Ravenna e Faenza, viaggio tra le discoteche locali, dove si punta su prevenzione e metaldetector

Ravenna | 14 Dicembre 2018 Cronaca
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Federica Ferruzzi e Federico Savini - Sei morti e 120 feriti è il bilancio di una serata che sarebbe dovuta essere di musica e divertimento a Corinaldo, nelle Marche, a non troppi chilometri di distanza dalla nostra provincia. Tantissimi giovani si erano riuniti nella discoteca «Lanterna Azzurra» per festeggiare cinque istituti superiori di Senigallia ed ascoltare il dj set del trapper SferaEbbasta, ma a causa dello spruzzo di spray urticante la serata è finita in tragedia anche per misure di sicurezza pare non all’altezza.
«PUNTARE SULLA PREVENZIONE» «Non spostiamo l’attenzione dal colpevole - tiene a precisare Manuel Calderoni, del Giradischi Club di Faenza -. L’opinione pubblica fa il suo corso e i social alimentano la confusione, ma quello che è successo a Corinaldo è opera di una persona che non ha considerato la gravità delle sue azioni. La risposta sta nella possibilità di fare prevenzione e ci deve essere certezza della pena, perché in mancanza di questo l’emulazione di simili gesti potrà continuare a propagarsi».
«ATTENTI ALLE EMULAZIONI» Calderoni ci tiene a fare chiarezza sulle responsabilità e a non creare allarmismo nel settore dei locali da ballo, anche perché «appena due giorni dopo la tragedia di Corinaldo – fa notare Calderoni – è accaduto un episodio simile in una scuola di Pavia, con una trentina di intossicati. La discoteca fa sempre più notizia e l’episodio del 7 dicembre è tragico, ma queste assurde bravate con lo spray urticante ci sono da 4-5 anni; è capitato anche in ristoranti e centri commerciali. E’ un problema che riguarda i locali affollati, non per forza quelli notturni. Dargli troppo risalto è comunque pericoloso, perché può aumentare l’emulazione». Al Giradischi, peraltro, di spray al peperoncino lanciato in aria ne sanno qualcosa. «E’ accaduto due volte - racconta Manuel -. Una un mese fa e la prima volta circa tre anni fa. Per noi, in definitiva, si è trattato di efficaci prove di evacuazione. Ai Giradischi abbiamo tre uscite: due sul retro, in un giardino interno dove non si corrono pericoli, e una davanti. In entrambi gli episodi, nel giro di venti minuti i ragazzi sono tornati dentro a ballare. La sicurezza funziona anche perché gli addetti sono esperti e formati, ci sono dei piani di evacuazione e curare queste cose fa parte del nostro lavoro, senza contare che i soci dei Giradischi sono tutti genitori, quindi siamo sensibili al tema. E poi i controlli ci sono, noi ne abbiamo avuti diversi quest’anno. La Romagna è ricca di eventi, è una delle cose belle di questo territorio e anche per questo la sicurezza viene curata». Ma è possibile prevenire chi utilizza quella che è, a tutti gli effetti, un’arma per la difesa personale in senso offensivo? «Anzitutto questi episodi non vanno lasciati impuniti - Calderoni ribadisce il concetto - e la pena deve essere certa. Non dimentichiamo che esistono anche persone allergiche a questi spray, quindi usarli senza motivo è particolarmente grave. La certezza della pena è un primo deterrente. Noi controlliamo gli zainetti all’ingresso, ma non possiamo fare vere perquisizioni. Conosciamo le persone che hanno già creato problemi, magari in altri locali, e le lasciamo fuori. E poi abbiamo già sperimentato l’uso di metal detector da aeroporto, che può funzionare bene come deterrente per i malintenzionati. La prevenzione e la formazione degli addetti alla sicurezza rimane la via da seguire».
PREVENZIONE AL KOJAK E MATILDA «Fresco» di revisione, il Kojak di Porto Fuori ha subito i controlli di verifica degli impianti appena due settimane fa, come racconta Nicola Rossi, uno dei gestori del locale, che tiene a precisare come, con la nuova gestione, anche la frequentazione sia cambiata. «Da quando siamo subentrati, la clientela si è diversificata e sono cambiate le serate. Proprio due settimane fa abbiamo ricevuto la visita di Vigili del Fuoco, personale di Arpa e ingegneri per la verifica della sicurezza del locale, ed è risultato tutto a posto. Se si naviga su facebook pare che tutti siano nati imparati e sembra facile fare prevenzione, ma uno spray al peperoncino può essere facilmente occultato e sfuggire ai controlli. Noi cerchiamo di non far entrare chi è gia ubriaco o chi ha arrecato danni in passato, ma pensi che, proprio per questo, tre anni fa la stampa locale ci accusò di razzismo per aver vietato l’ingresso al Santa Fe a persone ubriache, mentre cercavamo solo di fare prevenzione». Gli stessi gestori si occupano anche di una delle poche discoteche ravennati estive, il Matilda di Marina di Ravenna, dove, dicono, «le norme e l’attenzione alla sicurezza sono sempre le stesse. Abbiamo in gestione il locale dal 2010 e devo dire che non abbiamo mai avuto grossi problemi e anche lì cerchiamo di evitare l’ingresso a chi è già ubriaco». Se il venerdì la serata è più tranquilla, il sabato «stiamo più vigili perchè prima ci sono gli happy hour in spiaggia. Devo dire, però, che negli ultimi anni l’attenzione all’interno del locale è stata molto alta e questo ha contribuito a garantire la sicurezza evitando situazioni spiacevoli».
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