Esce l’edizione di Slow Food, ecco le eccellenze del territorio per il 2025, premiate dodici realtà romagnole
Riccardo Isola - Con l’avvicinarsi del mese delle uscite delle guide, ottobre, qualcosa inizia a trapelare dal mondo della critica enologica. In attesa, come da sempre facciamo, di sfogliare le «bibbie laiche» del sorso per rendervene conto, per ora la prima realtà che ha tolto il velo sul 2025 è la guida di Slow Food, meglio nota come Slow Wine. Si tratta di una fotografia sullo stato delle vitivinicoltura nazionale che quest’anno arriva alla sua quindicesima edizione. In totale sono state quasi 2.000 le cantine visitate. Tra i parametri identificanti l’approccio filosofico e degustativo Slow Wine c’è sicuramente un approccio green in cui vengono analizzate, recensite e premiate, le realtà che hanno smesso la pratica del diserbo chimico. Una pratica non in linea con l’impegno per un’agricoltura sostenibile che da sembpre Slow Food persegue. Inoltre, quest’anno, la pubblicazione perde la categoria del «Vino Quotidiano» per introdurne un’altra dedicata a una selezione di Top Wine che, nelle rispettive denominazioni e tipologie, offrono un prezzo eccezionale. La presentazione ufficiale della guida si terrà a Milano il 19 ottobre.
LE CHIOCCIOLE
Tra i riconoscimenti e i premi identificanti della filosofia Slow (Buono, pulito, giusto) per il 2025 la guida a livello nazionale ne assegna 245. Un simbolo che ha un valore particolare essendo anche il logo di Slow Food, la Chiocciola. «Proprio per questo motivo - scrivono i redattori - le Chiocciole sono poche, poco più del 10% delle aziende recensite in guida, con un bel turnover in questa edizione: 3 cantine la perdono e 10 la ottengono, con una distribuzione territoriale che cerca di valorizzare l’Italia vinicola nella sua interezza». Per quanto ci riguarda alla regione della via Emilia Slow wine ne assegna in totale tredici. Di queste la Romagna ne porta a casa poco meno della metà: sei. Tre sono del forlivese-cesenate, Villa Papiano di Modigliana, Fattoria Alessandro Nicolucci di Predappio e Marta Valpiani di Castrocaro Terme, due provengono dal faentino. Queste sono la brisighellese Vigne dei Boschi e l’altra è la storica cantina sulle colline di Oriolo Paolo Francesconi. Infine l’ultima è di Longiano e si tratta di Villa Venti.
LA BOTTIGLIA
Un altro premio importante che caratterizza la guida è quello identificato dal simbolo della bottiglia. Riconoscimento che viene dato alle cantine i cui vini presentati in degustazione hanno espresso una qualità eccellente. L’anno scorso c’erano, a livello nazionale, 198 Bottiglie (15 in più), ma molte delle nuove Chiocciole di quest’anno avevano già la Bottiglia in Slow Wine 2024. Tra le 183 Bottiglie di Slow Wine 2025, ve ne sono 41 nuove. Per l’Emilia Romagna gli alfieri di questo ambito sono in totale undici. Per la Romagna sono quattro. Si tratta della faentina Ancarani (Oriolo), delle due realtà di Predappio, Chiara Condello e Noelia Ricci e dell’imolese Tre Monti.
BERE SPENDENDO IL GIUSTO
Una delle novità introdotte nell’edizione del 2025 della guida nazionale è il simbolo della moneta. Un riconoscimento importante, non banale e soprattutto, in un momento storico come questo, molto utile e azzeccato per chi vuole avvicinarsi in punta di calice o comunque abbia voglia di bere bene spendendo il «giusto». Un riconoscimento che, per i curatori, ha infatti il compito di suggerire a «tutti coloro i quali vogliono comprare vini buoni, puliti e giusti» di poterlo fare «a prezzi molto vantaggiosi». Questo simbolo viene così assegnato alle cantine i cui vini presentati in degustazione hanno espresso una qualità eccellente e un ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo. Per l’Emilia Romagna, a dir la verità, non sono tantissimi, sono in totale tre, ma due di questi sono romagnoli, entrambi dell’imolese, precisamente: Fattoria Monticino Rosso e Giovannini (L’emiliana invece è La Margherita nel piacentino).