Studiare Medicina, un sogno diventato realtà a Ravenna e a Forlì: «Pochi spazi adeguati, ma lezioni interessanti»

Emilia Romagna | 06 Novembre 2022 Lab 25
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Jessica Gonelli - La carenza di nuovi medici è un problema che interessa l’Italia da diversi anni e che è emerso ancora di più durante l’emergenza pandemica. L’Università di Bologna, che già ospita la Facoltà di Medicina e Chirurgia, tre anni fa ha aperto altri due campus, a Ravenna e a Forlì. Lab 25 ha intervistato Mirella Falconi, Docente di anatomia umana e Coordinatrice del corso di Medicina e Chirurgia di Ravenna: «Il primo corso ha avuto inizio nell’anno accademico 2020-2021 e, da allora, ogni anno accogliamo a Ravenna 95 studenti». Il contingente di Ravenna e quello di Forlì si sono aggiunti a quello già esistente a Bologna e, in questo modo, il numero di studenti di Medicina che accoglie Unibo è notevolmente aumentato. Il campus di Ravenna ha sede all’interno dell’ospedale della città, in uno spazio che è stato riadattato per accogliere gli studenti: «Al momento – dice la Coordinatrice del corso – abbiamo un laboratorio veramente all’avanguardia per far fronte alle esigenze degli studenti del primo biennio e un’aula magna che ospita l’intero corpo studentesco. Stiamo ultimando anche la ristrutturazione di ulteriori spazi». L’annessione alla struttura sanitaria permette agli studenti di vivere all’interno della realtà ospedaliera fin dall’inizio del loro percorso, attraverso laboratori e tirocini. La costruzione del nuovo campus è stata favorita dalla collaborazione dell’Ausl e dai contributi economici dell’amministrazione comunale e delle realtà locali. «Abbiamo appena accolto la terza classe di studenti - spiega Falconi - perché la normativa prevede che il corso si attivi un anno alla volta, fino ad arrivare alla conclusione dei sei anni del percorso. Il corso, così come quello di Forlì, è del tutto sovrapponibile a quello di Bologna».

RICCARDO SILVERI (CAMPUS DI RAVENNA)
Riccardo è il terzo anno e ha iniziato a frequentare il campus di Ravenna proprio quando è stato aperto. È all’interno di un gruppo studentesco che, guidato dai rappresentanti degli studenti, discute di problematiche e di idee che possono giovare al nuovo campus di medicina. Frequentare una nuova struttura, dice Riccardo, ha vantaggi e svantaggi: «Essere meno di un centinaio per anno è una comodità: i professori ci seguono più da vicino e con un’attenzione che a Bologna è sicuramente inferiore. Ma essere in un campus nuovo, in certi casi, vuol dire anche fare tutto per la prima volta. Per esempio, non c’è una strada aperta da seguire per il percorso Erasmus perché gli studenti di Medicina lo possono fare solo al quarto anno e, a Ravenna, un quarto anno ancora non c’è». Per fortuna, la collaborazione tra studenti e professori è sempre alta: «Noi studenti – spiega Riccardo – abbiamo un bel rapporto con i professori e i coordinatori di corso. Ogni volta che sorge un problema abbiamo modo di parlarne con loro che sono sempre al lavoro per trovare una soluzione». Il problema più grande è sicuramente la mancanza di spazi: «Il campus - dice Riccardo - è all’interno di un padiglione dell’ospedale dedicato, ma alcuni spazi devono ancora essere ultimati. Al momento, quindi, ci sono le aule e i laboratori più specializzati, ma solo un’aula studio che non riesce ad accoglierci tutti. Ogni anno aumentiamo e lo spazio ancora non è adeguato, ma anche in questo caso ci stanno lavorando. È solo questione di tempo». La cosa più preziosa, per Riccardo, è la collaborazione con l’ospedale: «Quest’anno inizierò il tirocinio in ospedale, ma ho già preso confidenza con l’ambiente negli scorsi due anni. Essere dentro alla struttura ospedaliera, ed essere un numero esiguo, ci permette, per esempio, di svolgere alcune lezioni del corso di Chirurgia generale direttamente dentro al reparto».

LUDOVICA MISEROCCHI (CAMPUS DI RAVENNA)
Ludovica frequenta il secondo anno di Medicina e Chirurgia a Ravenna. Ci ha spiegato quanto sia stato stimolante per lei iniziare questo percorso in una sede nuova: «È stato, ed è tutt’ora, un esperienza entusiasmante perché ti senti partecipe di qualcosa di nuovo, innovativo, che sta crescendo anche grazie al tuo contributo». Per Ludovica fare parte di una realtà nuova e più contenuta, per esempio rispetto a Bologna, è sicuramente un vantaggio: «In classe siamo una novantina di studenti e questo ci permette di avere un certo rapporto con gli insegnanti, sempre disponibili ad ascoltarci e aiutarci, e anche tra di noi. Ci conosciamo tutti e ormai si è instaurato un rapporto di aiuto e rispetto reciproco». Il campus, all’interno dell’ospedale, è attrezzato per accogliere gli studenti, che aumentano anno dopo anno: «Man mano che si aggiungono nuovi studenti - dice Ludovica - notiamo, per esempio, la mancanza di aule studio che possano accoglierci tutti, ma la costruzione di ulteriori spazi è in corso. Intanto, possiamo già usufruire di laboratori attrezzati: abbiamo un aula con microscopi per le esercitazioni di istologia e anatomia microscopica, un’aula con l’Anatomage, un tavolo di simulazione anatomico e un laboratorio di fisiologia». Ludovica ci ha raccontato che, al momento dell’esame di ammissione, la sua prima scelta era Bologna, ma ora sta apprezzando sempre di più Ravenna: «Mi trovo veramente bene. Si respira un bel clima e le iniziative per integrarci, sia nella città che nell’ambiente ospedaliero, non mancano mai».

VIOLA SAVINI (CAMPUS DI FORLI’)
Viola ha iniziato a studiare Medicina a Forlì tre anni fa: il suo primo anno è coinciso con il primo anno del campus stesso, situato all’interno del teaching hub, un complesso che ospita aule, laboratori, mensa e biblioteca. «Il campus - dice Viola - è di recentissima costruzione, quindi adeguato negli spazi. Ci sono aule di diverse dimensioni e diverso uso, una mensa con agevolazioni per gli studenti e un’ampia zona verde fuori. Vicino ci sono anche dei parcheggi molto comodi per chi raggiunge l’università in auto. In ogni caso la struttura è in centro e a due passi dalla stazione». Anche il campus di Forlì collabora con l’ospedale della città, come ci spiega Viola: «C’è una zona intera dell’ospedale, il padiglione Valsalva, che ospita laboratori che noi studenti di medicina frequentiamo fin dal primo anno. Quest’anno seguo interamente le lezioni in ospedale e, sempre qui, presto inizierò il tirocinio».
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