Basket A2, a Ravenna torna l'ex play Sabatini: "L'OraSì è pericolosa ma noi stiamo bene"
Stefano Pece
Domenica all’ora di pranzo l’OraSì ospita l’Assigeco Piacenza per la prima giornata del girone di ritorno. L’inedito orario è dovuto alla diretta televisiva (Sportitalia), pertanto Ravenna deve mostrare la sua faccia migliore al Paese in una partita che, c’è da scommetterlo, riserverà mille insidie. Ci sono due ex, e piuttosto agguerriti, tra le fila dell’Assigeco, vale a dire il tecnico Gabriele Ceccarelli e il playmaker Gherardo Sabatini. Quest’ultimo sta disputando una stagione maestosa da titolare, con numeri da grande giocatore: 14 punti, 5.4 rimbalzi, 5 assist e quasi 2 palle recuperate a partita ed è uno che si esalta nelle difficoltà.
Sabatini, le ultime due gare, coincise con altrettante vittorie, l’hanno vista protagonista negli assist: rispettivamente 10 e 8. Numeri di livello.
«Ho molte responsabilità in questo gruppo. Gioco tanto e devo essere bravo a fare punti ma anche a smistare palloni. Ed essendo un playmaker mi piace molto mandare a segno i compagni».
Come vede la sua ex squadra, Ravenna?
«Secondo me è una buona squadra, l’unica pecca è che a volte sembra un po’ molle. Ha perso qualche punto per strada e forse adesso si trova leggermente al di sotto delle aspettative, ma ha il talento per riemergere, anche se non è tra le squadre che preferisco in questo campionato».
Ricorda il match di andata? Vinse Ravenna in rimonta per 80-79.
«È stato incredibile. Ce l’avevamo in pugno perché avevamo giocato una gara di grande carattere, poi è salito in cattedra Smith che ha fatto una delle sue partite e l’ha vinta quasi da solo. Sono due punti che avremmo meritato e che pesano sulla nostra classifica».
Che accoglienza si aspetta al Pala de André?
«A Ravenna sono stato molto bene, i tifosi mi apprezzavano. Non credo che avrò un’accoglienza troppo calorosa, in fin dei conti sono rimasto soltanto una stagione, ma non credo nemmeno che mi fischieranno».
In effetti tra i tifosi giallorossi ce n’è più d’uno che rimpiange la sua grinta e la sua personalità, cosa che un po’ manca alla squadra di quest’anno. La scorsa stagione sembrava addirittura sul punto di tornare, poi come andò?
«La grinta è sempre stata una delle mie caratteristiche e sono contento che i tifosi ricordino ancora le mie prestazioni. In effetti l’anno scorso sono stato vicinissimo a tornare. Io ero disponibile perché mi era stato promesso che nella stagione successiva, cioè questa, avrei fatto il playmaker titolare. Quella era la mia conditio sine qua non per tornare e sembrava che Martino mi volesse, poi Treviso e Ravenna non si sono messe d’accordo ed è saltato tutto».
Domenica si aspetta una gara sulla falsariga dell’andata?
«Dal punto di vista ambientale sarà diversa perché il Pala de André è un palazzetto molto caldo che fa sentire la propria voce. In campo invece credo che i ritmi saranno piuttosto alti, poiché siamo entrambe squadre che prediligono l’attacco alla difesa, pertanto potrebbe venire fuori una partita spettacolare giocata tutta sui nervi».
Dove vede Ravenna e dove la sua Piacenza alla fine della stagione regolare?
«Ravenna secondo me è nella posizione che le compete. Non la vedo né tra i top team, ma neanche tra quelle che lotteranno per i playout. Se loro arrivassero settimi e noi ottavi a me andrebbe benissimo».