Ravenna, terza puntata nelle botteghe degli artisti del mosaico, con De Luca, Nittolo e Naddeo

Elena Nencini
Si chiude il nostro viaggio nel mondo dei laboratori del mosaico con quest’ultimo articolo. Un momento particolarmente proficuo per gli artisti di Ravenna come dimostrano le mostre organizzate in regione, ma non solo.
LA TONALIZZAZIONE DI DE LUCA
Una mostra alla carriera si potrebbe definire l’esposizione di Marco De Luca che si terrà in autunno alla raccolta Lercaro di Bologna, all’interno della Biennale del Mosaico internazionale di Ravenna. Un working in progress, organizzato dal direttore del museo Giovanni Gardini che ci tiene a dare spazio ai mosaicisti ravennati, come sottolinea: «Negli scorsi anni ci sono state iniziative che hanno coinvolti i CaCO3, poi Silvia Naddeo e adesso De Luca. Mi piace che ci sia uno spazio nell’Osservatorio dell’arte, per gli artisti ravennati». De Luca sottolinea come «mi è piaciuta l’idea di non esporre a Ravenna per la Biennale, credo che sia interessante fare delle collaterali fuori città per allargare il proprio pubblico». Al momento, continua De Luca: «Sono previste per questa mostra una ventina di opere, un paio di dimensioni notevoli, come le Pale di San Martino, di oltre 2 metri di altezza. Continuo a portare avanti la mia ricerca sul colore, sulla tonalizzazione con soggetti non figurativi, spesso scelti da particolari della natura, che sono poi ingigantiti e non più riconoscibili. Ormai produco con parsimonia».
NADDEO: «IL CIBO NEI MIEI MOSAICI»
Ha vissuto a Ravenna per tanti anni, dove insegna all’Accademia di Belle Arti, ma ha scelto di vivere a Vicenza, anche se molto del suo mondo artistico ruota intorno alla città bizantina. Come spiega Naddeo: «Sono in una fase creativa, penso alla Biennale del mosaico a ottobre, ma sono in attesa di una proposta importante che avrà sempre come focus il cibo, da diversi anni al centro delle mie ricerche». Tra i progetti conclusi da poco la mostra a Bologna: «“Turbolenta reloaded” è stata una personale presentata a Riccione per la Biennale del mosaico e poi riadattata per la Raccolta Lercaro a Bologna. Un’esperienza sensoriale visiva e tattile, alla scoperta dei significati che il cibo assume nel nostro contesto sociale fra la ricerca del cibo “sano”, ecologicamente prodotto e perciò “antico” e intriso di memoria e il cibo industriale di oggi». Al centro del mondo artistico di Naddeo il cibo ha infatti un ruolo importante: «E’ un modo per parlare del mondo perchè il cibo non è semplice nutrimento, parla di noi tutti, di cultura, di attenzione all’ambiente, di riciclo, di consolazione». Uno dei primi progetti che Naddeo ha intrapreso e sviluppato, circa 12 anni fa, parte proprio dal Museo d’arte della città di Ravenna con mypaninoproject.com: «Lavoro con il mosaico ma non è l’unico mezzo, sperimento nuove tecnologie per provare a dare una fruizione più ampia e coinvolgere un pubblico più ampio che diventa esso stesso opera d’arte. Come il caso di My panino, dove gli spettatori interagiscono con l’opera: è una scultura componibile dove posono scegliere tutti gli elementi per la farcitura e poi scattarsi una foto da mandare al sito».
50 ANNI DI NITTOLO AL GARDA
Si chiama «Terra aria acqua la mostra diffusa di Felice Nittolo, artista irpinate che vive e insegna da anni a Ravenna, che si aprirà all’isola del Garda, a cura di Paolo Sacchini, dal 5 aprile al 28 ottobre. È un percorso che si snoda e ripercorre alcuni tratti di maggior respiro della cinquantennale vicenda di Felice Nittolo, artista poliedrico e sperimentatore. Una continua sfida col passato per attualizzarlo e renderlo personale fra suggestioni, riflessioni e lirismo. Il percorso si snoda dai primi anni ’80, con le eterodosse ricerche dell’Aritmismo; fino agli anni ’90 in cui il marchio della Coca-Cola viene coniugato con la storicità di Ravenna. La bottiglietta con un sorso di tessere musive viene deformata col fuoco e diventa un fossile della civiltà dei consumi. Per Nittolo: «il dialogo con la contemporaneità è sempre importante». Nittolo, inoltre, omaggia due realtà locali: undici fotografie in bianco e nero, arricchite da lamelle di oro bianco, sono dedicate ad alcuni luoghi di San Felice del Benaco, mentre l’iconica bottiglietta di cedrata Tassoni – con un sorso di tessere del mosaico di Ravenna – diventa una «mimosa in bottiglia». (3- Fine inchiesta)