Faenza, per Gentilini dell’Osservatorio meteo «è stato un 2018 caldo e piovoso, il 2019 sarà più fresco»
Sandro Bassi - Prima di mandare in archivio il 2018, cerchiamo di tracciarne un bilancio climatico con Roberto Gentilini, responsabile dell’Osservatorio meteo «Torricelli» di Faenza. E magari anche di carpire qualche previsione per il 2019. Gentilini è un climatologo appassionato, capace di infervorarsi di fronte ad una scheda zeppa di dati termici o pluviometrici, mentre molto di malavoglia si lascia andare a previsioni. «Hanno senso nell’arco di 5-6 giorni - spiega - dopodiché si riducono a pura fantasia, o meglio: per tempi lunghi esistono vaghe linee di tendenza basate su modelli statistici. E allora per il 2019 mi sento solo di dire che statisticamente dovrà essere più fresco del 2018 e per forza: quest’ultimo a Faenza è stato il più caldo da sempre, cioè da quando esistono le osservazioni meteo, alla pari con il 2014. Soprattutto va detto che è stato l’ottavo anno consecutivo con temperature sopra la media e questo non si era mai verificato; se anche il 2019 sarà così allora prepariamoci a coltivare arance e a buttar via i cappotti perché significa che c’è davvero un mutamento climatico».
Cosa che stanno riconoscendo ormai tutti i climatologi. E’ così?
«Sì, però il clima è fatto di cicli e non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un periodo caldo. E’ però la prima volta che si registra un periodo caldo così lungo e con un’accelerazione termica così marcata. Anche alla fine degli anni ‘40 ci fu un riscaldamento, però contenuto in quattro-cinque anni. Stavolta invece non è così: da otto anni il termometro è sopra media e nel 2018 lo scarto è stato di 1.2 gradi, cioè con una media annua di 15.0 invece degli storici e canonici 13.8. Dirò di più: il dato allarmante è che negli ultimi 21 anni solo due, cioè 2005 e 2010 sono risultati sottomedia e peraltro di pochissimo».
Vediamo la piovosità…
«Nel 2018 sono caduti 856 millimetri d’acqua, cioè 100 in più della media e questo è un dato positivo. Febbraio è stato il mese più umido, con 204 mm, quasi il quadruplo della norma, mentre il più secco è stato aprile con soli 12.4, seguito dall’anomalo gennaio che ha totalizzato 17.2. Importanti sono anche i giorni di pioggia, risultati 122 cioè 10 in più della media e ben 38 in più dell’arido 2017. La massima intensità si è avuta il 7 settembre con 51.2 mm di cui 40 in meno di mezz’ora, una pioggia equatoriale. I giorni con neve sono stati 7, un valore normale, e quelli con nebbia sono stati 24, cioè il 25% in più rispetto al 2017 e in controtendenza rispetto agli ultimi anni dove avevamo constatato una drastica diminuzione di questo elemento…
Che sarà romantico, forse, ma anche molto pericoloso, no?
«I nebbioni fitti e costanti, capaci di durare oltre un mese, non li rimpiange nessuno».
Gentilini, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: nel 2018 abbiamo speso meno nel riscaldamento domestico?
«Ah certo, però questo è innaturale. Ci sono state solo 21 notti di gelo, cioè il 50% in meno del pur mite 2017».
Beh, se dura così non ci sarà più bisogno di metter dentro i gerani o le piante grasse vero?
«Se vogliamo consolarci facciamo pure, i valori termici faentini del 2018 sono risultati pari a quelli della costa molisana, dove già compaiono le palme, ma a me sembra una cosa piuttosto preoccupante».