Giordano Sangiorgi del Mei in audizione al Senato sui problemi del settore musicale

Romagna | 13 Novembre 2020 Cultura
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Federico Savini
«Senza sostegni diretti dello Stato, a novembre 2021 lo scenario musicale sarà dominato da sole multinazionali. Vale per la discografia, lo streaming e i concerti. Non ci sarà nessuno spazio per chi viene dal basso e per le multinazionali questa congiuntura è un’occasione d’oro». Che si agitino problematiche di grande rilievo anche al di sotto della mareggiata di ordine principalmente sanitario che ha travolto il mondo per via del Coronavirus, ne sono convinti molti e fra questi c’è il faentino Giordano Sangiorgi, storico patron del Mei che martedì 10 novembre ha parlato commissione cultura del Senato in un’audizione sui problemi del settore musicale, in qualità di rappresentante del coordinamento Stage! che raggruppa di decine di enti nati da operatori della musica e non solo.
«Innanzitutto ho sottolineato al Senato che il settore dello spettacolo dal vivo - racconta Sangiorgi -, nonostante sia stato messo in ginocchio, ha dimostrato grande capacitò organizzativa e senso di responsabilità, tanto che su 350.000 spettatori fra giugno e ottobre è stato registrato un solo caso di contagio».
C’è stata una grande solidarietà per gli artisti, che hanno comunque subito una nuova «serrata» dettata dalla necessità di disincentivare le occasioni sociali. Ma i ristori basteranno?
«Si parla di 80% di eventi in meno in un anno, con una perdita di fatturato del 90% e la presumibile chiusura entro fine anno del 50% delle aziende della filiera. I provvedimenti adottati fin qui ci sembrano lontani dall’essere sufficienti, sia dal punto di vista economico che della ripartizione delle risorse».
Cosa si dovrebbe fare?
«Come coordinamento abbiamo indicato molte misure, sia in termini di tavoli di crisi che di sostegni pubblici a fondo perduto, i cui criteri andrebbero modificati perché quelli già assegnati si basavano sugli introiti primaverili ma in questo settore è l’estate la stagione dei guadagni che sostengono l’annata. Fra le altre misure abbiamo sollecitato un tavolo di confronto con la Rai e i media nazionali, che potrebbero inserire in palinsesto artisti indipendenti, e pensiamo che i sostegni ai lavoratori dello spettacolo andrebbero protratti almeno fino al marzo 2021. Ho poi sollevato in audizione alcune questioni “storiche” come il riconoscimento d’indennità di malattia, Naspi e altri ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori dello spettacolo, oltre a rinnovare l’attenzione sul copyright, questione centralissima con le multinazionali dello streaming e per la quale esiste una direttiva UE dell’anno scorso da adottare al più presto».
Sui concerti?
«Soprattutto occorre una semplificazione burocratica e uno sconto sul diritto d’autore per chi organizza piccoli eventi e il Pubblico dovrebbe dare sostegno sinergico abbattendo i costi di allestimento degli eventi. Per i locali che propongono intrattenimento e spettacolo andrebbero favorite misure per il mantenimento dell’occupazione, oltre alla sospensione delle esecuzioni immobiliari fino alla fine dell’emergenza sanitaria».
Idee specifiche per il nostro territorio?
«Ho segnalato a Roma il progetto che portiamo avanti con l’assessore Felicori, quello cioè di utilizzare le sedi regionali della Rai per fare programmi tv e radio attraverso i quali diffondere musiche prodotte in regione. Aiuterebbe gli artisti ad avere introiti dai diritti d’autore, perché normalmente dalla programmazione dei grandi media guadagnano solo i Big, gli unici che possano superare agevolmente lo stop dei concerti, perché è il palco quello permette agli indipendenti di vivere di musica. Abbiamo avanzato anche la proposta di attivare un bando per realizzare videoclip delle città turistiche. Una cosa che da una parte permetterebbe a tanti artisti di lavorare, e dall’altra promuoverebbe turisticamente i territori per quando si potrà ricominciare a viaggiare».

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