Calcio C, 90 minuti di passione per il Ravenna: domenica servono... due vittorie

Romagna | 30 Aprile 2021 Sport
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In questi casi si dice(va) un occhio sul campo e un orecchio alla radio. Perché, dopo non essere riuscito ad espugnare il Comunale di Arezzo nello scontro diretto di domenica scorsa, il Ravenna non è più padrone del proprio destino. Per non sprofondare direttamente in serie D domenica sera, dunque, servono due risultati favorevoli: una vittoria al Benelli contro il Carpi (l’occhio sul campo) e una sconfitta dell’Arezzo a Cesena (l’orecchio alla radio, come si diceva una volta). I calcoli sono abbastanza semplici, anche se volendo ci sarebbe addirittura una seconda ipotesi, ben più difficile da immaginare: il Ravenna condannerebbe l’Arezzo ed eviterebbe la D anche in caso di segno “ics” a Cesena, ma al Benelli avrebbe bisogno di una vittoria con almeno cinque gol di scarto contro il Carpi. Che è senza stimoli e già fuori da ogni discorso salvezza o promozione, ma che naturalmente non scenderà in Romagna a fare una scampagnata o soprattutto a farsi gol da solo.

PRIMO: I 3 PUNTI
Prima di attendere buone notizie dai «cugini» (poi ci arriviamo), il Ravenna avrà l’obbligo di sbloccare la gara il prima possibile e soprattutto di portare a casa il successo, senza dunque farsi rimontare o raggiungere sul più bello come avvenuto in due partite chiave che ora pesano: Arezzo-Ravenna di domenica scorsa, ma soprattutto Ravenna-Cesena dello scorso 7 aprile, quando i giallorossi, in vantaggio di uno e di due gol, non sono mai riusciti a vincere e di conseguenza ad ipotecare il penultimo posto che vale il salvagente dei playout. Va infatti ricordato che, nelle ultime 21 giornate di campionato, il Ravenna ha vinto solo una partita: 0-2 sul campo dell’Imolese due settimane fa. Per superare il Carpi non ci sarà bisogno degli effetti speciali, probabilmente, ma Colucci e i suoi giocatori faranno bene innanzitutto a concentrarsi solo sulla gara del Benelli. Gli emiliani, come detto, non hanno più alcun obiettivo da raggiungere: l’undicesimo posto che vale i playoff (grazie al Modena che chiuderà come migliore quarta della Lega Pro e permetterà al girone B di aggiungere un posto per la post season) è lontano 7 punti, mentre sono 6 i punti di vantaggio sul Legnago quintultimo. Ma nelle ultime quattro partite, la squadra di Pochesci ha vinto (quando ancora non era salva) contro Gubbio e Matelica e perso solo 1-0 contro il Padova, dopo aver rimediato una figuraccia a Salò (6-1).

SECONDO: FORZA CESENA
Oltre al successo sul Carpi, domenica pomeriggio sarà fondamentale anche un altro incrocio, che curiosamente si snoda lungo la E45, la strada verso la volata salvezza. Cesena-Arezzo è la gara da monitorare e per una volta il Ravenna dovrà tifare per i bianconeri, con la speranza che possano battere la squadra di Stellone. Con quali stimoli arriva il Cavalluccio all’ultima giornata? E soprattutto con quale possibile piazzamento in classifica? Al di là dei convenevoli («giochiamo per vincere», «non faremo alcun calcolo») che ogni squadra pronuncia in questi casi, a 90 minuti dalla fine della stagione regolare il Cesena è settimo e per difendere questa posizione senza dipendere dagli altri (vedi il Matelica) avrà bisogno di battere l’Arezzo. Altrimenti di strappare lo stesso risultato della matricola marchigiana, impegnata in casa contro un’Imolese in ripresa (due vittorie di fila) e lanciatissima verso i playout. Nel primo turno dei playoff non cambierebbe nulla tra settimo od ottavo posto (la gara secca si disputa comunque in casa con due risultati su tre), mentre sarebbe decisamente più conveniente chiudere settimi solo in proiezione del secondo turno, perché aumenterebbero le chance di giocare nuovamente in casa il 12 maggio. Ma questi sono solo calcoli, oggi prematuri. E’ semmai curioso, sfogliando i libri di storia, ripensare a quello che invece accadde 21 anni fa, nel giugno 2000, sempre sull’asse Ravenna-Cesena al piano superiore. In quel caso era il Cesena a lottare per la sopravvivenza e ad attendere buone notizie dal Benelli. I bianconeri, impegnati sul campo dell’Atalanta, pareggiarono 1-1 (un punto che garantì al Cesena di non retrocedere direttamente e alla Dea di salire in A), mentre la Pistoiese sbancò Ravenna battendo una squadra senza stimoli: grazie a quel morbido successo i toscani si guadagnarono lo spareggio, nel quale poi superarono il Cavalluccio obbligandolo a scendere in C.
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