Ravenna, primo bilancio per il 2024, parla Daniela Biondi (Caritas): «Richieste da 550 famiglie, aumentano ancora gli italiani»
Elena Nencini
Il bilancio dei primi sei mesi di Caritas evidenzia come gli italiani siano sempre più in difficoltà a causa del caro vita, come racconta la vice direttrice della Caritas di Ravenna. Più in difficoltà naturalmente le persone anziane che vivono da sole. Tanti i ‘nuovi poveri’ che si rivolgono al servizio Docce per la possibilità di lavarsi con l’acqua calda.
Biondi, un primo bilancio delle attività in questo 2024?
«I primi sei mesi confermano la tendenza nazionale: sono in aumento le richieste in Caritas, si sono rivolte a noi 550 famiglie per un totale di 1870 persone, la maggior parte italiana, mentre lo scorso anno non era così. La causa è il reddito insufficiente, il carovita ha inciso fortemente sul bilancio familiare. In particolare sono le persone sole quelle che risentono maggiormente dell’aumento del costo della vita: sono in 130. Nelle famiglie con più persone ci possono essere alti e bassi legati al fatto che c’è un lavoratore e uno stagionale, alla fine tirando la cinghia riescono ad andare avanti. Invece in queste 130 famiglie, costituite da una persona sola, c’è un’unica fonte di reddito, con situazioni di difficoltà anche se hanno un’abitazione».
Che servizi offrite?
«C’è il Centro di ascolto, dove indirizziamo chi cerca lavoro, chi ha bisogno di consulenze, di abbigliamento o della spesa. Sono aumentate le richieste per passeggini, fasciatoi e altri oggetti per i bambini, così come c’è una maggiore richiesta per l’abbigliamento. L’introduzione all’Emporio della tessera a punti sta funzionando: possono variare la propria spesa a seconda delle necessità, ma anche responsabilizzarsi. Il costo di un pacchetto di patatine è più alto di quello di un pollo intero. E vediamo che le famiglie sono contente di come sta andando dopo un anno e mezzo dall’inaugurazione».
Come procede la mensa?
«Continuiamo a lavorare in collaborazione con Santa Teresa, riusciamo così a dare risposte sempre più adeguate. Con loro va avanti anche il servizio Docce e guardaroba: le persone vengono a fare la doccia, gli vengono forniti abiti puliti e possono bere una bevanda calda, mangiare una brioche. Non è solo per le persone che vivono in strada, abbiamo avuto richieste anche solo per fare una doccia calda: ormai per alcuni è un lusso. Una signora di una certa età si è emozionata questo inverno per essersi fatta una doccia calda dopo molto tempo. Sono persone che hanno timore di chiedere: ma non possiamo non sostenerli. I nuovi poveri sono i vicini di casa, quelli della porta accanto, quelli che si sono trovati - pur lavorando – di fronte a un mutuo o a un affitto che non riescono più a pagare. Allora ci chiedono aiuto anche per riuscire a pagare le bollette».
Quanti sono i volontari?
«Un centinaio, sono la nostra grande risorsa, tra persone giovani e meno giovani ci danno una grande speranza per continuare a fare meglio. Continuiamo a cercare volontari perché c’è un grande bisogno. Come ogni estate rimaniamo un po’ sguarniti e siamo in affanno. La mensa continuerà a lavorare, anzi si amplierà a tutti giorni ad agosto, grazie all’aiuto dei gruppi parrocchiali e degli studenti»..
Storie particolari che l’hanno colpita?
«Sono tante, ma due mi hanno colpito alla Casa della carità che gestiamo con Santa Teresa dove diamo la possibilità di soggiornare a chi si trova momentaneamente senza casa: sono tantissime le richieste, oltre 40. Nessuno può capire in quanti si trovano sul baratro di perdere la casa ed essere in strada. E’ arrivata una mamma con due bambini piccoli, che si stava separando ed era in strada. Adesso stiamo lavorando in rete con i servizi sociali per trovare loro una sistemazione. A lieto fine la storia di un’altra signora anziana con uno sfratto esecutivo: non poteva più pagare il mutuo dopo la morte del marito. Adesso gli è stata assegnata una casa popolare, ma dormiva in macchina prima dei venire da noi»