Basket A1 donne, il primo bilancio di coach Seletti: «Spirito, tre vittorie e... Inzaghi: sono orgoglioso della mia E-Work Faenza»

Romagna | 11 Novembre 2024 Sport
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Luca Alberto Montanari
Arrivederci a domenica 24 novembre, quando al Bubani scenderà la corazzata Venezia. Il campionato di A1 va in letargo, causa sosta per le nazionali, ma il calendario concederà una settimana di riposo supplementare all’E-Work, che non scenderà in campo neppure il 17 novembre. Dopo le prime 6 giornate di campionato, chiuse con la pesante sconfitta contro Sesto San Giovanni, ma anche con un bottino davvero considerevole (6 punti), la parola passa a coach Paolo Seletti, che parte dall’ultima gara contro la Geas per poi analizzare questi primi due mesi davvero soddisfacenti.
Coach Seletti, partiamo dall’ultimo ko contro Sesto San Giovanni. Cosa ha lasciato?
«C’era molta differenza di valori e questo significa che contro le squadre di prima fascia non si compete. La gara non è durata neanche un quarto, c’era troppa differenza. Non è la prima volta, perché anche con Sassari era andata così. Il livello è questo, c’è una fascia con cui devi provare a vincere, una con cui devi provare a competere e una contro cui non si gioca. Per quanto fossimo in fiducia, con le prime quattro o cinque non si gioca. Non lasciatevi ingannare dalla loro classifica, che era figlia di un calendario durissimo».
A proposito di classifica: Faenza va alla pausa con 3 vittorie. Se lo sarebbe mai aspettato?
«Pensando alle partite alla nostra portata, abbiamo fatto 3/3. Due vinte in casa e una in campo neutro. Di meglio non potevamo fare. Siamo molto contenti. Il calendario non era male, ma questa era la prospettiva migliore e non era affatto scontato vincere tutte e tre le gare».
Un anno fa questo non avveniva. Cosa è cambiato dentro alla squadra?
«Diciamo che è proprio cambiata la squadra, non solo a livello di roster, ma anche in termini di atteggiamento e di prospettiva, di modo di stare in palestra, perché questa è una squadra che si migliora sempre. Questo aspetto è fondamentale: un anno fa Faenza non migliorava, oggi lo fa costantemente, allenamento dopo allenamento. Non c’è stato un giorno in cui io sia rientrato a casa, dopo una seduta in palestra, con cattive sensazioni. In 65 allenamenti, non ce n’è stato uno da buttare via. Questo non vuol dire che siamo più forti, ma abbiamo più senso di squadra e più spirito di sacrificio».
E poi avete scoperto delle giocatrici come Reichert, Fondren e Roumy, che si stanno ben comportando.
«Abbiamo azzeccato tre scommesse su quattro, sbagliando solo l’Usa sotto canestro, che abbiamo già salutato. Ma abbiamo pescato tre jolly. Siamo stati bravi e anche fortunati. Reichert è una giocatrice poco appariscente, che tende innanzitutto a lavorare per la squadra. Al di là dei punti e dei suoi exploit, come i 27 contro Battipaglia, la sua caratteristica principale è produrre gioco, essere generosa e anche sempre utile per la squadra. Quanto a Fondren, da quando alleno in A non ho mai trovato un’americana che si allena così forte e con questa voglia di lavorare. Tira il gruppo, è l’anima della squadra, la nostra guida. Non farà mai un passo indietro ed è un difensore strepitoso. Roumy, invece, è… Pippo Inzaghi. Una realizzatrice formidabile, perché ha il canestro nelle vene e lo vede da tutte le parti. Ovunque la metti, segna. Ha istinto, prende i rimbalzi offensivi, capisce prima dove va la palla. Ha una prospettiva di altissimo livello. Lei ce la porteranno via. Ci aspettiamo che arrivino gli avvoltoi. Per me Roumy è la migliore attaccante di Faenza dal ritorno in A1. Non voglio tirare in ballo Ballardini, ma siamo lì».
Ora avrete due settimane per ricaricare le pile, poi ci sarà un ultimo mese davvero tosto prima della pausa di Natale. Cosa si aspetta?
«Andremo alla ricerca di due vittorie da qui a Natale. Vorremmo vincere lo scontro diretto con le lombarde e poi magari un’altra partita tra San Martino, Derthona o Campobasso, mentre con Venezia alla ripresa sarà ingiocabile. Due vittorie prima di Natale sarebbero il regalo migliore».
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