Faenza, un mese dopo l'incendio alla Lotras, rischi ambientali e conta degli ingenti danni

Romagna | 08 Settembre 2019 Cronaca
faenza-un-mese-dopo-lincendio-alla-lotras-rischi-ambientali-e-conta-degli-ingenti-danni
Damiano Ventura - Lotras un mese dopo., cosa è rimasto. E’ stato un evento dannoso, ma poteva andare molto peggio. E’ questa la sintesi del bilancio dell’incendio scoppiato nella notte del 9 agosto scorso alla Lotras System in via Deruta. Nel corso dell’emergenza, perdurata 11 giorni a cavallo di Ferragosto, oltre all’estenuante lavoro dei vigili del fuoco di mezza regione, chiamati a contenere le fiamme propagatesi lungo gli oltre ventimila metri quadrati di capannone, si è reso necessario anche l’intervento di numerosi altri soggetti ed enti, come il Consorzio di bonifica, la Protezione civile, l’Arpae ed altre imprese private, i quali hanno dovuto fronteggiare diverse criticità anche ambientali.

L’EMERGENZA
«Siamo intervenuti subito - spiega  l’assessore all’Ambiente del comune di Faenza Antonio Bandini - perché le sostanze oleose presenti nel capannone, dopo aver bruciato a temperature intorno ai 300 gradi sono finite nelle fogne bianche insieme all’acqua utilizzata dai pompieri. Quelle fogne finiscono in un bacino di laminazione e da li lungo i canali arrivano al mare, tra l’altro irrigando i campi per oltre 50km in direzione lineare, quindi una superficie molto ampia. Quella è stata la fase più difficile perché inizialmente qualche migliaio di metri cubi di olio si è riversato li e se non lo avessimo intercettato ed interrotto alla lunga con l’acqua dei pompieri anche il bacino sarebbe esondato».

PERICOLI PER L’ACQUA
Per bloccare la corsa dell’acqua oleosa è stato dunque fatto un bypass idraulico sfruttando un’altra conduttura, dopodiché è stata messa in atto un’operazione di pulizia consistita nel prosciugamento e nel conseguente smaltimento tramite autobotti. «Un’operazione - prosegue Bandini - che si è protratta per diverso tempo. Lo smaltimento è stato eseguito inviando le autobotti per esempio a Milano e a Pisa. Contemporaneamente, visto il fumo e la possibile produzione di inquinanti abbiamo chiesto ai vigili del fuoco un lavoro supplementare quindi loro gettavano acqua, l’acqua si disperdeva e noi la risucchiavamo. Abbiamo tenuto chiuso il canale fino a quando l’Arpae ha eseguito le analisi dichiarando l’acqua di irrigazione pulita».
Oltre all’analisi, principalmente sul livello dei fenoli dell’acqua, sono stati eseguiti campionamenti anche sulle matrici alimentari e sull’aria. «Visto l’evento il risultato è stato confortante - sottolinea l’assessore - i campionamenti dell’aria sono quelli che hanno destato più preoccupazione tra i cittadini. E’ stata fatta una rilevazione alla scuola Don Milani per un calcolo meteorologico in quanto in quella zona era prevista la ricaduta maggiore».

I DATI DELL’ARPAE
Proprio stando al rapporto di Arpae, tra i metalli presenti in atmosfera tra i quali quelli di maggiore rilevanza tossicologica (nichel, cadmio, arsenico e piombo, ndr) solo il nichel, nei primi giorni, è risultato «superiore ai parametri di confronto, ma comunque nettamente inferiore rispetto ai limiti previsti dalla normativa come media annuale». Per quanto concerne le diossine invece si è registrato un aumento delle concentrazioni a partire dal sabato, che possono essere spiegati «con un coinvolgimento nello sviluppo dell’incendio di materiali plastici contenenti Pvc». Tali concentrazioni sono comunque risultate «inferiori a quelle misurate in situazioni analoghe e giustificano un ragionevole ottimismo» considerando inoltre che nei giorni successivi i valori rilevati sono risultati più bassi e con assenza dei congeneri più tossici.

LA CONTA DEI DANNI
Ora, superata la fase di emergenza, è iniziata quella della conta dei danni. «Poteva andare veramente male per l’ambiente - conclude Bandini - ma il combinato disposto di tutte le professionalità che sono intervenute ha evitato il peggio. Il danno è difficile da calcolare, ma si parla di diversi milioni di euro sia per lo smaltimento della struttura incendiata sia per la bonifica di tutti i canali che per essere puliti dovranno essere prosciugati, scorticati, risezionati e bisognerà reinserire il corpo idraulico. Solo questo lavoro si può quantificare in circa 5 o 6 milioni di euro. Finora il comune ha agito in via emergenziale sobbarcandosi i costi di qualcun altro. Dopo aver messo in sicurezza la salute dei cittadini, la Lotras dovrà essere smaltita privatamente».
 
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-faenza-un-mese-dopo-l-incendio-alla-lotras-rischi-ambientali-e-conta-degli-ingenti-danni-n21594 004
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione