Ravenna, Vitiello (ad Docks Cereali): «Aspettiamo i lavori in banchina. Cereali strategici per l'hub»

Emilia Romagna | 13 Dicembre 2024 Economia
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Elena Nencini
E’ nata nel 1960 la Docks Cereali, con la sfida di garantire una banchina di sbarco alle navi che portavano i cereali e le farine da oltre oceano, creare le condizioni per uno stoccaggio sicuro delle merci e quindi offrire la possibilità di caricare gli autocarri per soddisfare la richiesta emergente dei mangimisti e degli allevatori. Oggi conta un terminal con circa 215.000 mq.  A disposizione, una banchina di 650 metri con un pescaggio di 10,5 metri. Se nel 2023 erano state 1 milione e 400mila le tonnellate di merci movimentate nel 2024 i dati sono stabili. Le merci principali sono cereali, sfarinati, fertilizzanti, inerti, rinfuse in genere, sacchi, big-bags, slings. L’ad di Docks Cereali Riccardo Vitiello racconta il 2024. 
I cereali continuano ad essere una merce strategica per il porto di Ravenna?
«Dopo aver avuto i primi mesi abbastanza scarsi nel 2024 e dopo aver dovuto superare alcuni problemi agli impianti di sbarco, le massicce importazioni di cereali e sfarinati del secondo trimestre ci consentiranno di confermare (se non di superare leggermente) i quantitativi movimentati nel 2023 che già erano un buon risultato. I cereali e le rinfuse in genere, compresi i materiali ferrosi, costituiscono l’ossatura principale del porto di Ravenna. In questo contesto Ravenna è tuttora il maggior ricevitore di derrate alimentari e zootecniche a livello nazionale ed uno dei principali a livello europeo. Docks Cereali è il terminal più sviluppato a livello locale e nazionale».
Le provenienze dei materiali sono cambiate o rimaste invariate?
«Sono confermate come nel 2023 le provenienze: dall’Ucraina arriva il grano sia per l’alimentazione umana che per gli animali, una parte dalla Turchia, mentre dal Nord Europa e dal Canada giunge il grano di alta qualità. Sfarinati e semi oleosi da Argentina e Brasile. Più in generale possiamo dire che è diminuita la produzione di grano in Ungheria per la siccità, così come è diminuita la produzione nazionale. Abbiamo quindi avuto una maggiore quantità di importazione».
Lo scorso anno stavate aspettando il potenziamento del raccordo ferroviario. Sono conclusi i lavori? 
«I lavori partiranno a breve con un lieve ritardo dovuto a questioni burocratiche che non dipendono dal terminal. Saranno ultimati nel corso del 2025. Tutti i lavori svolti all’interno di un terminal privato devono avere l’approvazione di Rfi perché anche uno sviluppo di treni in un’area privata comporta un’immissione maggiore sulla rete pubblica».
L’anno scorso aveva dichiarato che era necessario avere i fondali a -12.5 m. per essere competitivi. Adesso che ci sono cosa ne pensa?
«Aspettiamo l’adeguamento e il rifacimento delle banchine (che peraltro sono state recentemente declassate dalla Capitaneria di porto a -10.20-10.50). Se i -12.50m sono solo in mezzo al Candiano le navi in arrivo non possono attraccare. Per il momento è inutile per noi e per buona parte degli operatori».
Progetti per il 2025?
«Sicuramente l’acquisto di una nuova tramoggia e di potenziare gli impianti di sicurezza».    
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