Lotta greco-romana, per Timoncini prima viene la salute: "La mia nuova strada per Tokyo"

Romagna | 29 Giugno 2020 Sport
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Gabriele Cocchi
Il lottatore faentino Daigoro Timoncini ha finalmente cominciato la fisioterapia dopo l’intervento chirurgico dello scorso 20 maggio alla spalla destra: «Premesso che la condizione era buona in vista dei due ultimi tornei di qualificazione olimpica, mi capitava di accusare a volte dolore e quindi ho approfittato per risolvere il problema andando sotto i ferri del dottor Porcellini, che in questo campo è un luminare, operandomi in una clinica di Bologna».
Di cosa si trattava esattamente?
«Sono stato operato alla spalla destra, precisamente al cercine glenoideo, che è un anello fibroso dell’articolazione omero-spalla che permette alla spalla una vastissima gamma di movimenti. L’intervento è riuscito bene, ora inizierò la fisioterapia che svolgerò per circa tre mesi e nello stesso tempo curerò la preparazione fisica di fondo con esercizi tipo corsa e ripetute. Se tutto proseguirà al meglio conto di ritornare sulla materassina verso ottobre, ma sarà il dottore a scandirmi le varie tappe di avvicinamento. Dopo l’ufficialità del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo al 2021 ho iniziato a programmare il futuro in modo da farmi trovare pronto per i due tornei di qualificazione olimpica che furono rimandati per l’emergenza coronavirus, quello di Budapest ed eventualmente quello di Sofia che assegnerà gli ultimi lasciapassare e sarà una specie di ultimo appello. Ecco quindi la decisione di intervenire sulla spalla, in modo di avere davanti il tempo necessario per rimettermi al meglio e presentarmi in buona condizione ad inizio anno, così da avere davanti un paio di mesi dove posso disputare alcuni incontri di avvicinamento ai tornei olimpici che inizieranno a marzo e dove voglio essere al top. In entrambi si qualificheranno i primi due e quindi occorrerà raggiungere la finale: non sarà facile, ma sono fiducioso ed ottimista»
Obiettivamente, per le sue possibilità di raggiungere Tokyo, ritiene di averne più ora che ha «aggiustato» la spalla? O sarebbe stato più semplice se non fosse scoppiato il Covid?
«Bella domanda, a cui è difficile rispondere. Posso dire che al momento del torneo ungherese poi annullato ero in buona condizione, ma cosciente che la spalla dava qualche noia. L’anno prossimo potrei reggere meglio l’anagrafe e non avrò problemi alla spalla. I fatti diranno se avrò fatto la scelta giusta, ma una cosa è certa: visto il rinvio di un anno dei Giochi, questa è diventata la decisione più logica e quindi nessun rimpianto. D’altronde con la situazione di contagio globale che si era creata, il rinvio penso sia stata una saggia decisione perché non vi erano altre scelte praticabili. Poi mi rendo conto che, non essendo giovanissimo, questa decisione non gioca certo a mio favore, ne sono perfettamente consapevole ma di fronte alla salute non bisogna essere egoisti».
Lei punta alla quarta Olimpiade dopo Pechino, Londra e Rio.
«Le Olimpiadi sono un grande sogno e nelle precedenti edizioni sono tornato a casa con l’amaro in bocca. Dopo Rio la delusione era tanta ed avevo un grande bisogno di staccare la spina, poi ho ripreso con calma a combattere e mi sono ritornati gli stimoli giusti e soprattutto dentro di me ho sentito l’esigenza di riprovarci proprio perché, se riuscirò ad arrivare a Tokyo, darei tutto per saldare quel conto nel migliore dei modi. Andrò avanti sempre con obiettivi: ora la fisioterapia per recuperare al meglio ed intanto curare la preparazione fisica senza combattimenti, per poi tornare a prendere confidenza con la pedana, per arrivare infine alla cosa più importante che è quella di farmi trovare pronto quando sarà il momento e provarci facendolo al massimo delle mie possibilità. Una cosa è certa, anche se rimandate al 2021 ed anche con un anno in più metterò anima e corpo per cercare di conquistare l’accesso olimpico».
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