Emilia-Romagna, ecco come si torna sui banchi, tutto su tamponi e quarantene

Romagna | 13 Settembre 2021 Cronaca
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In vista del 13 settembre il mondo dell’istruzione emiliano-romagnolo, università compresa, sembra partire sotto ottimi auspici: il 95% del personale ha infatti già ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre sale al 64,9% la percentuale di copertura con prima dose nella fascia 12-19 anni, che arriva al 43,3% per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. Alta l’attenzione alle misure di contenimento del contagio e di gestione di casi in ambito scolastico, con la mascherina obbligatoria in classe anche in presenza di un metro di distanza interpersonale. Per quanto riguarda l’attività di tracciamento, nel caso in cui ci sia un positivo, il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl competente contatta il responsabile della struttura e referente Covid ed effettua l’indagine epidemiologica, verificando l’attuazione delle misure di prevenzione. La quarantena, per i contatti stretti, è di 7 giorni dall’ultimo incontro con il caso se si è completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, e si conclude con test molecolare o antigenico. Per i non vaccinati, o per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale da meno di 14 giorni, la durata dell’isolamento rimane di 10 giorni. Se il contatto stretto rifiuta il tampone, la quarantena è prolungata fino al 14esimo giorno dall’ultimo incontro e la riammissione alla frequenza avverrà anche in assenza di molecolare o antigenico.

RITORNO IN CLASSE
Il caso confermato di Covid-19 rientra a scuola con l’attestazione del Dipartimento di Sanità Pubblica rilasciato dopo l’esito negativo del tampone molecolare eseguito al decimo giorno dalla comparsa della positività o dei sintomi, che devono essere assenti da almeno tre giorni. Se il test dovesse risultare ancora positivo – o in caso di tampone positivo negli asintomatici – va ripetuto dopo 7 giorni. I casi ancora positivi, in assenza di sintomi da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni. Ma cosa succede nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado in caso di presenza di un positivo? Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di competenza individua i contatti stretti, tra alunni e personale scolastico, che hanno vissuto una presenza prolungata e un’interazione significativa con il positivo nelle 48 ore precedenti l’esordio dei sintomi o l’effettuazione del tampone del caso confermato. Per tutti i contatti stretti individuati viene emesso un provvedimento di quarantena. Gli alunni della classe che risulteranno contatti a basso rischio sospenderanno la frequenza e verranno sottoposti a tampone molecolare e antigenico. Saranno riammessi a scuola con esito negativo del tampone e obbligo dell’uso della mascherina chirurgica al banco per 10 giorni dall’ultimo contatto. I docenti, se hanno rispettato le misure di prevenzione (mascherina e distanziamento), non saranno individuati come contatti stretti, ma devono comunque effettuare il test molecolare. Il rifiuto all’esecuzione comporta l’emissione del provvedimento di quarantena. Nel caso in cui ci sia un docente positivo, gli alunni delle classi coinvolte sospenderanno la frequenza fino all’esito negativo di test antigenico/molecolare effettuato dal Dipartimento di Sanità Pubblica. Tutto il personale scolastico, anche se vaccinato, deve continuare a rispettare i protocolli, aderire a programmi di screening ed è comunque considerabile contatto stretto in caso di iterazione con positivo confermato.

SERVIZI DELL’INFANZIA
Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di competenza individua come contatti stretti tutti i bambini compagni di sezione e il personale scolastico che ha vissuto una presenza prolungata nelle 48 ore precedenti l’esordio dei sintomi nel caso positivo o l’effettuazione del tampone: per tutti loro viene emesso provvedimento di quarantena. Sulla base degli esiti dello screening, il Dipartimento valuta se estenderlo ad altre classi/sezioni e, se ritenuto necessario, chiudere la scuola. Può inoltre, in ambiti territoriali con elevata circolazione del virus, proporre indagini a campione in ambito scolastico utilizzando test antigenici/molecolari. Per quanto riguarda i controlli, il rispetto della corretta applicazione dei protocolli in quest’ambito sono in capo ai dirigenti scolastici/responsabili delle strutture. Rispetto che potrà essere oggetto di verifica da parte dei Dipartimenti di Sanità Pubblica.
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