Sapir, bilancio positivo con un utile di 4.5 milioni di euro. Parla il presidente Sabadini

Ravenna | 02 Luglio 2018 Economia
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Elena Nencini

Bilancio positivo per Sapir, il principale terminal operator del porto di Ravenna e uno dei più grandi in Italia, che chiude il 2017 con un utile di circa 4,5 milioni di euro. Si conferma la solidità della società che si sta riorganizzando in vista di future nuove sfide.

Nel 2017 i tre Pua (Piano urbanistico attuativo) portati avanti da Sapir hanno avuto un buon impulso, in particolare per quello che riguarda il Pua San Vitale che metterà a disposizione alcuni ettari di aree da gestire per nuovi piazzali e magazzini a servizio della attività caratteristica del gruppo.

Riccardo Sabadini, presidente di Sapir, presenta i dati della società e gli sviluppi futuri.

Sabadini, come sta andando il 2018?

«Nel 2018 ci sono segnali positivi per il porto, segnali sperati e in via di conferma: buoni i numeri di ferro e argilla. I primi mesi registrano un aumento di diversi punti percentuali di merci secche, in calo fertilizzanti e derrate alimentari (mangimi). Anche il traffico container dimostra segni di ulteriore interesse con le toccate anche di linee non presenti prima a Ravenna, anche se questo traffico risente più di altri del mancato approfondimento poiché le navi che li trasportano stanno aumentando le loro dimensioni. Quando, in pochi anni, il porto di Ravenna arriverà a -12.50 metri avremo delle possibilità più ampie e potremo ricevere anche navi decisamente più grandi che ci consentirebbero il salto qualitativo. Nel 2017 le banchine di San Vitale hanno movimentato merci per oltre 1,2 milioni di tonnellate, con un incremento molto importante degli inerti.

Quali sono i paesi con cui lavorate maggiormente?

«Sapir è molto legata al Mediterraneo, in particolare ai paesi dell'area Mena (Middle East – North Africa), ma l'altro grande orizzonte che si apre per tutto l’Adriatico è il progetto Belt Road Initiative (Bri) con il quale la Cina sta cercando di sviluppare i collegamenti tra il Far East e l'Europa sia via terra che mare. L'Adriatico dovrebbe essere un logico tramite tra il Far East e il nord Europa».

Quali investimenti avete fatto negli ultimi anni?

«In 5 anni il gruppo ha fatto investimenti estremamente consistenti per alcune decine di milioni di euro in gru e altro equipment di banchina per potere servire le navi che sono previste in aumento dimensionale. Ad esempio la società che si occupa di container ha gru che potranno servire le navi di dimensione massima che potranno entrare in porto approfonditi i fondali. Ci prepariamo per il futuro».

A che punto è sono i nuovi progetti e i relativi Pua?

«Nel 2017 i tre Pua che stiamo portando avanti hanno avuto un buon impulso. In particolare in marzo abbiamo avuto un positivo riscontro dalla Conferenza dei Servizi per il Pua San Vitale. Si tratta di diversi ettari da gestire a servizio del core business del gruppo, con nuovi piazzali e magazzini che permetteranno così al porto di ricevere e stoccare nuove merci. Il porto infatti soffre di carenza di spazi. Avere nuovi spazi significa avere la possibilità per tutti di crescere e migliorare in qualità. Il Pua San Vitale è quello che permetterà un miglioramento qualitativo in tempi molto ravvicinati. Abbiamo proseguito, in stretto rapporto con gli enti pubblici competenti, il percorso autorizzativo che riguarda l’area Trattaroli, vocata a ospitare il nuovo terminal container e il Pua Logistica. Si tratta in totale di circa un centinaio di ettari di terreni destinati a ospitare nuove iniziative imprenditoriali. Nessun porto italiano ha tali spazi nei quali potersi sviluppare ».

Su cosa è importante puntare per il futuro?

«Per quanto riguarda il nostro gruppo, oltre a cercare di confermare l’andamento positivo dell’ultimo periodo, stiamo puntando a una riorganizzazione della società che dia prospettive per il futuro. Per la città è importante creare nuove professionalità sul territorio legate al mondo della logistica. Per questo portiamo avanti i progetti di alternanza scuola lavoro con le scuole, ma stiamo anche sostenendo il nuovo master in logistica dell'università di Ravenna. Abbiamo una forte esigenza di professionalità. E' importante per la città per avere chances in più».

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