Al Socjale la bossa nova di Toninho Horta e le memorie di provincia di Elena Bucci
Hanno entrambi a che vedere con l’«identità» i due eventi che aprono la stagione del teatro Socjale di Piangipane, nuovamente diretta da Christian Ravaglioli e nuovamente all’insegna del doppio binario musicale e teatrale. Venerdì 9 si partirà all’insegna della tradizionale vocazione musicale della sala di Piangipane, che alle 21.30 (ingresso 18 euro) vedrà salire sul palco un grande chitarrista carioca: Toninho Horta. Accompagnato da Piero Odorici al sax e Gilson Silveira alle percussioni, Horta porta in scena il concerto «Tribute to Getz and Jobim», in pratica una carrellata delle immortali composizioni che hanno reso la bossa nova un linguaggio universale, capace di dare nuova luce all’immagine di un Brasile fin lì troppo stereotipato e che grazie a un ambasciatore del jazz come Stan Getz portò le canzoni di Jobim – già cesellate in patria dal genio inarrivabile di un interprete come Joao Gilberto – in tutto il mondo. Prima di Horta, l’apertura della serata sarà affidata al trio della cantante Nilza Costa, accompagnata da Daniele Santimone, Massimo Zaniboni e Roberto Rossi, secondo la linea del Socjale di far esibire in una sala prestigiosa i migliori talenti del nostro territorio.
Ed è un talento di rilievo nazionale, ma è pur sempre una russiana, l’attrice e autrice Elena Bucci, in scena sabato 10 (ore 21.30, ingresso 10 euro) con il monologo Di terra e d’oro. Un testo, recitato con l’accompagnamento musicale di Dimitri Sillato, che racconta del «pensiero del lavoro e a persone e personaggi della mia terra e della mia memoria», particolarmente indicato per il palco del Socjale vista la capacità evocativa di un mondo – nello specifico la Russi del dopoguerra – che nella performance della Bucci acquista una respiro universale, senza affievolire l’intimo calore del ricordo puramente personale.