F1, l'analisi di Minardi dopo il Gp dell'Emilia Romagna: «La vittoria di Imola, nel 2023 sogno 150.000 tifosi»

Romagna | 28 Aprile 2022 Sport
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Luca Alberto Montanari
«Ora posso finalmente cominciare a rispondere alle ultime mail. Me ne sono rimaste circa 300…». Gian Carlo Minardi risponde al telefono dal suo ufficio, diventato praticamente una camera di albergo nelle ultime settimane che hanno preceduto il Gran Premio del Santerno: «Quanto ho lavorato? In media - sorride il manager faentino, presidente di Formula Imola - direi dalle 27 alle 28 ore al giorno…». La fatica è stata una fedele compagna di viaggio, ma oggi Minardi non può non gongolare ripensando a un weekend durante il quale ha funzionato tutto: «Diciamo praticamente tutto, tranne le Ferrari e il meteo purtroppo…».
Minardi, qual è il suo bilancio del fine settimana più atteso da 16 anni a questa parte?
«Se un mese fa mi avessero detto che in tre giorni sarebbero entrati al Santerno la bellezza di 130.307 paganti avrei firmato non con una, ma con due penne. E’ stato un successo di pubblico clamoroso, del quale abbiamo goduto noi ma soprattutto l’intero territorio, in un momento non proprio semplice della nostra vita. C’è stata una partecipazione di pubblico meravigliosa, un pubblico d’altri tempi, che ha dimostrato al mondo innanzitutto una cosa: di essere sportivo e di avere cultura. Sapete perché?».
Perché?
«Perché negli altri circuiti nessuno rimane a guardare le gare minori di Formula 2 e Formula 3, mentre a Imola le tribune erano ancora piene. Il pubblico di Imola ha lanciato un segnale forte e lo ha fatto restando spesso sotto la pioggia…».
In effetti il meteo non vi ha aiutato.
«Non pioveva da quattro mesi e da lunedì è tornato il sole. Praticamente la pioggia è scesa solo nei giorni delle prove e delle gare».
Qual è stata la sua soddisfazione più grande?
«La correttezza e la compostezza della gente durante l’invasione, sono entrati e sono usciti educatamente. Nelle mie interviste ho sempre detto che dovevamo dimostrare al mondo di meritare la Formula 1 e direi che abbiamo dimostrato di meritare il Mondiale. I nostri commissari sportivi altamente preparati, la squadra di Formula Imola ha funzionato al 101 per cento. Alla fine ci hanno ringraziato tutti e sono andati via contenti».
Che effetto le ha fatto vedere le tribune piene dopo 16 anni?
«Non eravamo abituati. Questi sono finalmente numeri veri, non sono inventati. Imola è Imola, ora dobbiamo vedere se è possibile trattare ancora meglio i nostri amici e se sarà possibile aumentare la capienza».
Dal punto di vista sportivo non è andata altrettanto bene.
«Sono realista. Abbiamo davanti ancora 19 Gran Premi. Prendiamo quello che è venuto di buono nei primi tre, un risultato amaro ci poteva stare, Leclerc ha voluto strafare e non si è accontentato. Ha perso 7 punti, ma dobbiamo metterci in testa che la lotta con la RedBull sarà lunghissima. E quando si lotta a livello di decimi e centesimi, il minimo errore fa la differenza. Siamo 2-2 come vittorie e 1-1 come supremazia. Ora palla al centro e piedi per terra».
L’Alpha Tauri, invece, ha messo in mostra un grande Tsunoda.
«Sono contento, ha fatto la gara migliore della stagione. E’ maturato, i test a Imola gli sono serviti ed evidentemente abitare a Faenza gli permette di respirare un’aria diversa. Purtroppo è mancato Gasly, ma si rifarà».
Tornando all’aspetto organizzativo, c’è qualcosa che non ha funzionato?
«La pioggia. Ma quella non dipende da noi (sorride, ndr)».
Cosa ci sarà da migliorare l’anno prossimo?
«Faremo tante analisi in questi mesi. Di sicuro dovremo risistemare la Tosa nel periodo estivo, soprattutto la parte del prato. Ci sono lavori di bonifica importanti da svolgere nel pieno rispetto delle leggi».
Verso il 2023 qual è il suo sogno?
«Mi piacerebbe portare a Imola almeno 150.000 persone».
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