Innocenzo Titone (Omc 2017): «Gas fondamentale per un passaggio graduale alla green economy»
«Stiamo tirando le fila con le ultime conferme importanti dal bacino del Mediterraneo. Direi che è quasi tutto pronto per l’edizione 2017 della manifestazione che avrà uno sguardo nuovo e come sempre attuale sull’offshore e sull’energia che va sempre più verso un mix di fonti in attesa che le rinnovabili siano una soluzione applicabile». A un mese da Omc, la principale manifestazione del settore oil&gas del Mediterraneo, il curatore Innocenzo Titone tratteggia così l’atteso evento biennale che si terrà al pala De Andrè di Ravenna dal 29 al 31 marzo prossimo.
Quale sarà il filo conduttore?
«Il tema è la transizione come passaggio, alla luce della sottoscrizione da parte di 190 stati dell’accordo di Cop21, ad un’economia a bassa emissione di carbonio. A questo tema il settore offshore può dare un grosso contributo. Infatti, tra gli elementi che possono favorire la transizione, c’è in primis il gas naturale che ha il 50% di emissioni inferiori al petrolio ed è lo strumento principale per traghettare il mondo verso un’economia low carbon».
E le grandi compagnie petrolifere?
«Non sono più compagnie petrolifere, ma energetiche. Prendiamo l’Eni: in Algeria, Egitto, Ghana, Tunisia e Italia sta utilizzando vecchi impianti dismessi per costruire centrali di grosse dimensioni alimentate con fonti rinnovabili, soprattutto utilizzando il fotovoltaico. Total ha acquisito società di stoccaggio in quanto buona parte dell’energia verde è discontinua, mentre la norvegese Stat Oil ha creato un fondo statale da 200 miliardi di dollari da investire sulle rinnovabili. L’oil&gas sta già guardando a una transizione. Le previsioni dicono però che nel 2040 la componente fossile non potrà essere ancora totalmente sostituita. Però dobbiamo già ragionare seriamente su come accompagniamo questa transizione».
Quali sono i numeri che vi aspettate?
«Con fatica per via delle riduzioni dell’ultimo biennio, stiamo proponendo gli stessi eventi dell’ultima edizione, i 700 espositori sono pressoché confermati e ci aspettiamo lo stesso numero di delegati e visitatori».
Il settore energetico legato al mondo petrolifero viene da due anni difficili. Che 2017 prevede?
«Sarà un anno molto piatto dal punto di vista dei prezzi del petrolio che si assesteranno intorno ai 55 dollari al barile. Si sentirà l’influenza delle estrazioni statunitensi che sono riuscite a trovare modi di estrazione di shale oil e shale gas a cifre più basse. Tutto sommato si tratta di un prezzo abbastanza accettabile che può far ricominciare la ricerca e penso che, gradualmente, si muoverà qualcosa».
Come si può allentare la crisi del settore in Italia? Può fare qualcosa in più la politica?
«La politica dovrebbe prestare meno attenzione a chi dice che non dovranno più esserci fonti fossili dal 2020, ma lavorare a una transizione seria: eliminare il petrolio dall’oggi al domani è impossibile. Inoltre bisognerebbe ragionare che per importare il gas dalla Russia, il 15% viene bruciato strada facendo per il trasporto stesso nei gasdotti. Estrarre in Italia porterebbe un notevole risparmio ambientale, oltre che economico».
Quali opportunità offre l’Alto Adriatico?
«E’ una realtà ben nota con volumi già accertati. Inoltre è stato dimostrato che non crea subsidenza nell’entroterra. Mi auspico una ripresa delle estrazioni: non farla sarebbe folle».
Omc ha un respiro internazionale. Il distretto offshore ravennate è ancora competitivo?
«Dal punto di vista tecnico, di risorse umane e organizzativo sicuramente sì. Anche le nostre imprese stanno lavorando per la transizione, in quanto sono realtà ad alto contenuto tecnologico che possono formare tecnici anche per il settore delle rinnovabili. Investire nell’oil&gas crea occupazione, utili che possono essere usati per incentivare le rinnovabili, e capacità tecnologiche che possono essere facilmente riconvertite per le rinnovabili. Come ha detto recentemente la prima ministra norvegese utilizziamo le capacità di questo settore per guidare la transizione: in questo modo creiamo opportunità per i nostri figli».
Christian Fossi