Giocare in cortile, a Ravenna al via la rivoluzione nei condomini

Romagna | 18 Maggio 2019 Cronaca
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I bambini non scendono più in cortile a giocare. I genitori, altrettanto spesso, per non avere problemi con i vicini relegano i figli in casa. Ma così facendo, il gioco libero all’aperto si sta estinguendo. Questa la battaglia che sta portando avanti un gruppo di associazioni ravennati, le stesse che organizzano l’appuntamento annuale con la Festa del diritto al gioco (in programma il 26 maggio al parco Mani Fiorite di via Caorle): Lucertola Ludens, Dalla Parte dei Minori, La Ruota Magica, Arci provinciale, Marinando con la presenza dell’Unità pedagogica del Comune di Ravenna. «Anni fa – spiega Renzo Laporta che fa parte anche della Libera Università del Gioco – abbiamo condotto un’indagine sugli ostacoli al gioco all’aperto, rilevando il punto di vista dei bambini. Tra i problemi principali che sono emersi, i vicini di casa. Stiamo raccogliendo i regolamenti e i racconti delle persone, per fare emergere con evidenza il tema. Sappiamo di situazioni anche estreme nelle quali non si tollera la presenza dei bambini nonostante, per legge, siano fruitori degli spazi comuni al pari dei grandi». Per Laporta,  le conseguenze sono potenzialmente molto vaste: «Per evitare problemi, i bambini rischiano di non essere mandati giù a giocare, perdendo molti vantaggi in termini di qualità del gioco e delle relazioni. Il cortile è sinonimo di salute: disimpegna i bambini dalle fitte agende che spesso caratterizzano le loro settimane,  evita che il loro tempo venga monopolizzato dalle tecnologie».

«IL BUON SENSO DI UNA VOLTA»
Una battaglia che vede in prima linea anche Gabriele Currà, presidente provinciale di Anaci, l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari: «Farò il possibile per correggere le situazioni che escludono o vincolano il gioco dei bambini sia nei cortili che negli spazi comuni. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra le esigenze dei condomini e il bisogno dei bambini di giocare in libertà. Il nostro ruolo si limita a proporre modifiche ai regolamenti ma vorremmo che passasse di più l’idea di un cambio culturale, la valorizzazione del gioco dei bambini, che è un beneficio per tutti e non un motivo di scontro tra grandi e piccoli. Purtroppo, al momento, notiamo che le persone più anziane, da cui forse ci si aspetterebbe maggiore comprensione, sono quelle che più spesso subiscono quelle situazioni in cui i bambini giocano negli orari non considerati consoni, o invitano altri bambini dall’esterno, o fanno giochi che non piacciono». Cose che, fino a qualche decennio fa, erano più che normali: «Le aree dei condomini sono sempre state private ma una volta prevaleva il buon senso: era difficile che il vociare dei bambini in cortile desse fastidio o fosse segnalato, così come nessuno si lamentava se un bambino di un condominio invitava gli amici nel cortile di casa sua». Secondo il presidente, dunque, è tutta questione di equilibrio: «Penso che nel Ravennate il percorso che stiamo per intraprendere possa trovare spazi di manovra. Ci interessa prima di tutto far capire che è nell’interesse di tutti promuovere il gioco libero dei bambini».

«DIRITTO NON ESERCITATO»
Gioco il cui diritto è sancito anche a livello legislativo, se non fosse per la scarsa applicazione che certi principi hanno, poi, sul piano reale. Ne è convinta Monica Miserocchi, avvocato e membro dell’associazione «Dalla parte dei minori»: «La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia mette nero su bianco tutto questo discorso, peccato che le norme interne dei paesi firmatari, in questo caso l’Italia, non lo recepiscano. Nelle aree private e condominiali, di consegiuenza, ci sono molte difficoltà nel permettere l’esercizio del diritto al gioco. Non a caso molti cortili sono adibiti a parcheggi. Serve una mentalità nuova».
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