Faenza, il delegato Ais Mirko Morini «Il vino romagnolo va bene in qualità ma manca una comunicazione più mirata»

Romagna | 07 Giugno 2025 Le vie del gusto
faenza-il-delegato-ais-mirko-morini-il-vino-romagnolo-va-bene-in-qualit-ma-manca-una-comunicazione-pi-mirata
Il nostro viaggio nel mondo del vino prosegue. Questa volta parliamo con il delegato di Faenza dell’Ais Romagna, Mirko Morini, per avere da lui una fotografia sullo stato dell’arte della vitivinicoltura territoriale.
Morini, il mondo del vino romagnolo come sta?
«Qualitativamente molto bene, ci sono prodotti di assoluta eccellenza, tra cui spiccano i Sangiovese, le Albana, i Trebbiano e i vitigni minori. Non manca anche qualche bollicina interessante. Commercialmente è un disastro. Molti (per fortuna non tutti) locali hanno dei ricarichi folli, bottiglie pagate 5 euro vendute a 30, che sommate alla preoccupazione degli alcol test (che colpiscono soprattutto il consumatore consapevole e acculturato) hanno portato ad un calo dei consumi».
Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza?
«Il rapporto qualità prezzo su tutto. Ottimi vini a costi molto più bassi rispetto ai competitor italiani di pari livello. Vini molto gastronomici e abbinabili.  Debolezza ormai un po’ troppo storicizzata è la comunicazione. Per molti italiani, il vino romagnolo è solo quello in brick».
La Romagna da oltre dieci anni ha adottato le sottozone, che valore aggiunto hanno per la conoscenza del vino di questi territori?
«Sono un’arma efficace per parlare di territorio. Le peculiarità di una sottozona rispetto ad un’altra sono la chiave di lettura per il racconto della bottiglia che si degusta. Basta che il ristoratore lo voglia fare».
Oltre alle sottozone il mondo vitivinicolo punta molto sulle Uga o Mga, in Romagna avrebbe senso adottarle? Cosa apporterebbe al racconto complessivo?
«Secondo me no. C’è molta confusione e i territori spesso sono vasti e variegati. Nel mondo globale Romagna spesso viene associata a Romania… pensiamo cosa significhi comunicare un Brisighella o un Predappio».
Secondo lei, oggi, quali sono le sottozone che più hanno compreso il valore della promozione del terroir?
«Per il racconto Modigliana su tutte, ma manca una ristorazione di livello in loco che possa aiutare a completare il racconto. Marzeno ha ottime aziende ed è trainata da un colosso qualitativo come la Fattoria Zerbina, ma sono ancora piccoli come numeri. Per l’anima pop Oriolo sta facendo un buon lavoro. Anche Predappio e Mercato Saraceno si muovono, a corrente alternata. Altre invece sono un pò dormienti vedi Bertinoro».
Quali potrebbero essere le altre realtà che potrebbero fare il salto di qualità?
«Potenzialmente Serra, Castrocaro e Mercato saraceno, ma chissà».
Il vino romagnolo è nettamente separato dallo spartiacque della via Emilia, grande produzione a nord, mirata qualità a sud. Sono identità in contrapposizione o possono entrambe aiutare il racconto della Romagna nel calice?
«Fanno due mestieri diversi, il problema è far capire al consumatore finale perché una bottiglia di Sangiovese si può trovare a 1,50 o 50 euro. Bisogna lavorare per far capire al cliente del ristorante la differenza fra un’industria e un piccolo artigiano che vinifica e racconta un territorio, ma molti non ne hanno voglia».
Perchè?
«La forza comunicativa delle grandi industrie del vino è enorme.  Ed è quello che manca alle piccole aziende artigianali».
Cosa manca per continuare a far crescere l’interesse del bere romagnolo? 
«Forse un produttore di grido che investa nel territorio, un Gaja, Antinori, ecc che possa fare da traino».
Il mondo Ais da decenni è co-protagonista di questo racconto. Qual è il segreto e perché, al di là dei corsi istituzionali, è efficace essere presenti e dinamici nel territorio nel raccontare le peculiarità enoiche?
«É’ sempre difficile, ma è molto stimolante. L’interesse nei corsi è sempre altissimo e i numeri lo confermano. Nelle nostre serate spesso facciamo il sold out. Il problema, come già detto più volte, è far capire al ristoratore che il sommelier non è un semplice cameriere del vino, ma colui che, attraverso il racconto, può far vendere bottiglie su bottiglie. Il fulgido esempio del ristorante Al Lago di Acquapartita, recente stella Michelin ne è esempio... altro problema, sono i ragazzi che effettivamente vogliono mettersi in gioco nel mondo della ristorazione, sempre più mosche bianche».
I giovani e il vino... una sfida aperta anche alla luce dei cosiddetti No.Lo o dealcolati, quali sono i suggerimenti che darebbe per far avvicinare le nuove generazione al vino?
«Penso sia un problema culturale. La mia generazione, è cresciuta a pane, zucchero e Sangiovese. Ora l’alcol è un tabù e quando i giovani si avvicinano, piuttosto vanno su altri alcolici come la birra o i drink. Serve tanto lavoro per capire che il vino, oltre che essere un alimento e un piacere, è anche un fantastico modo di portare avanti la cultura e le tradizioni di un territorio».                             
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-faenza-il-delegato-ais-mirko-morini-il-vino-romagnolo-va-bene-in-qualit-ma-manca-una-comunicazione-piu-mirata-n50491 004
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione