Basket A2, OraSì, storia di un decennio da urlo che ha fatto innamorare Ravenna

Romagna | 25 Maggio 2023 Sport
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Il sipario si è abbassato nel modo più triste e beffardo. La retrocessione dell’OraSì, ormai nell’aria da diverse settimane, è maturata in un’amara domenica davanti alla televisione, che ha chiuso la settimana più devastante per la Romagna e naturalmente per Ravenna, sfregiate dall’alluvione. A nulla è servita la gara contro la Stella Azzurra disputata quattro giorni dopo: gli altri risultati dell’ultima giornata del Girone Salvezza, disputata proprio mentre Ravenna si fermava per spalare il fango e aiutare le persone in difficoltà, avevano già condannato matematicamente il Basket Ravenna, che saluta la Serie A2 dopo 11 campionati, compreso quello sciagurato di quest’anno. «La prossima settimana parleremo del futuro e di quanto è successo quest’anno - taglia corto Giorgio Bottaro, il deus ex machina di questa avventura - per il momento preferiamo restare in silenzio. Il dispiacere è enorme, abbiamo fatto tutti il possibile, ma soprattutto sul futuro non fatemi dire nulla». Futuro che vedrà Ravenna in Serie B dopo un decennio caratterizzato da successi e da soddisfazioni, che andiamo a rivivere.

IL SALTO IN ALTO
Dieci anni, cifra tonda ma anche tremendamente beffarda. Perché Ravenna era salita sull’ascensore per la A2 proprio dieci anni fa, quando chiuse al primo posto nel Girone B di Divisione Nazionale B, vincendo i playoff promozione e conquistando il biglietto per la Divisione Nazionale A, ovvero la A2 attuale. In quella stagione i giallorossi, guidato da Lanfranco Giordani, vinsero anche la Coppa Italia. Era la Ravenna di Eugenio Rivali e Francesco Amoni, ma anche di Giorgio Broglia e del giovane rampante Giacomo Cicognani. Era la Ravenna che cominciava a scaldare il Costa e una tifoseria legatissima alla sua squadra e sempre più numerosa. Un anno dopo, per la prima volta nella storia del basket cittadino, arrivano gli americani: sono gli indimenticabili Adam Sollazzo e Mike Singletary a guidare una squadra capace di chiudere al sesto posto la stagione regolare e di conquistare di conseguenza i playoff al primo tentativo. Ai quarti di finale i giallorossi pescano Ferrara: sarà il primo di una lunga serie di derby romanzeschi, con il 3-2 finale che elimina Ravenna e lancia gli estensi in semifinale (poi eliminati da Mantova). Come prima stagione in seconda serie non c’è male. L’anno successivo il Basket Ravenna alza nuovamente l’asticella e dal sesto posto del 2014 guadagna una posizione in griglia, chiudendo in quinta posizione. E’ la prima stagione di un coach semisconosciuto, al secolo Antimo Martino, che nel giro di poco conquisterà letteralmente tutti e diventerà il miglior allenatore della storia giallorossa in A2. A guidare la squadra ci sono gli Usa Singletary e Holloway, lo zoccolo duro è sempre lo stesso (Rivali e Amoni), Raschi garantisce esperienza mentre il giovane Tambone comincia a guadagnare spazio e fiducia. Per colpa della formula (passano solo le prime quattro) i playoff sfumano in volata, mentre in Coppa Italia la squadra arriva ai quarti. Sono le prime fondamenta del nuovo corso, anche se nella stagione successiva Ravenna chiuderà al nono posto nel Girone Est.

I RISULTATI MIGLIORE
Nell’estate 2016 l’OraSì parte con Martino in panchina. Sotto i tabelloni ci sono ancora i muscoli di Smith, mentre l’altalenante Deloach viene sostituito da Marks. Masciadri, Raschi e Chiumenti sono il collante di un roster che si incastra alla perfezione, sfruttando anche a freschezza di Sabatini e Tambone. Ravenna chiude quarta nel girone Est, ma il capolavoro arriva ai playoff, i migliori della storia: 3-1 contro Roma agli ottavi, 3-0 contro Verona ai quarti e infine una onorevole eliminazione contro la corazzata Virtus Bologna (poi promossa) in semifinale. Nessuno riuscirà ad arrampicarsi così in alto, anche se...…Anche se, dopo un doppio nono posto tra il 2018 e il 2019 (con finale persa di Coppa Italia), l’OraSì 2019-2020, guidata dal vulcanico Cancellieri e da un tandem Usa perfetto (Potts e Thomas), viene fermata solo dal Covid e dal lockdown dopo aver guadagnato e conservato a suon di vittorie il primo posto. La sosta dell’inverno di tre anni fa resterà per sempre il rimpianto più grande, mentre nelle due stagioni successive arrivano un settimo e un terzo posto con tanto di semifinale playoff. Il resto è storia recentissima: un’estate 2022 senza Vianello e con un budget ridottissimo, la corsa all’iscrizione e una retrocessione quasi inevitabile. Quasi, perché i 4 punti sottratti causa esclusione di Ferrara restano ancora indigesti.
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