Dalla musicoterapia alla narrativa, riflettori puntati sul mondo di corsi e laboratori

Romagna | 04 Dicembre 2020 Cultura
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Federico Savini
Seconda puntata della nostra indagine su corsi e laboratori, settore fra i più colpiti dalla crisi indotta dal Coronavirus per una molteplicità di ragioni, che vanno anzitutto individuate nelle «vittime» di questa situazione, che colpisce a doppio taglio. Da una parte ci sono infatti i «maestri», le persone cioè che non potranno più tenere i corsi (rimpinguando così le proprie entrate), ma dall’altra non c’è semplicemente un pubblico adulto che rinuncia al proprio divertimento, bensì una platea molto ampia di ragazzi da formare e dall’altra un numero non sottostimabile di persone mature e anziane che anche attraverso nuove esperienze mantengono forma fisica ed energia mentale.
I costi sociali dell’impossibilità di organizzare corsi sono insomma molto intenti e i corsisti sono anche più colpiti della media perché spesso si tratta di figure professionali difficili da individuare con precisione e da far così rientrare nei «ristori» previsti da governo ed enti locali. Proprio nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna ha annunciato la ripresa dei corsi individuali sulle scuole di musica (che in qualche misura prennunciavamo su queste pagine sette giorni fa attraverso Donato D’Antonio della scuola Sarti e del movimento «Scuole di musica unite»). Saranno inoltre finanziati con oltre 3,2 milioni di euro i corsi per il cinema, l’audiovisivo e gli spettacoli dal vivo per innalzare le competenze dei professionisti del settore. Ma ovviamente al di là del settore dell’audio-video molte persone necessitano di aiuti nell’immediato e per il semplice sostentamento, prima ancora di pensare alla sacrosanta costruzione di un futuro post-pandemico.

Mara Luzietti: «Con il canto si può anche curare»
Bambini dagli 1 ai 3 anni, ma anche quelli appena nati e addirittura quelli che crescono nella pancia delle mamme, pure loro chiamate direttamente in causa, come anche chi soffre di afasia e di Parkinson. Cos’hanno in comune tutte queste persone? Sono i «beneficiari» delle letture cantate e dei laboratori della cantautrice ravennate Mara Luzietti, la persona giusta per entrare in un mondo - quello della musicoterapia - che non merita di venir preso sotto gamba, viste le ricadute sociali.
«Il Covid ha interrotto ogni attività sul fronte della musicoterapia - racconta Mara - e si tratta di cose anche molto diversificate fra loro. Il progetto Melodicanto è nato alcuni anni fa con la mia collega Lucia Toni, abbiamo pubblicato un disco ascoltabile su YouTube e proprio in questi mesi abbiamo sviluppato nuovi racconti musicali. Facciamo regolarmente laboratori alla biblioteca di Russi e nei negozi della catena Il Sogno del Bambino, dove mi occupo anche di training psico-fonetico per il parto e per aiutare le donne gravide a comunicare col feto. Dopo la nascita, con “Musica in gioco” l’aiuto è per i genitori che vogliono migliorare la relazione coi figli, anche attraverso il suono, poi fino ai tre anni c’è il percorso di Melodicanto fra ascolto, canto e suono. E’ a tutti gli effetti assistenza alla genitorialità e le mamme mi scrivono perché ne sentono la mancanza».
Ma non ci sono solo i bambini, visto che con la musicoterapia si possono aiutare altre persone. «Con Alice onlus e l’associazione Parkinson faccio laboratori con gli afasici e chi soffre di malattie degenerative - spiega Mara -. In ottobre abbiano tentato di farli solo con l’audio con alcuni di loro ma i ritardi in quello che a tutti gli effetti è un dialogo di suoni compromettono risultati e benefici. Inoltre il contatto permette di capire meglio lo stato d’animo di chi hai di fronte, modulando l’esperienza a seconda dell’atmosfera più adatta. Combattere l’esclusione sociale a distanza è quasi un controsenso».
A livello di ristori «da poco ho dismesso la partita Iva per lavorare con una cooperativa - dice Mara - e ho avuto qualche fondo Fis, per l’integrazione salariale. Ora lavoro in una scuola materna e sono ottimista di natura, ripartirà anche la musicoterapia. Forse ce ne sarà anche più bisogno di prima».


Music Academy: «L’on-line attrae meno e non è lo stesso»
Il Music Academy - Area 51 di Faenza è una realtà fra le più eclettiche del territorio sul versante dei corsi artistici, poiché da diversi anni all’originaria offerta sulla musica (che coinvolge tanti insegnanti) affianca i laboratori di scrittura creativa tenuti da Cristiano Cavina, di cui spesso si è letto anche su queste pagine e che richiamano continuativamente un certo numero di appassionati. «In generale, purtroppo, abbiamo visto calare di parecchio la partecipazione ai laboratori - dice Cinzia Filippi di Musica Academy -. In questo momento facciamo praticamente solo i laboratori di scrittura con Cristiano Cavina, ma anche su questi il Covid ha impattato, dimezzando gli iscritti. Lo scorso anno, per intenderci, sia il laboratorio base che quello avanzato erano al completo, mentre quest’anno siamo riusciti a far partite un unico laboratorio per entrambi i livelli. In presenza è stato possibile fare un’unica lezione e ora siamo passati alla modalità on-line, che è sicuramente meglio di niente ma altrettanto sicuramente non è la stessa cosa. Se l’emergenza non durerà troppo potremmo recuperare molta attività in estate, con corsi magari più brevi, e poi ripartire nell’autunno 2021 con la programmazione completa. Per il momento ce la caviamo, ma è chiaro che il ritorno alla normalità ci permetterebbe di organizzare anche gli eventi collaterali ai corsi di scrittura, come la visita alla scuola Holden di Torino e al salone del libro di Torino, oltre a presentazioni di libri e feste di chiusura dei corsi. Stringiamo i denti, insomma».
Sul versante musicale «il fermo si deve ad altre ragioni - spiega Cinzia Filippi -. Al momento abbiamo una sola aula, per cui, facendo soprattutto lezioni individuali, abbiamo dovuto ridurre tutto. A distanza le lezioni sono difficilmente realizzabili, nel senso che si riesce a fare qualcosa ma non con la stessa qualità. E’ difficile per gli insegnanti correggere le posture errate e lo è altrettanto suonare insieme. Ad esempio la batteria si insegna con due strumenti, una nelle mani del maestro e l’altra dell’allievo: devono “sintonizzarsi” con una precisione difficile da eguagliare on-line. I cori sono proprio infattibili. Tra l’altro ogni bambino andrebbe sempre seguito da un adulto, il che complica ulteriormente le cose. La normativa proibisce in assoluto le lezioni in presenza di canto, strumenti a fiato e coro e tutte quelle degli adulti dal 25 ottobre».
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Da tanto tempo desidero iscrivermi a un laboratorio di musicoterapia, ma a Parma o nelle vicinanze sembra che non ne esistano.Ho quasi 72 anni, sono stonata ma so che la musica fa bene all'anima.Pare che le cure per gli anziani siano solo per quelli ridotti malissimo, nei ricoveri o con l'Alzheimer.Potete darmi qualche informazione, per favore?Grazie
Commenta news 17/06/2022 - M. Cristina Ferri
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