IL CASTORO | Sugli alluvionati gli enigmi della Sfinge
Simona Farneti
Milioni sono i fondi stanziati, il prezzo da pagare per beneficiarne è fare i conti con una complessa burocrazia. È passato un anno dall’alluvione che ha coinvolto l’Emilia-Romagna nel maggio 2023, ma per le persone colpite la strada sembra ancora in salita. Delle 647 aziende faentine che hanno fatto domanda al bando della Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara, per beneficiare dei contributi a fronte dei danni subiti, solo 7 a inizio maggio avevano completato la procedura per l’erogazione dei fondi.
Basta questo semplice dato per comprendere quanto sia macchinoso accedere ai ristori del governo attraverso il portale Sfinge. «È una piattaforma che ha funzionato molto bene con le pratiche del terremoto in Emilia del 2012 - spiega Paolo Calvano, assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna -, consentendo di riconoscere il contributo al 100% a migliaia di famiglie. Per questo, da subito abbiamo proposto al Governo di usarla anche per l’alluvione. All’inizio ci hanno ignorato, ma dopo qualche mese il commissario Figliuolo ne ha riconosciuto la validità».
Alla piattaforma Sfinge si accede tramite Spid e, dopo avere completato i dati mancanti e aggiunto l’anagrafica del beneficiario, si procede presentando l’istanza per l’immobile danneggiato. Non è quindi il funzionamento della piattaforma, completa di tutorial, a essere messo in discussione, bensì i rallentamenti riscontrati nelle modalità di presentazione della domanda. «I soggetti preposti alla fase istruttoria stanno praticamente vessando i cittadini, chiedendo loro di produrre una mole di documentazione che, a turno, si presenta di difficile reperimento, non indicata in ordinanza o di non chiara individuazione» si legge in una lettera scritta da alcuni cittadini faentini e pubblicata sul gruppo Facebook Sei di Faenza se…
Ad aggiungere un ulteriore elemento è Nicola Montini, architetto faentino che, come professionista, si occupa di redigere la pratica, comprensiva della perizia, così come dell’invio e della gestione di eventuali integrazioni, accompagnando tutti coloro che si rivolgono a lui per richiedere un rimborso danni che vada oltre al contributo d’immediato sostegno. «Le lentezze riscontrate - spiega - erano anche legate alla necessità da parte dei tecnici di rivolgersi agli appositi sportelli per avere dei chiarimenti sulla procedura, evitando così di esporsi a errori e inficiare l’iter della pratica. Da poco è però possibile rivolgersi, per un aiuto nella fase pre-istruttoria, a un ufficio sito in via XX Settembre, che, su prenotazione, permette di avere un colloquio diretto con la struttura commissariale e con Invitalia (agenzia governativa costituita come spa e partecipata interamente dal Ministero dell’economia e delle finanze, nda). Inoltre, la recente revisione dell’ordinanza sembra avere risolto il grosso dei dubbi, non potendo in ogni caso coprire lo scibile delle casistiche edilizie».
«Raccogliendo i suggerimenti di tanti cittadini e di tante imprese - spiega a tal proposito l’assessore Calvano - abbiamo proposto al Commissario di apportare alcune modifiche nella presentazione delle istanze di rimborso per i danni e così è accaduto: siamo soddisfatti».
«Una buona notizia per gli alluvionati», a detta di Montini, ormai stanchi e insofferenti per le lungaggini dell’iter. Già visibili i primi risultati: in seguito alla revisione dell’ordinanza, la percentuale degli aventi diritto che ha presentato l’istanza è aumentata, raggiungendo il 15%. «Ho tuttavia notato - racconta l’architetto - che, per importi bassi, diversi soggetti hanno rinunciato a presentare richiesta di rimborso, propendendo per l’opzione della detrazione fiscale».
Sul ritardo nell’erogazione dei fondi, poi, Calvano si esprime con decisione: «Da quasi un anno assistiamo a una scelta clamorosa da parte del governo: è incredibile che non sia previsto il risarcimento dei beni mobili danneggiati dall’acqua, ovvero di arredamenti, cucine, elettrodomestici e tutto ciò che è stato distrutto dall’alluvione. Come si può promettere rimborsi al 100% senza includere questi danni?» si chiede». L’assessore si augura poi che sia da escludere un tentativo del governo di centro-destra di affossare la capacità di gestione della problematica da parte della sinistra in Emilia-Romagna, in quanto sarebbero le famiglie e le imprese colpite a pagare il prezzo di un tale gioco politico e «nessuno - sottolinea Calvano - può mettere in discussione il nostro impegno e la disponibilità a collaborare offerta al governo fin dall’inizio, senza farne mai polemica politica. Per quanto ci riguarda - conclude -, posso assicurare una cosa: non molleremo di un millimetro finché l’ultimo euro non verrà risarcito alle famiglie e alle imprese, come promesso dalla premier Meloni durante la sua visita in Romagna dell’anno scorso».