stato comunque tendenzialmente siccitoso, simile agli anni 2017 e 2019 e di poco meglio delle critiche 2002, 2007 e 2012». Con l’arrivo della primavera «le piogge - spiega Bordini -hanno mitigato le apprensioni per la siccità. Il ciclo vegetativo della vite è partito in linea con la media storica, scongiurando i rischi di brinate. La fioritura è avvenuta in linea con la media storica, in generale con una elevata presenza di grappoli seppur con qualche apprensione per le colature fiorali su alcune varietà o nei campi particolarmente esposti a siccità nella precedente annata Il decorso ambientale della primavera ha indotto un buon rigoglio vegetativo ed apprensioni per l’oidio. Da metà maggio gli anticicloni africani, caldi, umidi e con modeste escursioni termiche: hanno messo a dura prova non solo l’agricoltura ma l’intera montagna». Nonnostante questo l’agronomo evidenzia come «la vite ha sopportato meglio di quanto di potesse immaginare, facendo probabilmente tesoro delle precipitazioni di inizio maggio, seppur con una fortissima accelerazione nelle dinamiche di maturazione. Le piogge sono arrivate abbondanti a metà agosto riportando non solo umidità al suolo ma anche escursioni termiche, brezze e trasparenza del cielo: un anticipo di autunno arrivato repentinamente su uve già ampiamente invaiate ed in molti casi molto prossime alla raccolta».
Sulla vendemmia questa «è iniziata per le uve bianche e rosse più precoci il 22 agosto, confermando la tendenza alla precocità delle ultime annate. Accettabili le rese poiché i grappoli seppur leggeri erano numerosi». Nello specifico delle uve quelle bianche «sono giunte a maturazione molto colorate e con acini piccoli, discreti ph, buone intensità aromatiche. Le uve rosse e in particolare il Sangiovese – prosegue - hanno ben sopportato il calore estivo, con modesti casi di scottature ed appassimenti. Negli areali più caldi, più prossimi al mare e sui suoli più calcarei o argillosi la vendemmia è iniziata nell’ultima decade di agosto con buoni parametri analitici e colori vivi seppur con qualche apprensione per la qualità dei tannini. Negli areali più freschi le piogge di agosto hanno allungato i tempi tra invaiatura e maturazione, spesso superando i 45 giorni, creando le condizioni per una annata che seppur intensa ha comunque eleganza tannica, fragranza e lampi salini. L’annata sarà molto meglio di quanto si poteva prevedere, con probabili affinità alla vendemmia 2015».