I «nostri» a Sanremo: Claudio Dirani coi Modà, Anthony Papa alle acconciature e Franco Fussi... ai pit stop!
Federico Savini
Chi più chi meno, sono tutti dei veterani e porteranno la loro professionalità fuori e dentro il teatro Ariston. Sono almeno tre i ravennati che da martedì 7 a sabato 11 febbraio saranno a Sanremo per il Festival della Canzone Italiana e non ci saranno solo come spettatori. Il lughese Claudio Dirani tornerà infatti a sedere dietro le pelli dei Modà sul palco più bollente d’Italia, mentre l’hair-stylist suo compaesano Anthony Papa lavorerà proprio dietro le quinte delle manifestazioni televisive Rai connesse al Festival. Dal canto suo, il celebre foniatra ravennate Franco Fussi tornerà all’Ariston ai «pit stop» di molti cantanti in gara.
CLAUDIO DIRANI
Il Festival 2023 assume fin d’ora un’importanza enorme per i Modà, il cui ritorno in gara a dieci anni dall’ultima volta è forse il più atteso fra i numerosi di un’edizione che porterà avanti il processo di rinnovamento del roster avviata da Baglioni e fatta culminare da Amadeus, ma recuperando tra i big in concorso anche nomi (e ritorni) eccellenti dal passato come ad esempio Giorgia, Gianluca Grignani, Paola & Chiara, gli Articolo 31 e Marco Mengoni. Eppure i Modà, che dal 2008 hanno alla batteria il lughese Claudio Dirani, saranno all’Ariston per riscattarsi, dalla repentina sparizione dai radar che è seguita ad anni di enorme successo.
E sì che i Modà a Sanremo hanno alle spalle una storia di successi: tre partecipazioni di cui due a podio. Nel 2011 arrivarono secondi in coppia con Emma Marrone, mentre nel 2013 giunsero terzi. Anche per questo la band si presenta come la vera incognita del Sanremo 2022.
FRANCO FUSSI
«È la mia quinta-sesta volta all’Ariston, la prima di ritorno dopo la pandemia». Ranco Fussi, il celebre foniatra ravennate che segue da vivo moltissimi cantanti, curandone la «salute vocale» passerà la settimana di Sanremo dietro le quinte dell’Ariston, che notoriamente non sono molto spaziose. «Non c’è una vera area per me e la mia squadra - racconta Fussi -, spesso ci dividiamo gli spazi coi giornalisti. La mia presenza è richiesta a cantanti e case discografiche e insieme ai cantanti curiamo il training pre-performativo, il riscaldamento vocale o altro. Ad esempio un anno corsi in albergo da Loredana Berté che aveva un problema vocale da risolvere in breve tempo».
È quasi inutile mettersi a elencare con quali cantanti lavorerà Fussi quest’anno, anche perché si tratta di una lista per così dire «malleabile» e poi «di fatto ne conosco una dozzina - dice lui stesso -, quasi la metà di quelli in gara. Sicuramente seguirò Mengoni, Colapesce Dimartino, Mara Sattei, Tananai, Rosa Chemical e Anna Oxa».
Quanto al ringiovanimento dei roster promosso da Baglioni e Amadeus in questi anni, Fussi non ha dubbi: «Si è molto arricchito il ventaglio degli stili canori che ascoltiamo a Sanremo. Assecondando le logiche dell’era digitale, sono cadute le barriere stilistiche del passato e il classico “stile sanremese”, che è esistito eccome, è praticamente un ricordo della passo, o comunque di sicuro non domina più il Festival. I criteri di valore e di giudizio cambiano a seconda dello stile, e ogni stile ha i suoi codici. Per esempio il tanto vituperato auto-tune è, di per sé, uno strumento. Senza dubbio può essere un bell’aiuto artificiale sui limiti dell’intonazione, ma la musica che ne fa largo uso di solito non prevede che l’intonazione sia la principale caratteristica di chi canta. In qualche caso ci può essere anche chi sceglie deliberatamente di essere stonato».
ANTHONY PAPA
«La mia prima esperienza a Sanremo è del 2020 e quest’anno lavorerò dietro le quinte delle produzioni Rai con Al Pacino Lookmaker. So già che saranno giornate di lavoro intensissime ma anche molto importanti e certamente memorabili». L’hair stylist lughese Anthony Papa tornerà anche quest’anno nella Città dei Fiori per curare le acconciature non solo dei cantanti del Festival della Canzone Italiana, ma di tutti i personaggi che si avvicenderanno nelle trasmissioni Rai puntate sull’evento canoro dell’anno. «Con Al Pacino Lookmaker lavoreremomo proprio per la Rai - spiega Anthony Papa -, quindi dietro le quinte dell’Ariston ma anche di programmi come La Vita in Diretta e altri. Il Festival è una cosa enorme e piena di imprevisti da gestire all’ultimo minuto, quindi si tratta di un lavoro più simile al salone da parrucchiere che non alla sfilata. Questo perché una sfilata, così come può essere un programma televisivo meno complesso di Sanremo, è qualcosa che si riesce a programmare. In genere uno stilista fornisce indicazioni preventive sui capelli che quali sempre riguardano tutte le persone che sfileranno, e quindi c’è un’organizzazione preventiva abbastanza solida. A Sanremo invece entra in gioco un altro tipo di professionalità, simile appunto a quella del salone. Senza preavviso ti viene affidata una persona da pettinare e vanno esaudite le sue richieste, in tempi piuttosto rapidi. La prontezza e la capacità di ascolto sono le cose più importanti. Chiaramente poi dipende sempre dalle esigenze di chi pettini, e quindi capita chi ti fornisce indicazioni precisissime ma anche chi, come ad esempio Lewis Capaldi, che pettinai a Sanremo nel 2020, che ti dà carta bianca».