Immigrazione: a febbraio due bandi del Comune, a cui spetta la gestione del fenomeno. Ne parliamo con l'assessore Valentina Morigi

Ravenna | 12 Febbraio 2017 Cronaca
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Federica Ferruzzi La presenza degli stranieri, nel comune di Ravenna, si rivela sostanzialmente stabile nonostante l’aumento di minori non accompagnati e i rimpatri dovuti alla perdita di lavoro. A fare il punto sulle politiche di accoglienza, da febbraio gestite dal Comune, è l’assessore all’Immigrazione Valentina Morigi. Qual è la fotografia, ad oggi, dell’immigrazione nel nostro comune? «Al 31 dicembre 2016 gli stranieri residenti sono stati 19.449, dato sostanzialmente in linea con quello degli anni precedenti, anche se abbiamo notato diversi rimpatri causati dalla diminuzione di posti di lavoro». Quali sono le nazionalità maggiormente rappresentate? «Le provenienze più significative vengono dalla Romania - nel 2016 abbiamo avuto 4413 presenze -, Albania - a quota 2879 - e Senegal, paese che ha fatto registrare 1087 persone». Dal 2017 i profughi verranno gestiti dal Comune e non più dalla Prefettura, come vi state organizzando? «A breve usciremo con bandi relativi alla gestione dell’accoglienza, scelta che corrisponde alla volontà di governare il fenomeno. Noi siamo stati tra i primi Comuni, nel 2000, ad aderire al piano nazionale asilo e siamo stati sempre tra i primi a gestire, tramite lo Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), le modalità di seconda accoglienza. La scelta, però, non è legata solo alle competenze che i funzionari amministrativi hanno maturato nel corso degli anni, ma soprattutto alla volontà politica di governare il fenomeno con un modello innovativo che metta al centro la lingua come veicolo di inclusione sociale e preveda la cittadinanza attiva di chi viene accolto. Un esempio sono i profughi che, tramite la cooperativa Persone in Movimento, si occupano della manutenzione di alcune aree verdi della città. Quando usciranno i bandi? «Entro fine febbraio il Comune pubblicherà due bandi per individuare i soggetti gestori dell’accoglienza: uno sarà rivolto a coloro che si occuperanno dell’accoglienza vera e propria, relativa al vitto, alloggio, assistenza anche legale e coinvolgimento in azioni di cittadinanza attiva; l’altro verterà sull’insegnamento della lingua italiana che verrà svolto nelle sedi decentrate del Comune di Ravenna. Chi si candida, inoltre, supporterà la formazione di tutti i soggetti che gestiranno l’accoglienza, garantendo così una rete di supporto. L’idea è quella di superare la logica dell’emergenza e della straordinarietà, traghettando i soggetti gestori verso lo Sprar, modello che consente una rendicontazione più puntuale e trasparente ed è improntato su un’accoglienza più stabile e non di passaggio. Abbiamo scelto una modalità diffusa, il che significa che le persone, fino a un massimo di 15, non saranno ospitate in albergo ma in luoghi di vita quotidiana. Abbiamo inoltre escluso dai bandi tutta l’area dei lidi e la ‘partita’ verrà monitorata non solo dagli uffici del Comune, ma anche dal consiglio comunale e dalla competente commissione consigliare, perchè siamo convinti che questo processo riguardi la società. Vogliamo infatti che il progetto diventi l’occasione per creare legami di comunità, per approdare ad una società più coesa, interculturale e solidale». Un fenomeno molto presente è quello di minori non accompagnati: quanti sono e quali sono i progetti dedicati? «Anche il nostro Comune, come quelli vicini, sta fronteggiando il tema degli arrivi di minori stranieri non accompagnati che non passano dagli hub e dai cas (centri di accoglienza straordinaria). Spesso sono ragazzi albanesi che vengono lasciati sul territorio dai genitori. Noi abbiamo il dovere di accoglierli, esiste un obbligo normativo, ma contestualmente attiviamo tutte le reti parentali presenti in loco. In secondo luogo abbiamo una collaborazione, per i neo maggiorenni, con l’associazione ‘Agevolando’, realtà che si occupa della tutela di giovani fuori famiglia. Un altro versante è invece rappresentato dai minori non accompagnati che arrivano dall’hub di Bologna e che collochiamo in strutture ‘diffuse’. Proprio a fine mese è prevista una visita della commissione consiliare in questi appartamenti». In termini di immigrazione, qual è l’urgenza a cui state facendo fronte? «Più che di urgenze, ci stiamo occupando del monitoraggio di minori stranieri non accompagnati, siamo concentrati sul bando in uscita e stiamo lavorando ad una nuova programmazione culturale. Inoltre a marzo ospiteremo la settimana contro il razzismo, ripartirà il festival delle Culture e collaboreremo con la rassegna ‘Scritture di frontiera’, che ospiterà scrittori e giornalisti per riflettere sul tema dei confini e delle migrazioni. Vogliamo parlare di migranti e dare loro la parola, perchè se non c’è conoscenza e comprensione di ciò che sta accadendo le azioni di contrasto non si fermeranno. Vogliamo assumerci la responsabilità politica affinchè il fenomeno venga governato».
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