Ecco le trenta migliori osterie di Romagna per Slow Food

Romagna | 27 Novembre 2020 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Anche se quest’anno appare difficile parlare di ristorazione, visto il singhiozzo delle aperture a causa della pandemia, la critica nazionale non ha comunque voluto mancare di marcare il cartellino con il proprio punto di vista facendo lo stesso uscire le guide tematiche. La prima è quella «Osterie d’Italia 2021» di Slow Food. Guida che vista la situazione, per l’ultima edizione, ha deciso di non assegnare il riconoscimento della «Chiocciola», quello dell’eccellenza in estrema sintesi, ma ha comunque voluto riconoscere le osterie migliori per quanto riguarda la presenza di un’offerta enologica in carta di qualità («Bottiglie») e di olio extra vergine di oliva. La fotografia è dunque questa: per l’Emilia Romagna le realtà evidenziate sono 101 di queste solo 30 riguardano il territorio Romagnolo. Per i riconoscimenti più importanti, che vanno oltre alle singole schede presenti, per la terra del Passatore sono 9 Bottiglie e 4 per l’olio.

DUE OSTERIE NELL’IMOLESE
Sono solo due le realtà segnalate nel territorio di confine tra Emilia e Romagna. Nel comprensorio imolese, infatti, la guida della Chiocciola segnala la storica «Osteria del Vicolo nuovo da Rosa e Ambra» per il capoluogo imolese, grazie al fatto che «tradizione, territorio e qualità si fondono» anche grazie a una ricerca di materie prime provenienti da aziende e realtà locali. La seconda è invece «La Civichella» di Castel San Pietro Terme promossa soprattutto per la grande capacità di valorizzare piatti a base di carne. 

NEL RAVENNATE SOLO FAENZA
La situazione dell’offerta gastronomica nel territorio ravennate non è delle più felici. Sono sette le osterie degne di nota di cui quattro sono solo a Faenza, e una rispettivamente a Brisighella, Russi e Cervia. Il capoluogo bizantino, invece, non viene nemmeno citato. A dir la verità si evidenziano alcune realtà, due per la precisione, ma sono chioschi di piadina. A Faenza l’eccellenza, manco a dirlo, porta il nome de «La Baita», «Marianaza» e «Manueli». Se il primo, la storica osteria guidata oggi da Fabio Olmeti, è un punto di riferimento imprescindibile per chi voglia gustare i migliori prodotti regionali, ma la guida lo premia anche con il riconsocimento della Bottiglia, il secondo conferma ancora una volta il grande fascino della convivialità fatta gusto con grande competenza e capacità interpretativa nell’approccio della carne alla griglia. Anche questa antica osteria premiata con la Bottiglia. E poi c’è Manueli, ristorante che per la guida è un must per tavolate di amici e famiglie. A questi primi tre caposaldi della cucina senza fronzoli si aggiunge anche una segnalazione per «Ca’ Murani» citato soprattutto per la valorizzazione della scelta dell’olio. Salendo in collina lungo la valle del Lamone si arriva a Brisighella dove Slow Food riconosce ancora una volta il lavoro svolto sui grandi classici della tradizione gastronomica romagnola dall’Osteria del «Guercinoro». In pianura, a Russi, si suggerisce «Da Luciano» mentre affacciati sull’Adriatico l’unica citazione viene riservata alla creatività dei fornelli offerta dalla trattoria «Al Deserto». E di Ravenna? In questa edizione non appare neanche l’ombra.

FORLI-CESENA NON SI SMENTISCE
Sono 12 le realtà citate per il comprensorio forlivese e cesenate. Si parte da Bagno di Romagna con «Alto Savio» (segnalato per olio Evo) per proseguire con Cesena con la «Cerina» (segnalato con la Bottiglia) e «Michiletta» per arrivare ad affacciarsi sul litorale con «La Saluma» e «Osteria Bartolini» di Cesenatico. Una sola segnalazione per Forlì città con il mitico «Don Abbondio» (Bottiglia) e una per «La Campanara» di Galeata (Bottiglia e olio Evo). Anche a Longiano «Il ristorante dei Cantoni» (Bottiglia) viene citato come degno di un viaggio enogastronomico così come «Allegria» di Mercato Saraceno. Non da meno è «l’Osteria dei frati» (Bottiglia) di Roncofreddo e «Il Poderone» di Santa Sofia. Chiude la «Trattoria dell’Autista» di Savignano sul Rubicone. 

I NOVE MUST RIMINESI
Se il capoluogo rivierasco si porta a casa tre segnalazioni: «Osteria de borg», «La Marianna» e «Io e Simone», le altre sei osterie sono distribuite nel territorio limitrofo. Stiamo parlando della «Rocca» (olio Evo) di San Leo, l’inossidabile «Sangiovesa» (Bottiglia) di Santarcangelo, il «Pacini» di Poggio Torriana, «Da Savino» a Coriano, «l’Osteria dei Murè» di Cattolica e il «Sirocco» di Bellaria-Igea Marina.
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