Calcio D, Pregnolato e D'Aloisio in coro: «Noi, protagonisti nel miglior Ravenna di sempre: a Cipriani auguriamo di arrivare ancora più in alto»

Romagna | 05 Luglio 2024 Sport
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«Noi siamo ricordati ancora come i protagonisti del Ravenna di Corvetta, nei prossimi anni speriamo che si possa parlare solo del Ravenna di Cipriani». Giuseppe Pregnolato e Marino D’Aloisio esprimono lo stesso concetto e dicono praticamente la stessa cosa, anche se uno risponde da Ravenna e l’altro da Modena. Il centrocampista e il difensore centrale, quasi 30 anni fa, erano due delle colonne del miglior Ravenna della storia, quello che sfiorò la Serie A con Walter Alfredo Novellino allenatore e Daniele Corvetta presidente. La Serie A è l’ambizioso obiettivo che si è dato il nuovo presidente Ignazio Cipriani. Ma, prima di guardare così in alto, ci sono tanti gradini da scalare e proprio due dei giocatori più amati e apprezzati dai tifosi negli Anni Novanta provano a viaggiare tra i ricordi vissuti l’altro ieri e i traguardi da raggiungere oggi e soprattutto nel radioso futuro che attende il club giallorosso.

PREGNOLATO
«Diciamo che Cipriani è entrato a piedi pari, con forza e ambizione - comincia Beppe Pregnolato, che a Ravenna ha vinto tre campionati e che oggi lavora nel settore giovanile dell’Endas Monti -. Ci sono davvero grandi prospettive e per questo io sono molto curioso. A Ravenna, dopo l’addio di Corvetta, è sempre mancato un personaggio così forte. Gli auguro innanzitutto di imitare l’ascesa di Corvetta, poi si vedrà. Leggendo le prime dichiarazioni, percepisco entusiasmo e serietà, però il calcio va preso con le molle perché è una brutta bestia e non fa sconti. Ad esempio, non sarà facile e neppure scontato vincere la D, perché c’è solo un posto a disposizione e i playoff, come si è visto quest’anno, non contano nulla. Disco un po’ diverso in C, dove gli spareggi ci sono, ma coinvolgono 28 squadre. Quindi la strada è davvero lunga». Pregnolato, da buon cittadino ravennate, ha seguito con attenzione altri temi. Ecco quello che gli sta più a cuore: «Finalmente sento parlare molto anche di settore giovanile, con l’intenzione di voler allargare e migliorare anche il serbatoio: questa base è sempre mancata in questi 20-30 anni. Vorrei vedere il Ravenna tra i professionisti, ma anche vedere alcuni ragazzi uscire dal settore giovanile ed essere protagonisti con la maglia giallorossa». Quanto all’entusiasmo, Pregnolato non ha dubbi: «Quest’anno sono venuto a vedere molte partite, la gente sta ritornando allo stadio e questo è un altro punto di partenza». Poi torna sulla nuova proprietà: «Un imprenditore forte come Cipriani è legittimo che voglia puntare in alto. Ha un grande potenziale, al suo fianco ci sarà Ariedo Braida, che ovviamente non ha bisogno di presentazioni. E’ naturale che un imprenditore al top voglia il top con la sua società. Se ha fatto questi proclami, di sicuro vuole arrivare in alto. Ma lo aspetta una lunga corsa, prima il ritorno in C e poi la B, due scalate difficili. La Serie A è un sogno, non l’abbiamo mai vista. L’importante è che non si stanchi dopo 4-5 anni, specialmente se non dovesse vincere al primo colpo. Ma non credo possa stancarsi. Viene da una famiglia conosciutissima e molto stimata in città, si è affiancato di persone del territorio come Davide Mandorlini, che è una garanzia. I ravennati hanno bisogno di una persona forte e seria come Cipriani». Quale sarà la cosa più difficile in questo percorso? «Intanto costruire un gruppo forte. Io ho vinto 5-6 campionati e per prima cosa non bisogna sbagliare la costruzione della squadra. Anche nei momenti difficili, spero che la società sia sempre vicina e presente.  Quando sono arrivato a Ravenna, Corvetta voleva la B. Io ce l’ho fatta al primo colpo, ma c’erano delle basi solide. Le arrampicate si fanno così. Vincere la D e la C non è assolutamente impossibile, poi la B è un altro mondo. Cosa non bisogna sbagliare? Non vanno acquistate le figurine, ma vanno allestiti gruppi solidi. Antonioli è una garanzia in D». Finale sui ricordi: «Ormai sono trascorsi 30 anni dal nostro capolavoro con Novellino. Siamo ancora ricordati come il miglior Ravenna di sempre, ma spero sempre che ci sia un Ravenna migliore del nostro con Cipriani». 

D’ALOISIO
Ex difensore centrale giallorosso dal piede dinamitardo, oggi Marino D’Aloisio è reduce da sei stagioni nel settore giovanile del Modena, da dove dovrebbe ripartire ancora dopo l’estate. A Ravenna nessuno lo ha dimenticato, come nessuno ha scordato le qualità del Ravenna di quegli anni: «Sogno di rivedere il mio Ravenna, perché la città merita di tornare in Serie B. Il potenziale della città è considerevole, sarebbe il giusto premio per i tifosi, soprattutto per tutti quelli che ci sono stati sempre dopo i vari fallimenti. Il confronto Corvetta-Cipriani? Difficile fare paragoni o fare conti in tasca ai proprietari. Corvetta era il presidente, non un presidente. Era un tifoso e per noi un vero padre, una persona incredibile. Ci voleva veramente bene. I risultati li abbiamo ottenuti anche grazie a quello spirito. Ecco, al Ravenna di Cipriani auguro di rivivere quei momenti. Era tutto bellissimo, uno spettacolo. La disponibilità economica è fondamentale, ma poi serve altro in posti come Ravenna. Con Corvetta si andava oltre il calcio, perché eravamo una grande famiglia e mi auguro di rivedere quella famiglia anche dall’anno prossimo». Anche D’Aloisio è perfettamente consapevole di quanto potrà essere lunga e difficile la scalata: «Dopo aver vissuto il Ravenna di Corvetta, ora vogliamo vedere il Ravenna di Cipriani. I record ci sono e sono belli, ma è bello anche quando sono battuti e credo che sia arrivato il momento. La strada è lunga: ci sono step importanti da superare, ma se il presidente dice che vuole la A, vuol dire che non è qui per caso. Il progetto c’è ed è ambizioso. Ci vuole tempo, ma vincere non è facile».
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