Un passaggio preliminare dovuto, quello della richiesta di parere della Commissione competente - come stabilisce la legge regionale 29/2004 - prima della delibera che andrà oggi in Giunta sull’approvazione dei bilanci, corredati dei pareri dei Collegi sindacali, del Comitato di indirizzo per le Aziende Ospedaliero-Universitarie e del Consiglio di indirizzo e verifica per gli Irccs, oltre che dei pareri delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie.
Numeri dovuti a un duplice fattore: il costante aumento dei costi, necessari per continuare a garantire, e migliorare, i livelli di cura e assistenza dei cittadini, riconoscere doverosamente i rinnovi contrattuali al personale, abbattere le liste d’attesa e soddisfare la crescente domanda di servizi sanitari, a cui non corrisponde, però, un adeguato finanziamento a livello nazionale.
“Se non ci sarà un incremento sostanzioso dei fondi stanziati a livello nazionale non solo in valori assoluti ma anche rispetto al Pil- la preoccupazione espressa da Fabi a conclusione del suo intervento- non potremo stare tranquilli neppure per gli anni futuri. L’incremento dei costi sostenuti dalle Aziende sanitarie, a cui peraltro si accompagna un aumento dei ricavi, è legato alla duplice necessità di soddisfare la crescente domanda di servizi e di continuare a garantire e a migliorare l’assistenza e le cure per i cittadini dell’Emilia-Romagna e per i tanti che nella nostra regione vengono a farsi curare. Lo squilibrio- ha aggiunto l’assessore- tra il non incremento del finanziamento e la necessità, invece, di potenziare l’offerta per abbattere le liste d’attesa, a cui non sono state dedicate risorse nazionali aggiuntive, provoca inevitabilmente questi effetti. Ancora una volta la Regione Emilia-Romagna provvederà con risorse proprie all’integrale copertura del disavanzo, ma è fondamentale che il Governo faccia la sua parte: la sanità pubblica e universalistica è il bene più prezioso che abbiamo e merita di essere finanziata adeguatamente, a rischio c’è la sua stessa esistenza”.