"Caso liceo scientifico", da Ravenna la voce di Iosa: "Meglio il sorteggio"
Silvia Manzani
«Quello che è successo allo Scientifico di Ravenna, o meglio che rischiava di succedere, io lo chiamo un piccolo incidente in buona fede. Non colpevolizzo la scuola, che di certo non intendeva fare una scelta di classe sociale. Ma credo che in nome dell’equità e della democrazia, selezionare chi sarebbe entrato sulla base della media del primo quadrimestre della medie non sarebbe stata la soluzione giusta». Raffaele Iosa, ex maestro, dirigente e ispettore scolastico, nel Ravennate è una delle voci più attente sul mondo della scuola. E oggi ragiona sull’ipotesi (ora tramontata vista l’individuazione di nuove aule) che a settembre prossimo l’Oriani lasciasse fuori gli studenti di prima in eccesso rispetto agli spazi disponibili valutandone l’andamento scolastico fino a gennaio di quest’anno: «Avrei preferito un sorteggio, perché chi sceglie un liceo ha comunque già voti medio-alti e la gara tra i ragazzi sarebbe stata sul filo delle sfumature. Tra un 7 e mezzo e un 7,45 ci può essere il confronto tra un professore più severo e uno di manica più larga. Non dico che il sorteggio sia un criterio meraviglioso ma avrebbe avuto più senso. Sono comunque contento che sia stata trovata una soluzione, lo Scientifico non ne sarebbe uscito con una buona immagine, anche perché siamo abituati a una scuola, quella italiana appunto, che non seleziona in base al voto». A partire dal caso ravennate, comunque, per Iosa le riflessioni da fare sono diverse. A partire da quella sulla «moda» dei licei: «Il boom di iscrizioni degli ultimi anni è legato in parte al fatto che i licei sono visti un po’ come il prolungamento della scuola media, fenomeno al quale si possono aggiungere altre variabili, come l’aggiunta di indirizzi attraenti, come quello sportivo dell’Oriani o, sempre per parlare dello Scientifico, la grande qualità che la scuola dimostra da tempo di poter offrire». Un altro fattore da considerare, per l’ex insegnante, è la prematurità delle scelte che, in Italia, vengono imposte ai ragazzi: «Dovendo decidere il proprio percorso di studi molto presto, capita di vedere diversi ragazzi accorgersi, in corso d’opera, di aver sbagliato, per non parlare delle bocciature». Il paradosso ulteriore è, per Iosa, che non sempre quel che succede nel mondo della scuola corrisponde alle richieste, alle esigenze e alle attrattive del mondo del lavoro: «Guardiamo all’Alberghiero, che sull’onda della moda della cucina portata anche da alcune trasmissioni televisive, come MasterChef, ha visto aumentare gli iscritti e i diplomati. Non è che tutti quei ragazzi e quelle ragazze andranno a lavorare come cuochi e camerieri, quando si accorgeranno della fatica di lavorare nel week end. Insomma, le contraddizioni non mancano».