L’iter dell’introduzione dell’articolo 293-bis nel codice penale non è ancora cominciato, ma le polemiche ed i dissidi non hanno tardato ad arrivare. La proposta di legge Fiano, quella in questione, introdurrebbe il reato di propaganda del regime fascista o nazifascista. Questo non significa solo che non ci si potrebbe più far inquadrare dalle telecamere allo stadio, mentre si ostenta il saluto romano, ma diventerebbe illegale qualsiasi tipo di attività o manifestazione di carattere «nostalgico» o «commemorativo». Ad esempio, la compravendita di souvenir e gadget con stampate foto del duce o sue citazioni diventerebbe a tutti gli effetti reato. La suddetta attività è molto redditizia per il comune di Predappio, città natale di Mussolini, nonché patria di negozi e negozietti zeppi di magliette, sciarpe, cappelli, tazze, bavaglini, busti, statuine e altro, dove nulla è esposto in vetrina senza il volto del duce o un suo aforisma stampato sopra. E come dovrebbero reagire coloro che hanno da sempre vissuto di questo, una volta persa la licenza di vendita? Cosa pensano della proposta di legge Fiano? Proprio a queste domande i commercianti hanno risposto piuttosto sbrigativamente, farfugliando che non intendevano discuterne, al massimo si sarebbero «arrangiati». Solo Enrico Pompignoli, il titolare di uno dei più rinomati, il Tricolore, si è trattenuto per poco di più. Tra un’invettiva contro il sistema di assegnazione delle case popolari e un’accusa ai politici di oggi, ha dichiarato che dubitava che sarebbero riusciti a togliergli la licenza che possiede da più di quarant’anni, aggiungendo che non capiva che male potesse fare una foto su una maglietta. In realtà in alcuni di questi negozi non si vendono solo foto e magliette, ma articoli come body per neonati con il saluto romano e la scritta «Bisogna educarli da piccoli» e manganelli «nuovi o usati». Ogni negozio, specialmente di domenica, è affollato di visitatori. Mussolini, a quasi cent’anni di distanza, continua ad affascinare giovani e meno giovani. Esiste una legge che proibisce la formazione di un partito fascista, la legge Scelba, e già dal 1952. Ma ora, legge Fiano alla mano, si vorrebbe punire ogni forma di apologia del fascismo con la reclusione da sei mesi a due anni e una foto su una maglietta basterebbe a far scattare provvedimenti. Ciò accadrebbe se la legge dovesse concludere il suo travagliato percorso, ottenendo il via libera dal senato.