Bassa Romagna, oltre 6mila cittadini hanno aderito ai 31 Gruppi di vicinato
Samuele Staffa - «I Gruppi di controllo di vicinato non sono ronde, non sono paragonabili o alternativi alle Forze dell'ordine e si basano sulla solidarietà tra persone». Roberta Bravi, di Bizzuno di Lugo, è la referente dei Gcv della provincia di Ravenna, la rete nata pochi anni fa e che in questi mesi sta conoscendo un vero e proprio boom. Basta un telefonino di ultima generazione per comunicare con chi vive nello stesso quartiere e condividere segnalazioni utili a prevenire reati, a partire dagli odiosi furti in abitazione. Una rete di solidarietà nata dalla crescente domanda di sicurezza che potrebbe toccare altri temi, dal decoro urbano al sociale, rompendo il muro dell'indifferenza.
Bravi, quante sono le famiglie iscritte ai Gruppi di controllo di vicinato della Bassa Romagna?
«Sono circa 6mila le famiglie che aderiscono a uno dei 31 gruppi di controllo di vicinato attivi nel comprensorio lughese (circa 10mila in provincia di Ravenna). Le prime esperienze sono nate pochi anni fa a San Bernardino di Lugo, a Bagnacavallo, a Bagnara e a Massa Lombarda dove, in quest'ultimo caso, i residenti si muovono attraverso il sistema Fadora, esperienza simile a quella degli altri gruppi della Bassa Romagna che comunicano tramite chat di Whatsapp. Poi sono nati nuovi gruppi a Lugo (nel solo quartiere Lugo est sono 6), Alfonsine e ne stanno nascendo altri a Barbiano e a Sant'Agata proprio in questi giorni. L'iniziativa a volte viene stimolata dalle amministrazioni locali, ma il cuore dei gruppi dei Gcv sono le persone, i cittadini».
Qualcuno scambia i Gcv con le ronde...
«Va sempre sottolineato che lo scopo che guida i Gcv è la 'prevenzione', non certo la 'repressione', compito che spetta alle forze dell'ordine. La prima segnalazione dei cittadini, in altre parole, deve essere indirizzata alle forze dell'ordine: prima si chiama il 112 poi, in un secondo momento, si comunica ai referenti del Gruppo di controllo di vicinato, che valutano l'opportunità di diffondere la segnalazione a tutti i membri del gruppo».
A cosa serve l'Associazione nazione gruppi controllo di vicinato?
«Io sono membro del direttivo nazionale dell'Associazione Cdv (www.acdv.it) e, nell'ambito della sezione locale di Ravenna e Forlì, sono la responsabile per la nostra provincia. E' importante l'adesione all'Associazione nazionale che, grazie al ‘Centro studi per la legalità, la sicurezza e la giustizia’ organizza eventi sul territorio indispensabili per formare i referenti, solitamente un paio, per ogni gruppo. Sul sito dell'associazione nazionale si trovano anche importanti materiali informativi: le linee guida utili allo sviluppo dei Gcv sul territorio che si coordinano tra loro grazie alla collaborazione tra i diversi referenti. I gruppi di vicinato rendono al meglio quando, lo dice il nome, si riesce a creare un legame tra le persone che abitano nello stesso quartiere, nella stessa zona. Non avrebbe senso dare vita ad una sola chat per un intero paese come Lugo: verrebbe meno la portata preventiva e si rischierebbe solo di fare allarmismo».
Quali reati avete registrato in particolare nell'ultimo periodo?
«In queste settimane riceviamo molte segnalazioni di truffe perpetrate da persone in divisa, sedicenti vigili, che si fanno aprire le porte di casa dai cittadini più deboli, spesso anziani. Grazie ai Gcv le persone vengono avvisate e sono pronte a riconoscere il tentativo di truffa, come accaduto il 29 settembre a Bizzuno. In questo caso il marito ha aperto la porta a due persone in divisa, ma la moglie ha subito avvertito il pericolo: le è bastato parlare di Carabinieri per allontanare i due malviventi. Il Gcv aiuta anche a far emergere eventi che spesso passavano sotto silenzio e a far vincere la vergogna in capo a chi è stato truffato. Altro episodio ricorrente segnalato dai Gvc è la truffa dello specchietto. Il malfattore tenta di farsi pagare sul posto il danno arrecato alla propria vettura, anche se non vi è mai stato uno scontro tra le auto. Anche in questo caso è stato sufficiente invocare l'intervento delle forze dell'ordine per vedere i truffatori darsi alla fuga».
I dati Istat ci dicono che i reati predatori in provincia di Ravenna sono in netto calo. E' anche merito vostro?
«Non dipende solo dai Gcv, ma siamo felici di contribuire a questo successo. Un territorio presidiato difficilmente viene preso di mira da ladri e malintenzionati. A volte bastano pochi accorgimenti: non lasciare la posta nella buca delle lettere, tenere luci accese, curare il giardino. Piccole attenzioni che disincentivano potenziali ladri. I Gcv servono a questo: presidiare il territorio per prevenire i reati, senza ostacolare il ruolo delle forze dell'ordine».
Si tratta di un esempio in cui la tecnologia porta a sviluppare nuovi rapporti umani...
«Si utilizzano diverse chat di Whatsapp per le comunicazioni più immediate, poi i gruppi gestiscono pagine Facebook e il sito nazionale è un importante punto di riferimento. Tutti utili strumenti, ma la differenza, come dicevo, la fanno le persone che instaurano un rapporto di solidarietà tra vicini che può andare oltre alla questione sicurezza. I referenti dei gruppi diventano, a volte, punti di riferimento per quelle persone più sole e deboli che possono contare sulla presenza di qualcuno a pochi metri da casa. A volte basta un poco di attenzione per creare piccole comunità solidali. Un modello che potrebbe toccare anche altri settori diversi dalla sicurezza: oramai il sistema delle chat viene utilizzato in alcuni casi anche per la cura del verde pubblico e contro l'abbandono delle deiezioni canine. Un ottimo inizio».