Basket B, a Faenza arriva una nobile decaduta: "Voglio una Rekico aggressiva"
Valerio Roila
Marques Green, Romain Sato, Mario Boni, David Moss, Jeff Brooks, Mason Rocca, James Singleton. E poi Marco Tusek, Brett Blizzard, Michele Maggioli, Andrea Pecile, «Lupo» Rossini e tanti altri. Ci si perde a fare la lista di talenti (per non parlare dei coach come Banchi, Capobianco, Subotic, Mazzon e l’indimenticato Mangano) passati nell’ultimo ventennio alla corte dell’Aurora Jesi, società che per la prima volta incrocerà la strada di Faenza, domenica al PalaCattani. Alcuni di questi sono stati proprio scoperti e lanciati dal sodalizio marchigiano (Moss, Sato, Brooks, Singleton, Rocca), negli anni in cui l’orgoglio di un patron (Alfiero Latini, proprietario dello sponsor cucine Sicc) e la competenza dei dirigenti trascinò gli arancioblù in serie A, accarezzata per una sola stagione, e in A2, in cui ha ballato per venti anni, portandosi in bacheca una Coppa Italia di categoria. Jesi è retrocessa nella scorsa stagione e sembrava in guai economici. Poi, la passione, come spesso accade in questi poli viscerali, ha avuto il sopravvento, i fondi sono stati trovati, ed è stata allestita una squadra competitiva, partita lontano dai clamori che hanno accompagnato le ben più celebrate Fabriano, Cento, Cesena o Chieti, il che non guasta. Le scelte sono state intelligenti, i nomi non altisonanti, ma con esperienza e margini di crescita. Tra cui due ex Andrea Costa, uno recente (la guardia Magrini, che sta girando a 15 punti per gara), l’altro più lontano (l’ala Casagrande, 12 punti e 6 rimbalzi medi, tirando col 68% da due). O il play Bottioni, avvezzo a campionati di vertice, il fromboliere «gaucho» di lungo corso Migliori o il centro Micevic, che sembra abbia mille anni da quanto tempo ne sentiamo parlare, e invece ne ha solo 30. Per finire all’ex Lugo e Forlì Pederzini ed al prospetto Lovisotto, scuola Treviso ed in prestito da Trento, che sta mostrando ottimi numeri. Risultato? L’Aurora si presenta a Faenza a due punti dalla vetta, avendo ceduto solo a Cesena ed in casa, di misura, con la sorpresa Ozzano. La Rekico, che si sta ancora leccando le ferite per la rovinosa caduta nel derby con l’Amadori, prova a pensare positivo: «Inutile dire che una sconfitta a Cesena si possa mettere in preventivo - pragmatizza il general manager neroverde Andrea Baccarini - ma stona il modo in cui è maturata. Abbiamo mollato mentalmente, uscendo presto dalla partita, cosa che non possiamo permetterci. Non montiamo però processi sommari. Abbiamo chiesto scusa ai nostri tifosi e li invitiamo a continuare a starci vicino, perché ne abbiamo bisogno. Auspico una partita di riscatto. Non cerchiamo brodini caldi, non ci sono partite battezzabili come tali in questo girone. Ci attende una battaglia: dovremo cercare di partire aggressivi e di non farli entrare in ritmo, impostando una partita a punteggio basso, come ci è riuscito con Ancona». Faenza ha operato sul mercato qualche giorno prima dell’inizio del campionato, ingaggiando un esterno «robusto» come Anumba per surrogare la mancanza di fisicità in difesa, mentre Santucci ha salutato, ma Baccarini tiene la porta aperta ad altri eventi: «Di certo non smettiamo di lavorare ad inizio stagione per darci l’appuntamento all’estate successiva. Sta nelle regole del gioco monitorare la situazione e stare con gli occhi ben aperti. Non è sempre vero che aggiungere un giocatore faccia bene alla squadra, ma talvolta può dare la svolta alla stagione. L’importante è agire con criterio e lucidità. Ma l’intento attuale è cercare di compattare i giocatori che abbiamo già e che hanno tutta la nostra fiducia».