Ravenna, scoperta centrale di spaccio di cocaina. Arrestata coppia
La Polizia di Stato ha arrestato una coppia di cittadini albanesi, 41 anni lui, e 21 lei, per detenzione illegale di droga. Un’intensa attività investigativa, con pedinamenti ed appostamenti, ha permesso agli investigatori della Squadra Mobile di Ravenna insieme ai colleghi di Forlì, di individuare un’abitazione nel centro di Ravenna adibita a centrale di spaccio; molte le frequentazioni di quella casa, persone distinte ed insospettabili provenienti da fuori città, che si recavano lì per soddisfare le proprie esigenze di stupefacenti.Nella serata del 3 ottobre scorso è scattato il blitz e i poliziotti hanno fatto irruzione all’interno della predetta residenza, sorprendendo all’interno i due stranieri. Durante la perquisizione dell’appartamento, gli investigatori hanno rinvenuto dentro un grosso vaso, due involucri contenenti circa 140 grammi di cocaina, due bilancine di precisione ed un coltellino richiudibile con tracce della sostanza confezionata; nella vicina stanza adibita a soggiorno e camera da letto, all’interno di una cassettiera, sono stati trovati tre telefoni cellulari, un portafoglio ed un salvadanaio contenenti più di duemila euro in banconote di vario taglio.In Questura i due sono stati sottoposti ai rilievi di polizia scientifica, e dichiarati in arresto per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, dopodiché sono stati associati rispettivamente al carcere di Ravenna ed alla sezione femminile della casa circondariale di Forlì, a disposizione della Procura della Repubblica di Ravenna. Lui annoverava alcuni alias e precedenti anche per reati inerenti il traffico di droghe mentre la donna, anche lei disoccupata, è risultata sconosciuta agli schedari di Polizia. Gli investigatori, insospettiti del possesso da parte dell'uomo di un passaporto di nuova emissione, hanno svolto sul suo conto ulteriori approfondimenti; molte le anomalie emerse: ad esempio dopo le tracce sul territorio nazionale a cavallo degli anni 2000, son denunce a suo carico, è “scomparso” per circa dieci anni, per riapparire poi con un documento nuovo.Incrociando vari dati e riscostruendo anche gli ultimi suoi passaggi in luoghi di detenzione è stato possibile svelare, attraverso il prezioso contributo degli specialisti di dattiloscopia della Polizia Scientifica di Bologna, come l’identità attuale fosse collegata ad altro nome Julian, appartenente a un soggetto latitante dal 2008, sul cui conto gravava un provvedimento di esecuzione pene concorrenti emesso dalla Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Bologna, per l’espiazione di 4 anni e 2 mesi di reclusione per reati in materia di stupefacenti. Pertanto, nei suoi confronti si è proceduto con la notifica in carcere della cattura.