Faenza 2020, il dibattito, la consigliera Rontini: "Una nuova generazione in campo, serve l'entusiasmo del 2009"

Romagna | 29 Marzo 2019 Politica
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Consigliera Rontini, 10 anni fa lei era vicepresidente di «Laboratorio Faenza», associazione che rimescolò in maniera determinante gli assetti della politica faentina. Che ricordo ha di quell’esperienza?
«Bellissimo. Ricordo soprattutto le serate, in gruppo, passate a discutere, confrontarci e progettare la Faenza del futuro. E poi l’entusiasmo, che sarebbe da recuperare. L’errore fu lasciare andare, pian piano, quell’esperienza dopo l’elezione di Malpezzi. Però non ci sono persone, liste civiche o laboratori buone per tutte le stagioni: auspico che nel 2020 in campo ci sia una nuova generazione. Lavorerò in questa direzione».
«Faenza 4020», la nuova associazione che la vede impegnata, vuole esserlo in vista delle elezioni amministrative del 2020?
«Sono iscritta a “Faenza 4020”, pur non facendo parte di alcun organismo direttivo. Ho partecipato alla bella iniziativa coi sindaci Gori, Pizzarotti e Crosetto, e a qualcuna delle riunioni tematiche: vedere tanti giovani che scelgono di dedicare un po’ di tempo alla propria comunità, lavorando su cose concrete, fa ben sperare».
Alberto Morini, nell’intervista al nostro giornale, afferma che «il Pd oggi è debole» rispetto ad allora. Concorda o no? Perché?
«È un dato di fatto, basta vedere cos’è successo alle ultime elezioni regionali. Ma per ridare davvero “centralità al Pd” serve l’impegno costruttivo da parte di tutti. Nella straordinaria (e inaspettata) partecipazione alle Primarie penso ci sia la richiesta, forte, di essere l’alternativa credibile al populismo giallo-verde: il Pd non può deludere questa aspettativa, se vogliamo che la politica smetta di essere solo strumento di propaganda quotidiana».
Che giudizio ha maturato in questi anni del governo della città guidato da Giovanni Malpezzi? Lei che contributo è riuscita a dare come consigliere regionale in questi 5 anni?
«Malpezzi è stato sindaco in anni difficili, dimostrando di essere un amministratore onesto e responsabile. Ha fatto cose su cui sono molto d’accordo (Faenza, non lo ricorda mai nessuno, ha la minor tassazione della provincia sulle imprese), altre meno; ma solo chi non fa, non sbaglia. Come Regione abbiamo cercato di essere vicini ai territori e agli amministratori. E insieme siamo riusciti a trovare le risorse per realizzare importanti investimenti: dalla ristrutturazione del PalaBubani alla riqualificazione del palazzo del Podestà, dal progetto di rigenerazione urbana dell’area stazione al polo della Protezione civile, a Celle. Abbiamo investito nell’edilizia scolastica (lo Charlot è l’ultimo progetto approvato, in ordine temporale) e sulle ciclabili, a partire da quella di Borgo Tuliero. Da faentina sono orgogliosa di aver fatto approvare una legge regionale per la valorizzazione delle rievocazioni storiche, come il nostro Niballo, e mi sono battuta per la salvaguardia del Punto nascita, dove sono stati ripristinati i cesarei programmati. Ora bisogna completare al più presto i lavori al Pronto soccorso e mettere in campo alcune misure (ci stiamo lavorando con le associazioni di categoria) per dare un po’ di respiro ai negozi di vicinato».
Infine, la netta vittoria di Nicola Zingaretti al congresso del Pd, per i «renziani» della prima ora come lei, rischia di essere un problema? C’è chi pensa che dopo le Europee uscirete dal Pd...
«Sono iscritta al Pd fin dalla sua nascita: portando avanti con coerenza le idee in cui credo sono stata in maggioranza con Renzi e Veltroni, in minoranza con Bersani e lo sono di nuovo oggi, con Zingaretti. Nella vita di un partito è normale sia così, per questo non capisco la scelta di chi, nei mesi scorsi, in disaccordo con l’allora segretario, è uscito per creare l’ennesimo contenitore a sinistra. Le prossime Europee saranno importantissime in chiave anti-sovranista: sono contenta dell’impegno in prima persona di Carlo Calenda e la sera delle elezioni, se faremo meglio del 2014, mi vedrete festeggiare!». (m.p.)
 
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