Marco Nannetti – presidente Gruppo Cevico
«Quest’anno possiamo finalmente dichiarare di essere testimoni di un sano ritorno alle vendemmie del passato. Dopo un 2017 disastroso il 2018, all’interno dei 7.000 ettari vitati dai quali provengono le uve dei soci, possiamo accertare sia un anno superiore anche al 2016 sotto tutti i punti di vista. Il 2017 non fa testo essendo stato molto negativo per cui è quasi inutile dire che la crescita sfiora abbondantemente il +30%. Uve conferite di assoluta qualità, sane e capaci di dare un vino con una bella qualità ed equilibrio finale. Per quanto concerne la quantità, questa si attesta su numeri importanti, sia per quanto riguarda la pianura che la collina. In definitiva possiamo sbilanciarci nell’affermare di riuscire ad arrivare ad una produzione finale di ettolitri di vino pari a 1,2 milioni. Per quanto riguarda le tipologie i bianchi saranno molto equilibrati, con una spiccata acidità, mentre i rossi, sempre comunque molto equilibrati, soprattutto quelli di pianura forse avranno meno struttura e gradazione, a causa di una stagione estiva molto meno aggressiva dal punto di vista climatico e delle temperature. Ripeto, finalmente siamo tornati ad affrontare una vendemmia “vecchio” stile. Siamo molto soddisfatti per ora e soprattutto per una vendemmia che per alcune tipologie, le cosiddette precoci, è iniziata il 6 agosto, per concludersi con le uve Sangiovese raccolte a piena maturazione fenolica. Gli ultimi conferimenti, infatti, li abbiamo avuti fino a venerdì 13 ottobre. Un segnale di normalizzazione che ci fa ben sperare nel risultato finale».
Carlo Dalmonte – presidente Caviro
«La sfida per questa vendemmia 2018, in tutte le sette regioni nelle quali siamo presenti, sarà quella di omogeneizzare il più possibile il rapporto tra volumi e valori. Non in tutto il territorio nazionale la situazione è simile e speculare. Per la Romagna l’anno è stato sicuramente molto positivo e importante in termini di quantità e la stessa cosa si può affermare per la qualità delle uve e quindi del vino. Non essendo produttori la sfida vera sarà quella di rendere una stagione da record in un’efficace commercializzazione del prodotto. Sappiamo, e non possiamo nascondercelo, che il consumo di vino, sia esso da tavola che a denominazione, sta calando e i trend non sembrano paventare controtendenze improvvise. L’annata straordinaria, in termini di quantità, in Romagna sarà così la cartina di tornasole per capire quanto le strategie siano efficaci. Rispetto al 2017 la situazione odierna è stravolta. Quest’anno, sono stime ancora volatili, ci dovremmo attestare sui 2.000.000 di ettolitri di vino tra rosso e bianco. Di fatto siamo oltre il 40% in più rispetto all’anno scorso e siamo a circa un +16% rispetto al 2016. Quella consegnataci dalla vendemmia 2018 è così una sfida, come dicevo, grande e impegnativa ma che ci trova pronti ad affrontarla con serietà e con una prospettiva positiva. Dovremmo riuscire a delineare un riposizionamento strategico del prodotto affinché la soddisfazione dei nostri soci continui ad esserci».
Raffaele Drei – presidente Cantine Intesa
«Non possiamo che dirci estremamente soddisfatti per i risultati ottenuti dalla vendemmia 2018. Quest’anno le rese ottenute sono state al di sopra delle nostre più rosee aspettative. Possiamo definirla una vendemmia record, da un punto di vista quantitativo, che ci ha però stupito anche dal punto di vista della qualità delle uve. Grazie ad una stagione quasi perfetta, con un inizio d’estate fresca e piovosa e con un settembre caldo e un inizio ottobre altrettanto alto dal punto di vista delle temperature, le uve sono arrivate alla maturazione in modo perfetto. Se dovessimo fare un confronto con il 2017, anno orribile per la viticoltura, la performance di crescita si attesta al +40% del conferimento. Una comparazione più efficace, per capire meglio come è andata, deve essere fatta con il 2016. A tal riguardo la crescita è del 14/15%. Belle gradazioni, non troppo accentuate, grande salubrità delle uve, ottime acidità stanno dando risultati in vinificazione molto allettanti. Se dobbiamo parlare di numeri siamo a circa 1.900.000 quintali di uva conferita, tutti di assoluta e certificata qualità e salubrità. Crediamo senza timore di smentita che il 2018 potrà diventare, alla fine, un bell’anno dal punto di vista enologico».